Giovanni Bellini (Venezia, 1433 circa – Venezia, 26 novembre 1516), pittore italiano, uno dei più celebri del Rinascimento, noto anche con il nome Giambellino.
Giovanni Bellini nacque a Venezia intorno al 1430 e fu l’innovatore della pittura veneziana che per molti anni si era tenuta lontana dalle novità rinascimentali, chiusa in un prezioso e dorato isolamento tardo gotico. E’ conosciuto anche con il nome di “Giambellino”.
Brevi cenni biografici
Forse fu il figlio illegittimo di un certo Jacopo Bellini, pittore con una bottega ben avviata e fu allievo di Gentile da Fabriano; inizialmente attivo nella bottega paterna insieme al fratello Gentile, anch’egli pittore. Fu l’incontro con Andrea Mantegna il quale aveva sposato Nicolosia, sorella di Giovanni, a guidare l’artista nelle sue scelte definitive. Scelte che verranno rafforzate dalla conoscenza della prospettiva e dalla luminosità dei dipinti di Piero della Francesca e dal magistrale utilizzo delle tinte morbide da parte di Antonello da Messina. La sua fama, in continua ascesa, lo portò ad essere nominato pittore ufficiale della repubblica Veneziana nel 1483; morì il 26 novembre 1516.
Il pensiero su Bellini degli artisti dell’epoca
In tale data il cronista veneziano Marìn Sanudo, ricordandone la morte nei suoi diari, lo definisce come “il pittore più noto per la sua fama e dispensava l’arte per com’era, eccellente”. Anche il grande artista di Norimberga, Albrect Durer, aveva scritto di lui in una lettera del 7 febbraio 1506 all’amico umanista Willibald Pirkheimer, affermando che il Bellini era un grand’uomo ed era contento di potergli essere amico.
Secondo il Vasari, nella bottega fondata da Giovanni Bellini, si formò Giorgione, anche se la notizia non è riscontrabile con altri scritti dell’epoca ma tra i suoi allievi vi fu certamente Nicolò Rondinelli. Lo storico dell’arte Vasari, inoltre, riporta svariate imprecisioni sulla data di nascita del pittore, in quanto altre fonti (come la lettera della madre di Bellini dopo il parto) escludono il 1426 come data di nascita. Inoltre, non sappiamo con certezza quanti fratelli ebbe Bellini, ma è certo che Gentile è sempre stato considerato il maggiore anche se Nicolosia potrebbe essere stata più grande dei due fratelli. Giovanni non fu menzionato nella lettera di Anna Rinversi (la madre di Gentile, Nicolosia e Niccolò) dopo la morte di Jacopo, in cui si distribuiva l’eredità del padre; questo potrebbe far pensare che Giovanni non fosse il figlio legittimo della coppia, ma nato da una relazione. Riguardo questo problema, però, la critica artistica si è rivelata molto cauta.
Bellini e il suo stile artistico
Bellini fu colui che aprì la strada al tonalismo, seguito con grande successo da Tiziano e Raffaello. Tutta la sua pittura è investita da pudore e compostezza che non mancano mai, neppure nel “Festino degli dei” in cui si spinge un poco oltre la sua idea di pudicizia, mostrando figure nude su richiesta del committente. Nel 1506 Giovanni perse il suo fratello Gentile ereditando tutto il materiale della bottega del padre al patto che si dedicasse al completamento di un’opera iniziata dal fratello, la predica di San Marco; Bellini fu molto incerto nei confronti di questa postilla perché non amava dipingere scene narrative, prediligendo in assoluto i cicli e le composizioni religiose. Oggi, il Bellini è conosciuto come un gustoso Cocktail, anche se non ha nulla a che vedere con la grandezza artistica ed espressiva del Bellini e l’influenza che ebbe verso gli artisti che gli succedettero.
Federica Gennari