Leonardo di ser Piero da Vinci

Leonardo da Vinci fu un pittore, inventore, studioso e scienziato ItalianoUn genio nella storia, un talento del Rinascimento.
Leonardo nacque a Vinci il 15 aprile 1452 e si formò, come pittore, nella bottega di Andrea del Verrocchio (1470), celebre artista fiorentino: le prime opere leonardiane risentirono notevolmente dello stile del Verrocchio, come si può riscontrare nel Battesimo di Cristo (Firenze, Galleria degli Uffizi), dove Leonardo si occupò del paesaggio (caratterizzato già da un certo sfumato) e dell’angelo a sinistra. A tale periodo risalgono inoltre una serie di sculture difficilmente attribuibili interamente a Leonardo. Già attorno al 1470 l’artista iniziò a produrre indipendentemente come testimonia la Madonna Dreyfus, molto vicina alla Madonna del Garofano (1475), nella quale si può notare un’uniformità degli elementi e un chiaroscuro fluido, caratteristico dell’arte leonardiana. Pressoché contemporaneo è il Ritratto di Ginevra Benci (1474, Washington, National Gallery of Art), che conferma l’attenzione per la resa atmosferica e un certo influsso fiammingo, riscontrabile nella luminosità accesa dei colori. Dopo un’ipotetica pausa artistica avvenuta tra 1474 e 1478, periodo al quale generalmente non si ascrivono opere, Leonardo realizzò la Madonna di Benois (San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage) e l’Annunciazione (1478, Parigi, Mudeo del Louvre) , fino all’avvicinamento alla famiglia medicea e la frequentazione del Giardino di San Marco, luogo di confronto per gli artisti, giuntivi per copiare e studiare i pezzi antichi. Al 1481 si ascrive il disegno preparatorio per l’Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi), realizzato in bruno e biacca: la novità della rappresentazione consiste nell’approfondimento della tematica religiosa con un’interpretazione insolita, volta ad abbandonare la tradizionale iconografia per sottolineare lo stupore dei personaggi che assistono alla manifestarsi del divino. Nel 1482, nelle vesti di ambasciatore dell’arte e della cultura fiorentina, Leonardo si trasferì a Milano, entrando in contatto con Ludovico il Moro, presso il quale si propose non solo come artista, ma anche come ingegnere, inventore e architetto. Entrato nella cerchia del Moro, si dedicò alla progettazione meccanica e idraulica, alla scenografia e alla ritrattistica, per la quale l’artista mise in pratica quanto appreso nei precedenti studi anatomici, utili soprattutto per rappresentare il risvolto psicologico. Magnifico esempio della ritrattistica leonardiana è la Dama con Ermellino (Ritratto di Cecilia Gallerani). Al periodo milanese risale la Vergine delle Rocce (Parigi, Museo del Louvre), commissionata il 25 aprile 1483, il “manifesto” dell’effetto atmosferico delle opere di Leonardo: con un complesso sistema di allusioni, si riscontra un richiamo all’Immacolata concezione e all’incontro tra Gesù e San Giovannino, inserito in un paesaggio morbido, con forme patinate da uno strato atmosferico che uniforma e fonde gli elementi. Negli anni successivi, le sempre più frequenti commissioni ducali lo portarono alla progettazione del monumento equestre per Francesco Sforza (1489), in bronzo: con un preventivo intenso studio dell’anatomia equina, Leonardo volle dare un’originale interpretazione del monumento, volendo rappresentare il cavallo impennato prima di abbattersi sul nemico. Numerose furono le versioni studiate dall’artista prima del progetto definitivo, un monumento dalle dimensioni colossali: al momento della definitiva realizzazione però (1493), la richiesta di metallo legata alla guerra tra Carlo VIII e il regno di Napoli, bloccò i lavori a causa dell’eccessiva quantità di bronzo necessaria per la fusione. A tale commissione, seguì l’incarico per la decorazione del refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie (1494-1498), per il quale realizzò la celebre Ultima Cena . Mantenendo fede all’interesse per lo studio psicologico, Leonardo reinterpretò la trazione dei cenacoli precedenti rappresentando l’istante più drammatico: Cristo, rivelando il futuro tradimento, provoca un’onda emotiva tra gli apostoli che, in un’eccezionale varietas espressiva, si abbandonano allo stupore, a gesti increduli, dubbiosi e interrogativi. Com’è noto, in questo caso l’artista applicò tempera e olio, una tecnica che volendo evitare i tempi brevi dell’affresco a favore di una pittura più lenta e a velature, non si rivelò duratura, soprattutto a causa dell’umidità dell’ambiente.
Sempre dello stesso periodo del Cenacolo, appartiene un’altro suo capolavoro assoluto, il ritratto di Lucrezia Crivelli, dama di compagnia della moglie di Ludovico il Moro, già amante del duca prima del 1497, anno in cui diede al duca il suo figlio illegittimo, Giovanni Paolo, divenuto poi marchese di Caravaggio.
 Questo ritratto di donna è stato esibito al pubblico solamente in una occasione a Speyer in Germania, richiamando l’attenzione di tutto il mondo come un’opera inestimabile sia per il suo valore artistico che economico, par soltanto al cenacolo. 

Dopo l’esperienza milanese, Leonardo iniziò una serie di spostamenti presso le maggiori corti e città italiane, passando per Mantova (presso gli Este), Venezia (1500, dove si occupò soprattutto di progettazioni ingegneristiche), Roma, per tornare poi a Firenze nella primavera del 1501. Allo stesso anno risale la Madonna dei fusi e la collaborazione con Cesare Borgia, per il quale si dedicò alla progettazione militare, studiando macchine, mappe strategiche e inventando una nuova polvere da sparo. Nel 1503 fu incaricato da Pier Soderini di decorare il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio con rappresentazioni delle vittorie militari dei fiorentini. Leonardo si occupò della Battaglia di Anghiari (1440): questa però non fu portata a termine a causa di una nuova sperimentazione tecnica che non permise al colore di fissarsi, problema che portò all’interruzione del lavoro (1503). Capolavoro leonardesco è la cosiddetta Monnalisa o la Gioconda (Parigi, Museo del Louvre).                                                                              Il più celebre ritratto al mondo, la rivoluzione del genere ritrattistico attraverso il mistero, la personalità celata e appena suggerita in un leggero ed enigmatico sorriso. Il ritratto assume in questo caso un carattere universale, un aspetto nobile; il paesaggio sullo sfondo è realizzato con l’effetto atmosferico inserito nelle opere precedenti. Numerose sono le leggente legate a quest’opera, una delle quali ipotizza che la tela esposta al Louvre sia una copia realizzata in occasione del furto del 1911. Il furto, per il quale inizialmente vennero accusati Apollinaire e Picasso, venne compiuto da un italiano che, con l’intento di riportare l’opera in patria, cercò di venderla ad un mercante fiorentino: si ipotizza che in questa occasione potesse aver fatto realizzare una copia, poi restituita al museo parigino, in veste dell’originale, nel 1913. Parallelamente all’attività artistica, Leonardo continuò gli studi anatomici e meccanici, dedicandosi allo studio del volo e al progetto di una nuova macchina volante, scrivendo tra l’altro, un trattato sul volo e il Codice sul volo degli uccelli, al quale seguirono ulteriori studi sull’anatomia dei volatili e sulla resistenza dell’aria, dai quali nacquero i progetti per alcune macchine volanti. Tra 1508 e 1513 Leonardo tornò a Milano dove realizzò, tra l’altro, la Sant’Anna, Vergine e Bambino, con l’agnello. Nell’autunno del 1514 partì per Roma dove, sospese le commissioni pittoriche, si interessò soprattutto allo studio e alla progettazione: al soggiorno capitolino risalgono i progetti per gli specchi ustori (in grado di convogliare i raggi solari per diversi scopi), gli studi anatomici, geometrici, meccanici e il prosciugamento delle Paludi Pontine. Dopo numerose sollecitazioni ed inviti di Francesco I di Francia, Leonardo decise di partire per Amboise (1517), dove godette di un altissimo prestigio e considerazione. In Francia si dedicò alla progettazione architettonica (Palazzo reale di Romorantin), allo studio e alla cura scenografica delle feste (come già aveva fatto presso la corte milanese) e alla pittura. Il 2 maggio 1519 Leonardo morì, provocando il grandissimo cordoglio di Francesco I. Molto ancora si discute sulla personalità di questo grande artista: riconosciuta l’omosessualità (risale al 1476 la denuncia anonima per sodomia), non altrettanto accertabile risulta la presunta laicità (e scetticismo), nonostante i frequenti accenni scritti contro la Chiesa e i suoi rappresentanti. Nonostante il Vasari lo descriva come una personalità generosa e socievole, sembra più credibile, in realtà, un carattere solitario e pessimista. Celebre fu l’inimicizia con Michelangelo, forse causata da una certa competizione professionale (grandi maestri del Rinascimento fiorentino, si trovarono a lavorare a confronto nella decorazione del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio), ma giustificata soprattutto da caratteri inconciliabili. 
Il genio: Leonardo scienziato, inventore, teorico, ingegnere e architetto. Oltre alla sperimentazione pittorica e in generale artistica (delle quali ne furono il frutto il Trattato della Pittura, dal quale traspare l’assimilazione della pittura alla scienza, la camera oscura leonardiana e la ricerca di nuove tecniche pittoriche, non sempre fortunate), Leonardo si dedicò ampiamente alla scienza, tratta dall’esperienza e dall’osservazione diretta della natura, dalle quali si possono dedurre le leggi naturali, fissate in forma matematica. Sulla stessa linea, negò la validità di quanto non dimostrabile o captabile dai sensi, negando di conseguenza la magia. Si occupò inoltre di geologia (studio dei fossili, considerati prova del Diluvio universale biblico), astronomia (arrivando ad importanti intuizioni sulla gravitazione e sulla centralità del sole), botanica (osservazione della disposizione non casuale delle foglie, scoperta dell’età delle piante -anelli-, scoperta della risalita dell’acqua per capillarità). Fu molto attivo nelle vesti di inventore, progettando il paracadute, a seguito di approfonditi studi sul volo degli uccelli (soprattutto il rapporto tra peso e apertura alare), la macchina volante, macchine militari (cortaldi, serpentine, zepate…), prototipi vicini ai moderni elicottero e bicicletta, e gli specchi ustori. Profuse un grande impegno nelle opere idrauliche a partire dal soggiorno milanese: progettò la sistemazione dell’assetto del fiume per la navigabilità del Brenta, il prosciugamento delle Paludi Pontine, la canalizzazione Sologne (Francia) e, soprattutto, ideò macchine in grado di sfruttare l’energia idraulica per il prosciugamento o l’innalzamento delle acque. La notevole competenza militare gli portò notevoli commissioni e collaborazioni, soprattutto in considerazione del celebre interesse per la progettazione ingegneristica : ideò robuste fortificazioni dotate di angoli acuti, in grado di schivare i colpi nemici, progettò un ponte a campata unica per il Sultano Bayazed II e altre architetture mai concretamente realizzate. Non trascurabili furono i numerosi disegni e studi anatomici, frutto della morbosa curiosità e del desiderio di conoscenza di Leonardo: studiò anzitutto il corpo umano, sezionò e copiò cadaveri al fine di comprenderne il funzionamento, il movimento e la meccanica, i muscoli, le ossa, l’occhio, gli organi e la circolazione del sangue. Produsse centinaia di disegni, il più celebre dei quali è rappresentato dal cosiddetto Uomo vitruviano , esempio di studio delle perfette proporzioni del corpo umano. La stessa curiosità lo spinse a studiare la composizione delle piante, realizzando numerosi schizzi relativi al funzionamento delle stesse. Importanti testimonianze dell’attività e del pensiero leonardiano sono i manoscritti pervenutici, redatti con la celebre scrittura speculare (da destra a sinistra). Oltre all’aspetto scientifico, Leonardo dedicò alcuni scritti alla trattatistica (Trattato sulla pittura), stesa con una prosa concreta ed espressiva. In taluni casi la scrittura di Leonardo risulta criptica, a causa dell’inserimento di rebus, di frasi in codice e anagrammi, usati non solo per celare i contenuti, ma anche per mettere alla prova l’ingegno fecondo della straordinaria e poliedrica mente che li realizzò.

Federica Gennari