SALVATORE GIULIANO DICHIARATO BANDITO

La sua latitanza iniziò il 2 settembre 1943, quando venne fermato ad un posto di blocco dei carabinieri mentre trasportava a cavallo 80 kg di frumento. Uccise un carabiniere con la pistola perchè gli aveva sequestrato il cavallo e il frumento.
Partigiano e indipendentista siciliano, Salvatore Giuliano (Montelepre, 16 novembre 1922 – Castelvetrano, 5 luglio 1950) era figlio di Salvatore, emigrato negli Stati Uniti. Il padre, con sacrifici di lavoro riuscì a comprare diversi pezzi di terra nei dintorni del paese, e una volta rimpatriato, nell’anno di nascita del figlio Salvatore, iniziò a lavorare la propria terra.
Il giovane Salvatore aiutava il padre, trovando comunque il tempo per continuare gli studi. 
Dopo aver lavorato come fattorino per una società elettrica, si dedicò al mercato nero, durante l’occupazione alleata, specialmente al commercio di grano. 
Il 23 dicembre 1943, Giuliano uccise a colpi di mitragliatrice  Aristide Gualtiero, un’altro carabiniere.
Nel gennaio 1944, riuscì a fare evadere numerosi suoi parenti dalla prigione di Monreale, insieme ad altri detenuti, diventando poi la sua banda.
Successivamente, la banda compì numerose rapine e sequestri a scopo di estorsione ai danni di ricchi agricoltori, commercianti ed imprenditori con la complicità di Ignazio Miceli, capo della cosca mafiosa di Monreale.

Il 5 luglio 1950, Salvatore Giuliano venne ritrovato morto nel cortile della casa di un avvocato di Castelvetrano: un comunicato del Ministero degli Interni annunciò ufficialmente che era stato ucciso in un conflitto a fuoco avvenuto la notte precedente con un reparto di carabinieri alle dipendenze del capitano Antonino Perenze, un uomo del colonnello Luca.


Antonio Francesconi