MARLON BRANDO, UN PEZZO DI STORIA DEL CINEMA

Al Pacino ha detto: recitare con lui “È come recitare con Dio”.
Marlon Brando
 (Omaha, 3 aprile 1924 – Westwood, 1º luglio 2004) è stato uno degli attori più carismatici e di talento della storia del cinema mondiale.
Vincitore di due Oscar su otto candidature, riesce a far parlare di se quando a sorpresa, si rifiuta di ritirare personalmente il secondo Oscar. Infatti, per protestare contro il governo USA per il trattamento che riservava ai Nativi Americani, manda, a ritirare la statuetta, al suo posto una giovane Sioux.
Marlon Brando, nella sua carriera, vanta una filmografia relativamente limitata ma di capolavori. Si è imposto da subito come attore di notevole spessore e poi come icona grazie alla sua capacità di vivere i personaggi che interpretava ampliandone le interne pulsioni psicologiche.
Il suo volto, il suo magnetismo, rimangono molto impressi negli spettatori che vedono i suoi film. Brando, non solo è bello in modo disarmante, ma è anche allo stesso tempo duro e profondamente sensibile, ribelle e anticonformista. Riesce a tenere inchiodati gli spettatori con la sua forza, le sue intense espressioni, nonché per una permeante sensazione di virilità che riesce a far percepire quasi fisicamente.
Marlon Brando è il figlio di un commesso viaggiatore e di una attrice di seconda linea, prima di fare l’attore tenta inizialmente la carriera militare ma, indisciplinato e insofferente alle regole gerarchiche, viene espulso dall’Accademia Militare del Minnesota. 
– Nel 1944, si trasferisce a New York e frequenta un corso di arte drammatica debuttando a Broadway. 
– Nel 1947, trionfa in teatro con il personaggio di Stanley Kowalski, il protagonista dello struggente dramma di Tennessee Williams “Un tram che si chiama desiderio”
– Nel 1950, sotto la guida di Elia Kazan, frequenta il già citato celeberrimo Actor’s Studio, che gli apre finalmente le porte per il cinema.
– Nel 1950, dopo il lungo e faticoso tirocinio all’Actor’s, esordisce sul grande schermo con il film “Uomini” di Fred Zinneman, nel quale interpreta un reduce disabile di guerra. Per questo ruolo si chiude per un mese a studiare il comportamento dei disabili in un ospedale specializzato. 
– Nel 1951, arriva il vero successo, con le stesso testo che lo lanciò in teatro ma in versione cinematografica, “Un tram che si chiama desiderio” di Elia Kazan, con Vivien Leigh. Sullo schermo Marlon Brando è di un fascino immenso e lo proietta direttamente nell’immaginario femminile di un’intera generazione. Insomma, un ruolo che non poteva passare inosservato in una società così legata alle regole e alle convenzioni come l’America di allora.
Purtroppo, negli anni successivi, il suo grande fascino resterà solo l’ombra. Brando, inspiegabilmente, perde del tutto la magnifica forma fisica. Si è completamente lasciato andare. Arriverà a pesare qualcosa come 160 Kg e i giornali scandalistici faranno a gara nel pubblicare foto recenti, mettendolo spietatamente a confronto con le immagini dei tempi d’oro.
– Nel 1954, vince il suo primo Oscar come miglior attore protagonista con il “Fronte del porto” di Elia Kazan. Conquista anche il premio come miglior attore al Festival di Cannes.
– Nel 1954, interpreta un giovane ribelle ne “Il Selvaggio” di Laszlo Benedek e diventa il simbolo di una generazione sbandata e disillusa. Per prepararsi all’interpretazione frequenta bande giovanili come quelle descritte nel film arrivando a finire in prigione per una notte.
– Nel 1961, dirige “I due volti della vendetta”. 
Negli anni 60, inizia il suo declino, ma negli anni ’70, resuscita letteralmente. 
– Nel 1972, vince il suo secondo Oscar interpretando il ruolo che rimarrà nella storia del cinema, quello di Don Vito Corleone nel film “Il Padrino” di Francis Ford Coppola. Durante il provino Brando improvvisa l’ormai celeberrimo trucco per diventare Don Vito: capelli tenuti indietro con la brillantina, con guance guance imbottite di Kleenex. 
– Nel 1972, interpreta film scandalo “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, pellicola che, fra le sue disavventure, si vede anche bruciata sulla pubblica piazza. Anche in questa occasione il “marchio” Brando si fa sentire e lo stile, gli atteggiamenti strafottenti che dona al suo personaggio, diventeranno emblematici ed inimitabili.
– Nel 1979, è la volta di un altro grande, magnetico ruolo, quello del colonnello Kurz in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola. La sua apparizione nelle fasi finali del film è fondamentale, gelido e sorprendente. I critici gridano al miracolo, qualcuno lo osanna come il miglior attore di sempre. Finito di girare il capolavoro di Coppola l’attore si ritira dalle scene per circa un decennio: in seguito apparirà solo in ruoli cameo. Tra i suoi ultimi film di rilievo ricordiamo “Don Juan De Marco maestro d’amore” (1994, con Johnny Depp), e “The Score” (2001, con Robert De Niro e Edward Norton).

Alessia Marcon