In questa parte del nostro viaggio alla conoscenza del vino ci occuperemo di etichetta. No, non delle norme di comportamento per avvicinarsi all’arte della degustazione, ma proprio a quel riquadro che costituisce il marchio di fabbrica per cosi dire, del produttore, che è obbligato per legge ad indicare tutta una serie di informazioni che le normative impongono a beneficio del consumatore. L’etichetta è naturalmente il primo veicolo pubblicitario del produttore ed è da questa che il consumatore dovrebbe riconoscere un determinato vino a colpo d’occhio. Ma procediamo per ordine e andiamo ad esaminare cosa la legge prevede che sia indicato. Può sembrare ovvio ma la prima cosa è la quantità contenuta nella bottiglia, poi il lotto di produzione, i dati che forniscono le informazioni sul produttore (in genere è una sequenza di lettere e numeri che iniziano per “L”) solo se la bottiglia è destinata al mercato estero, il marchio europeo (attenzione non quello “CE” ma “E”) il grado di alcool, la indicazione (obbligatoria dal 2005) della eventuale presenza di solfiti, la classificazione (su questo torneremo più avanti) , la area geografica di provenienza (solo per i vini IGT) e infine se il vino è uno spumante bisogna che sia indicato il metodo di “presa di spuma” ovvero se si tratta del metodo classico o Charmat. Oltre a queste informazioni obbligatorie i produttori possono, a loro discrezione, inserire anche delle altre informazioni aggiuntive come ad es. l’indicazione del colore del vino (a volte i vetri delle bottiglie sono colorati) o i consigli per un abbinamento ottimale (carne pesce cacciagione ecc) il metodo con cui il vino è stato vinificato e invecchiato. Annata delle uve, solo se almeno l’85%
delle uve proviene dalla stessa annata. Varietà delle uve, (solo se rappresenta
almeno l’85% delle varietà di uve utilizzate). Torniamo per un attimo alla classificazione .La comunità europea ha stabilito che a partire dalla campagna vitivinicola 2009/2010, i vini comunitari dovranno essere classificati nelle seguenti tipologie:
1. vini a denominazione di origine: ovvero i vini che vantano uno specifico legame con
il territorio geografico e che dovranno essere identificati come DOP (ex DOC e
DOCG) e IGP (ex IGT);
2. vini senza denominazione di origine: ovvero i vini che non vantano uno specifico
legame al territorio e che sono sostanzialmente rappresentati dagli ex vini da
tavola.
per i vini DOP (ex DOC) altre informazioni che possiamo riscontrare di frequente sono:
“classico” per i vini prodotti nella zona di tradizione più antica
“riserva” per alcuni vini che hanno subito un invecchiamento più lungo del normale;
“superiore” per vini che presentano una maggiore gradazione alcolica in funzione dell’annata del raccolto.
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Può sembrare un po’ impegnativo memorizzare tutta queste informazioni sigle acronimi ecc. ma se pensiamo che leggere una etichetta ci aiuterà alla scelta di un buon vino vale la pena appuntarsi qualche termine.
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Fabio D’Andrea