Il 5 giugno del 1783 venne presentata al pubblico la prima montgolfière, il primo mezzo a portare un essere umano in cielo.
Il nome del pallone aerostatico che funziona con aria calda, deriva dal nome degli inventori, da “I Fratelli Montgolfier”, più precisamente, da Joseph Michel Montgolfier (Annonay, 26 agosto 1740 – Balaruc-les-Bains, 26 giugno 1810) e da Jacques Étienne Montgolfier (Annonay, 6 gennaio 1745 – Serrières, 2 agosto 1799).
Grazie a questa invenzione, furono nominati membri straordinari dell’Accademia delle scienze di Parigi e, nel 1783, il padre Pierre ricevette, come riconoscimento, il titolo nobiliare ereditario “de Montgolfier” dal re Luigi XVI.
I fratelli Montgolfier sono nati in una ricca famiglia di fabbricanti di carta ad Annonay, un paese a sud di Lione. La mentalità del primo fratello, Joseph, era geniale e da sognatore, ma poco pratico negli affari e nelle faccende personali. Intelligente e creativo per natura, si ribellava alle istruzioni rigide tanto da fuggire per due volte dalla scuola. La sua spontanea curiosità gli permise da autodidatta di raggiungere un’eccellente formazione nelle allora emergenti scienze fisiche.
Mentre, il secondo fratello, il diligente Etienne, aveva un carattere più regolare ed orientato agli affari. Subito nei primi anni, Etienne si dedicò ad introdurre delle innovazioni tecnologiche nell’industria familiare, all’epoca la produzione della carta era un’attività ad alto contenuto tecnicnologica e molto prestigiosa, portando le più recenti novità nell’attivita della famiglia. Per i suoi meriti imprenditoriali, il governo francese gli riconobbe un finanziamento perché la fabbrica Montgolfier potesse essere presa a modello per le altre fabbriche di carta della nazione.
L’idea di una macchina volante fu di Joseph, il quale osservando i panni posti ad asciugare sopra un fuoco notò che alcune parti ripetutamente si sollevavano verso l’alto.
Lui stesso dichiarò pochi anni dopo: “una sera stavo davanti a un fuoco mentre riflettevo su una questione militare di attualità; l’attacco alla fortezza di Gibilterra, che si era dimostrata impossibile sia da terra che da mare. Joseph pensò a una possibilità di un attacco dall’alto, con truppe sollevate in aria dalla stessa forza che innalzava le scintille del fuoco del camino. Egli dedusse che all’interno del fumo vi fosse una qualche sostanza, un gas speciale, dotato di una speciale proprietà che egli definì “lievità”.
Ebbero il consenso del padre, Pierre Montgolfier, per lavorare al progetto, invece di dedicarsi all’amministrazione delle cartiere di famiglia, a condizione di non tentare di volare di persona.
– Nel 1782 iniziarono a svolgere i primi esperimenti ad Avignone. Joseph costruì un contenitore delle dimensioni di cm. 100 x 100 x 130, usando un sottile foglio di legno per i lati e un rivestimento superiore in tessuto leggero di taffettà. Sotto il contenitore accese un falò di carta. L’oggetto si sollevò rapidamente dal suo supporto fino a sbattere contro il soffitto.
Joseph con entusiasmo disse al fratello: “Presto, procurati una buona dose di taffettà e di corde, e ti mostrerò uno dei più sbalorditivi fenomeni al mondo!”.
In breve, i due fratelli costruirono un prototipo tre volte più grande. Nel suo primo volo, il 14 dicembre del 1782, la spinta di sollevamento fu così forte che essi ne persero il controllo. L’aerostato volò per circa 2.000 metri.
Dopo i primi sperimenti, i fratelli Montgolfier decisero di svolgere una dimostrazione pubblica, realizzarono quindi un apparecchio a forma di pallone, realizzato con tela di sacco e tre strati interni di carta sottile., con un volume interno di quasi 790 m3 d’aria e pesava 225 kg. Era composto da quattro parti tenute assieme da 1.800 bottoni, con una “rete da pesca” applicata all’esterno per rafforzare ulteriormente la struttura.
Il 5 giugno del 1783 l’aerostato ci fu la prima dimostrazione pubblica ad Annonay. Il volo coprì circa 2 km, durò 10 minuti e raggiunse l’altitudine stimata di 1.600-2.000 metri.
La notizia del successo raggiunse rapidamente la capitale. Etienne, avendo studiato a Parigi, e avendo più familiarità con le abitudini e i costumi della città si recò a Parigi per ulteriori dimostrazioni, divulgando la paternità dell’invenzione del volo.
Vi fu qualche preoccupazione fantasiosa sui possibili effetti collaterali del volo in alta quota, infatti Luigi XVI proibì qualsiasi volo da parte di persone finché gli eventuali effetti sugli animali non fossero stati valutati.
Il 19 settembre del 1783 l’“Aerostate Révellion” decollò con un’equipaggio formato da una pecora, un’oca ed un gallo, chiusi in un cesto appeso alle corde del pallone. La dimostrazione parigina ebbe luogo di fronte a un’immensa folla raccolta nel palazzo reale di Versailles, presenti il Re Luigi XVI e la Regina Maria Antonietta. Il volo, con qualche difficoltà, durò circa 8 minuti, coprendo circa 3 km e raggiunse un’altezza di circa 500 metri; non si è potuto fare di più perchè l’aerostato era instabile, e perciò subito dopo il decollo si inclinò vistosamente su un lato, lasciando fuoriuscire dall’imboccatura una notevole quantità dell’aria calda contenuta all’interno. Gli animali, comunque, completarono il volo senza conseguenze.
Dopo il successo di Versailles, Etienne iniziò la costruzione di un aerostato da 1.700 m3, che potesse consentire il volo con un equipaggio.
– Il 21 novembre del 1783, Pilâtre de Rozier e il marchese d’Arlandes furono protagonisti del primo volo libero umano, “un volo di 25 minuti per 9 km, sui tetti di Parigi”.
La trasvolata fu un grande successo, tutti volevano volare. Solo uno dei fratelli Montgolfier, probabilmente Etienne, ebbe modo di volare su un aerostato, e solo una volta.
David Zahedi