Pittore di tardo Ottocento, post-impressionista e illustratore. Simbolo della vita mondana e bohémienne parigina. Henri de Toulouse-Lautrec nacque il 24 novembre 1864 da un’importante famiglia aristocratica; nel 1872, trasferitosi a Parigi, conobbe Maurice Joyant, amico fidato, successivamente suo curatore e biografo. Formatosi presso il pittore René Princeteau, da esso desunse l’iniziale interesse per la tematica sportiva, rappresentando inizialmente temi legati a battute di caccia e cavalli, poi estesi a soggetti famigliari e paesaggi (soprattutto marini). Passato nello studio di Léon Bonnet, pittore storico e ritrattista, dopo tre mesi entrò nell’atelier di Fernand Cormon, dove conobbe importanti artisti, tra i quali Van Gogh. Se da una parte il contemporaneo Impressionismo spinse gli artisti alla pittura all’aperto e alla scoperta del paesaggio, Toulouse-Lautrec iniziò a scoprire la vita cittadina e le classi povere, incentrando la sua pittura sulla figura e gli scenari interni. Storicamente, i temi prediletti dal pittore furono i locali parigini di Montmartre (bar, locali notturni, teatri quali i celebri Moulin Rouge, e Le Chat Noir, ritrovo per gli artisti) quali luogo di divertimento delle classi inferiori, le attrici, stelle degli spettacoli popolari rappresentate nei manifesti e nei dipinti, che ne alimentarono la notorietà, i bordelli, “maisons closes”, raffigurando il lato più “professionale” dell’ambiente, rappresentando cioè le ragazze non in atteggiamento erotico, quanto piuttosto in uno stato di rassegnata attesa dei clienti. La tecnica utilizzata fu inizialmente prettamente impressionista, caratterizzata da tocchi veloci e colori poco miscelati; in un secondo momento, influenzato dalla grande passione per le stampe giapponesi, predilesse linee e contorni definiti, abbinati a colori piatti (preferibilmente blu, verde, rosa e viola). La costruzione delle figure avveniva con un abbozzo in viola o blu che, una volta asciugato, dava l’effetto pastello e poteva essere coperto dal colore. Se la linea rappresentò sempre il principale mezzo costruttivo ed espressivo della pittura di Toulouse-Lautrec, nell’ultima fase, un’inedita predominanza del colore capovolse lo stile precedente.
Durante la frequentazione dell’Accademia, iniziò ad esporre le prime opere, ancora influenzate dallo stile di Priceteau. Avvicinandosi però ai cosiddetti Artisti Incoerenti, anticonformisti artisti aperti ad un certo umorismo artistico, e, soprattutto, alla pittura di Degas e Van Gogh, iniziò a coniugare alla tradizione compositiva accademica una pennellata nuova ed espressiva. Sulla fine degli anni Ottanta iniziò a partecipare a diverse esposizioni, tra le quali, nel 1889, prese parte al Salon des Indépendents presentando il Bal du Moulin de la Galette ed il Ritratto di Forcaud. Espose nuovamente al Salon nel 1891, presentando tele quali La Trapeziste e A la Mie. Nello stesso periodo, l’interessamento alla litografia gli portò le commissioni quali i manifesti per il Moulin Rouge , il Divan Japonais e per artisti come Jane Avril e Aristide Bruant. (1892-1893). A Parigi, avvicinandosi al teatro, realizzò Fedra, Bartet et Mounet – Sully dans Antigone e Une faillite; collaborò inoltre con il Théâtre de l’Œuvre per l’illustrazione dei programmi e per le scenografie. Il successo delle illustrazioni realizzate dall’artista, gli portarono commissioni per alcune riviste quali il “Courrier Français“, il “Figaro Illustré“ e la “Revue blanche“. La grande successo della pittura di Toulouse-Lautrec si legò inoltre alla serie di opere ispirate al quartiere di Montmartre: tra le opere più celebri, riconducibili alla vita notturna e ai locali pubblici della zona, si ricorda La toilette (1896), Al Moulin Rouge (1894), Ballo al Moulin Rouge (1890) .
Si tratta di opere realizzate con un tratti nervosi, contorni ben distinti e gamme di colori tendenti al blu e al viola. I soggetti sono le prostitute, il divertimento, lo spettacolo, le ballerine un mondo variegato che l’artista conosceva molto bene. La donna, nei bordelli, sul palcoscenico, al ballo, allo specchio, al trucco, era il tema prediletto dall’artista. Tra gli anni Ottanta e Novanta si dedicò inoltre al tema del circo, dal quale nacquero celebri opere quali Al circo Fernando (1888) e Il trapezio volante. Alcolista e malato di sifilide, dopo il 1897 lo stato di salute peggiorò iniziò a dedicarsi meno assiduamente alla pittura. A causa di frequenti crisi e allucinazioni, nel 1899 venne ricoverato presso una clinica; dimesso, iniziò a viaggiare per la Francia ma il 9 settembre 1901, allo stremo delle forze, morì nella tenuta di famiglia.
Federica Gennari