E’ stato il più grande pittore del trecento ed uno dei massimi artisti della cultura occidentale e nonostante ciò, le notizie biografiche relative al pittore sono scarse e contraddittorie.
Giotto di Bondone (Vespignano, 1267 circa – Firenze, 8 gennaio 1337), conosciuto semplicemente come Giotto, forse diminutivo di Ambrogio o Angiolo, è stato un pittore e architetto italiano, figlio di un modesto agricoltore di nome Bondòne, nasce, secondo la tradizione, a Colle Vespignano, presso l’attuale comune di Vicchione a nord di Firenze. Tuttavia, recenti studi hanno affermato che Firenze potrebbe essere la città di origine; anche per la data di nascita ci sono molte incertezze e gli studiosi tendono a porla intorno al 1267.
La formazione artistica di Giotto
La sua prima formazione fiorentina potrebbe essere datata intorno al 1280; se è reale la sua presenza nella bottega di Cimabue, allora è di totale fantasia il celebre racconto secondo cui Cimabue scoprì le abilità artistiche di Giotto mentre stava disegnando mirabilmente su una roccia piatta, una delle pecore che Cimabue stava portando al pascolo. Giotto a Roma può conoscere i mosaici e la pittura del quarto e del quinto secolo ed entra in contatto con Pietro Cavallini per poi viaggiare tra Assisi (dove affrescherà la basilica di San Francesco) e Rimini, dove lavorerà per gli Scrovegni. L’8 gennaio del 1337 Giotto torna a Firenze, dove muore all’età di circa settant’anni.
La maestosità artistica di Giotto
Questa scarna indicazione biografica che ci è pervenuta oggi non rende l’idea della grandezza e della complessità della figura artistica di Giotto; egli viene fortemente stimato dai suoi contemporanei: Boccaccio in una delle celebri novelle del Decamerone lo definisce come il “miglior pittore del mondo” ; il cronachista fiorentino Giovanni Villani gli riconosce il merito di rappresentare al meglio la natura ; Dante Alighieri dedica a Giotto un passo del Purgatorio in cui viene sintetizzato il senso stesso dell’esperienza giottesca che finisce per oscurare persino il grande Cimabue che era considerato il miglior artista del tempo. Infine, Cennino Cennini formula uno dei giudizi critici più acuti su Giotto, definendolo come “colui che trasformò l’arte del dipingere dal greco al latino”. Da allora la fortuna di Giotto non conobbe mai tramonto. Per comprendere le opere di Giotto bisogna partire proprio dalla definizione del Cennini, perché all’artista di Bondone bisogna dare il merito di aver lasciato alle spalle tutta l’arte bizantina ed aver creato uno stile completamente italiano che sarà alla base di tutta la successiva arte della nostra ricchissima penisola.
Piccole curiosità su Giotto
Giotto nel suo soggiorno ad Assisi ha la fortuna di vedere la cometa di Halley fendere il cielo e l’ha voluta ritrarre in una sequenza dei suoi affreschi; è in onore a questo evento che l’agenzia spaziale europea ha voluto dedicare a Giotto la missione volta a studiare da vicino la cometa di Halley.
Un cratere sulla superficie di Mercurio gli è stato dedicato, così come l’asteroide 7367. Con Giotto, dunque, uomo ancora indiscutibilmente medievale, il Medioevo stesso raggiunge il suo massimo splendore e la sua fine contemporaneamente. Dopo di lui la pittura avrebbe dovuto necessariamente voltare pagina.