Martin Luther King

“La mia libertà finisce dove incomincia la vostra.” Una delle frasi celebri, forse la più significativa, di una persona che con le sue gesta ha cambiato il modo di vivere, pensare ed agire di intere generazioni di persone. Martin Luther King, nato Michael King (Atlanta, 15 gennaio 1929 – Memphis, 4 aprile 1968), è stato un pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili.

Il pensiero di Martin Luther King e Gandhi

Stiamo parlando, ovviamente, di Michael King, in seguito divenuto famoso e conosciuto da tutti come Martin Luther King. Nato ad Atlanta nel 1929 e morto, assassinato, a soli 39 anni, Martin Luther King è stato il personaggio politico di spicco statunitense nella lotta per il riconoscimento ed il rispetto dei diritti civili. Pastore protestante, il suo attivismo ha permesso al mondo di aprire gli occhi di fronte a quelli che all’epoca erano semplicemente dissidi tra persone di etnie differenti, considerate “normalmente diverse”, e che invece oggi tutti riconoscono come problematiche di razzismo, fenomeno sociale condannato e stigmatizzato dalla maggioranza delle popolazioni. King, al pari di Gandhi, suo vero maestro di vita e padre ispiratore, è considerato una icona del pacifismo e della lotta non violenta.

La lotta di Martin Luther King contro il razzismo

Ed è curioso, ma anche piuttosto macabro, pensare che un pacifista e non violento sia stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla soglia dei 40 anni. Evidentemente le sue prese di posizione, le sue reazioni di protesta pacifica contro il pregiudizio etnico che imperversava in America e nel resto del mondo attorno agli anni cinquanta e sessanta, non erano ben viste. Martin Luther King ha pagato con la morte il prezzo di un processo di cambiamento che non ne voleva sapere di scatenarsi e che forse, proprio solo in seguito all’omicidio di Memphis, è riuscito a muovere i primi passi. Fin dai primi anni di College ad Atlanta, ovviamente per soli neri, si potevano intuire le grandi doti intellettuali di M.L.King, che scelse la strada della vita religiosa un po’ per la forte influenza del padre, il reverendo Martin Luther King Senior, ed un po’ per le letture dei grandi pensatori religiosi, tra cui Gandhi. Nel corso dei suoi studi potè spesso venire a contatto con la difficile, quasi impossibile convivenza civile tra “bianchi e neri”; in un viaggio in autobus, non ancora sedicenne, il suo gesto di cedere il posto ad un ragazzo bianco venne preso come un evento raro, e l’abbraccio di ringraziamento del ragazzo, al termine del viaggio, fu malvisto dalla comunità.

La “non-violenza” di Martin Luther King

La vita da pastore battista ed attivista politico di M.L.King venne svolta a Montgomery, in Alabama, una delle città americane dove la situazione razziale risultava essere più dura. Qui si occupò in prima persona di difendere i diritti di alcune donne di colore, fatte alzare con la forza da un autobus per far sedere persone “bianche”. Martin riuscì a convincere la comunità di colore locale che la lotta andava fatta senza violenza e senza rassegnazione, cercando forme di protesta differenti, come ad esempio il boicottaggio dei mezzi pubblici. Fu in questi anni che il popolo di colore cominciò a capire come potersi fare giustizia senza usare la forza; al tempo stesso la popolazione bianca mal digeriva questo “paladino della giustizia”, diventato in seguito leader per i diritti civili. Le modalità di protesta violente, il cui ispiratore negli anni fu Malcolm X, permettevano alla classe politica e sociale bianca di poter giustificare il razzismo. Molto più difficile risultava farlo contro una persona che non offendeva, ma semplicemente provava a far valere i propri diritti come quelli di milioni di persone non violente come lui.

La morte a difesa di un ideale

Fu proprio per questo, con ogni probabilità, che si arrivò all’omicidio di Martin Luther King. Personaggio troppo carismatico e giusto, che con le sue marcie di protesta stava riscuotendo consensi anche sul fronte “bianco”, e dunque da eliminare. Per fortuna che, come detto, la sua morte risultò un risveglio di massa eccezionale nella lotta al razzismo e tutt’oggi la figura di King è studiata come esempio di uguaglianza, pacifismo e giustizia. 

Andrea Carraro