Fernando Botero

Fernando Botero Angulo (Medellín, 19 aprile 1932 – Monaco, 15 settembre 2023) è un pittore e scultore colombiano, conosciuto in tutto il mondo per le morbide figure sognanti dalle proporzioni esagerate. Di origini sudamericane, già in età adolescienziale, durante la frequentazione dell’Istituto di belle Arti, inizia a dipingere acquarelli (con tori e corride) e si occupa delle illustrazioni per un giornale locale arrivando a esporre, nel 1948, a soli 18 anni, a Medellín. Trasferitosi a Bogotà, Botero aderisce alla scuola muralista messicana capitanata da Diego Rivera (Guanajuato, 8 dicembre 1886 – Città del Messico, 24 novembre 1957); nel 1951 inaugura la prima personale e, l’anno successivo, vincendo al Salone degli artisti colombiani, decide di investire il premio in un viaggio-studio in Europa dove può conoscere le opere di Tiziano Vecellio, Francisco Goya, l’avanguardia francese e il Rinascimento italiano. Tornato in Colombia nel 1955, decide di trasferirsi in Messico al fine di poter sperimentare liberamente la pittura dilatata e volumetrica che lo renderà poi noto.

Picnic di Fernando Botero

Tra il 1957 e il 1958 registra un’eccezionale serie di successi e riconoscimenti: alla mostra presso la Gres Gallery di Washington, vende tutte le opere presentate (il primo giorno d’apertura), vince il secondo premio al X salone degli artisti colombiani, il primo premio al XI salone e ottiene la cattedra di pittura all’Accademia d’arte di Bogotá. Lo stile di Botero è già in parte formato: le figure vivono di colori delicati, quasi acquarello, stesi a campiture piatte, totalmente pure (senza ombre o contorni) e ampie, a causa della dilatazione delle forme. Le figure che vivono l’arte di Botero appaiono irreali, perse, psicologicamente svuotate.
Dal 1959, affascinato dall’arte di Velazquez, inizia a dipingere le numerose versioni del Niño de Vallecas, la declinazione di un tema pittoricamente classico ad un espressionismo quasi violento e decisamente pregnante. Nominato rappresentante colombiano alla Biennale messicana, Botero subisce notevoli critiche, tanto da lasciare la Colombia per New York. Nonostante le forti difficoltà economiche, organizza la prima personale newyorkese (1961) alla galleria The Contemporaries che non ottiene però il successo atteso. Dal 1963 si trasferisce in un nuovo studio e inizia a dedicarsi al collezionismo, raccogliendo numerose opere che donerà successivamente al museo di Bogotá. Tre anni dopo inizia ad esporre in Europa, arrivando a trasferirsi (dopo la prima mostra del 1969) a Parigi nel 1973, per dedicarsi in larga parte alla scultura. Il successo dell’artista è ormai totalmente sancito e riconosciuto, anche grazie alle numerosissime mostre. Nella seconda metà degli anni Settanta la sua arte è colpita da una serie di pessimi eventi, quali il secondo divorzio e la morte del figlio Pedro in un incidente stradale. Nell’Ottobre 2007, nella sua abitazione di Pietrasanta vengono rubate alcune statue di bronzo, fortunatamente recuperate l’anno successivo. Oggi Botero è considerato uno dei principali artisti del contemporaneo per il suo stile totalmente peculiare, spesso ripreso e rielaborato da molti altri scultori moderni. È interessante sottolineare che, nonostante la notevole distorsione delle forme caratteristica della pittura e della scultura di Botero, la ricerca formale dell’artista parte spesso dallo studio e dalla rielaborazione di modelli illustri quali Velazquez, Rubens, Manet, Bonnard e Dürer.

Celebre è l’esempio della Monna Lisa all’età di dodici anni, una palese ripresa del capolavoro leonardiano trasformato nelle forme morbide e sognanti dello stile tipico dell’artista colombiano. Tra i temi prediletti da Botero abbiamo la figura femminile, ritratta come ballerina moglie, dama elegante ed, infine, corpo nudo nonostante le forme anticlassiche, la trattazione del corpo, abbinata ad una rappresentazione sospesa tra serenità e sogno, dà spesso l’idea che si tratti di una dimensione fanciullesca, aliena, lontana dal mondo e dalle sue brutture. Non trascurabile anche la figura maschile che, conservando le proporzioni statuarie delle donne, accompagna sulla tela la figura femminile in ritratti famigliari, allegre danze o giochi in compagnia. Non è raro che si possa riscontrare nella produzione di Botero il tema della violenza, derivato dall’esperienza personale nella Colombia degli anni Quaranta. Nella scultura, come nella pittura, Botero privilegia sia la figura umana che il soggetto animale: a tal proposito, celebre è l’esempio del mastodontico Gatto di Barcellona dalle forme sofficemente levigate e sferiche.

Federica Gennari