“Nel Karakorum il K2 è, per altezza, solo la seconda vetta del mondo, ma tenendo conto di altezza, pericolosità e difficoltà tecniche, è considerato l’ottomila più impegnativo”. (Reinhold Messner)
Alle ore 18 del 31 luglio 1954, per la prima volta venne raggiunta la vetta del K2: la spedizione era italiana ed era guidata da Ardito Desio; con lui c’erano anche Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. K2 divenne Italiana.
K2, noto anche come Monte Godwin-Austen, cioè colui che effettuò i primi rilevamenti nel 1856, ChogoRi (Grande Montagna in lingua balti, dialetto tibetano) o Dapsang, è situato nel gruppo Karakorum.Si chiama K2, perchè doveva indicare la seconda vetta del Karakorum, ma in realtà questo è dovuto ad un errore di misurazione, essendo il K1, il Masherbrum, più basso. Si mantenne la dicitura perché il 2 corrisponde alla posizione del K2 nella lista delle cime più alte al mondo, appartenente alla catena dell’Himalaya. Infatti, dopo l’Everest, con i suoi 8.611 metri è la seconda montagna più alta del pianeta. Appartiene al gruppo dei “Ottomila”, il gruppo delle 14 vette della Terra che superano gli 8.000 metri di altitudine, il K2 ha il terzo più alto tasso di mortalità di scalata. Confina con il Kashmir del Pakistan e la Provincia Autonoma Tagica di Tashkurgan di Xinjiang, Cina.
– Nel 1902, iniziano i primi tentativi di scalare il K2 e se ne contano ben cinque. Il primo è compiuto da una spedizione guidata da Aleister Crowley ed Oscar Eckenstein, che giungono ad una quota di 6.600 metri per poi ritirarsi per il maltempo.
– Negli anni 30, vi furono due spedizioni statunitensi, dove si raggiunge la quota di 7.800 e 8.200 metri. In quest’ultima muore la prima vittima del K2, il milionario Dudley Wolfe, i cui resti furono scoperti soltanto nel 2002.
– Nel 1953, ci fu la quarta spedizione statunitense, che finì in tragedia, con la morte di Art Gilkey, colpito da tromboflebite ed edema polmonare, spazzato via da una valanga.
– Nel 1954, parte una spedizione italiana guidata dal ricercatore Ardito Desio e costituita da 30 alpinisti, 13 italiani e 10 hunza, popolazione che vive nelle valli pakistane, 5 ricercatori e 2 membri pakistani.
La squadra alpinistica era composta da: Erich Abram, Ugo Angelino, Walter Bonatti, Achille Compagnoni, Cirillo Floreanini, Pino Gallotti, Lino Lacedelli, Guido Pagani, medico-alpinista, Mario Pùchoz, Gino Soldà, Ubaldo Rey, Sergio Viotto. Tutti guidati da Ardito Desio.
I scienziati erano: il capitano Francesco Lombardi, topografo dell’Igm; Antonio Marussi, direttore dell’Istituto di Geofisica dell’Università di Trieste; Paolo Graziosi, docente di Paleontologia all’Università di Trieste; Bruno Zanettin, petrografo, docente all’Istituto di Geologia all’Università di Padova; Mario Fantin, cineasta.
– Il 21 giugno, la spedizione viene segnata dalla tragedia della morte della guida Mario Puchoz, colpito da edema polmonare.
– Il 25 luglio, viene raggiunta la quota di 7.345.
– Il 28 luglio, viene montato il campo a 7.750 metri e quello a 7.627, dove Compagnoni e Lacedelli passano la notte.
– Il 29 luglio, falisce il tentativo dei due alpinisti di salire lungo il muro di ghiaccio.
– Il 31 luglio, verso le 6.30 partono dal campoverso la vetta con l’uso delle bombole di ossigeno recuperate al bivacco a 8.100 metri, dove i compagni Bonatti e Mahdi le avevano lasciate.
Alle ore 18 del 31 luglio 1954, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli raggiungono la vetta del K2 a 8.611 metri. E’ la prima volta che l’uomo raggiunge tale vetta.
Gli altri alpinisti rimasti ai campi a quote più basse, sono testimoni del raggiungimento della vetta, dove i due piantano una piccozza con le bandiere italiana e pakistana. Si scattano alcune foto a vicenda.
Compagnoni in seguito riporterà gravi congelamenti a due dita che gli verranno amputate. Verso le 23 tornano al campo sottostante per festeggiare con i loro compagni.
La grande notizia giunge in Italia a mezzogiorno del 3 agosto. Da quel momento il K2 viene considerato da tutti la montagna degli italiani.
David Zahedi