Alessandro Volta

Alessandro Volta, all’anagrafe Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Gerolamo Umberto Volta (Como, 18 febbraio 1745 – Camnago Volta, 5 marzo 1827) fisico italiano, è ricordato, nelle vesti di inventore, per aver realizzato la pila e aver scoperto il metano. Già a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, l’interesse per l’ambito scientifico lo portò a redigere due memorie che anticiperanno i primi approfonditi studi elettrici: il primo frutto di questi fu l’elettroforo perpetuo (1775), seguito, negli anni successivi, dalla scoperta e dallo studio del metano, sul quale pubblicò le Lettere sull’aria infiammabile nativa delle paludi (1777). Volta capì che il metano era legato alla decomposizione di sostanze animali e vegetali e ne scoprì l’infiammabilità, sia tramite fuoco che per scarica elettrica. L’analisi delle proprietà del metano lo portò alla realizzazione della “lampada perpetua di Volta”, una lampada ad aria infiammabile, della “pistola elettroglogopneumatica” (una pistola a metano e ossigeno che, attivata da una scintilla o una fiamma, era in grado esplodere verso l’esterno una palla) e altri strumenti. Nel 1778 Volta venne chiamato all’Università di Pavia quale docente di Fisica sperimentale, radunando numerosi studenti alle sue lezioni: non a caso, nel 1785, venne poi eletto dagli stessi rettore dell’Università. Nello stesso anno, nella lettera al naturalista De Saussure (conosciuto in Svizzera), introdusse il nuovo concetto di “tensione elettrica”. Il continuo e profondo interesse per l’elettricità lo portò agli inizi degli anni Ottanta all’invenzione del “condensatore di elettricità” e all’esposizione delle relazione tra tensione, capacità e carica elettrica: la quantità (di fluido) è in ragione composta della tensione della capacità. Studiando infatti il rapporto tra la carica di un elettroforo perpetuo e alcuni materiali poco conduttori, poté osservare che il primo mantiene e conserva la carica. Negli anni seguenti, proseguendo sulla stessa strada, si dedicò anche all’elettrometria, realizzando strumenti adatti alla misurazione (“elettrometri condensatori”, elettrometri con condensatori a piatti paralleli, separati da ceralacca, e “bilance elettrometriche”, bilance costituite da un piatto di ottone elettrizzato affacciato ad un secondo piatto non elettrizzato, fisso e isolato) e stabilendo misure elettriche standardizzate. Dal 1791 prese il via la disputa con Luigi Galvani (Istituto di scienze di Bologna), sostenitore della teoria del fluido elettrico animale: Volta si oppose a tale teoria sottolineando che nelle sperimentazioni attuate da Galvani, il risultato era determinato dalla differenza del metallo usato. A tal proposito, Volta distinse iconduttori metallici” e “conduttori umidi”. Galvani, con una serie di esperimenti, dimostrò di tutta risposta la trasmissione del “fluido elettrico” sia usando archi mono-metallici sia con il contatto diretto. Dopo alcuni studi dedicati ai vapori saturi (relativi alla densità e tensione dei vapori saturi, soprattutto rispetto alla temperatura) e l’approfondimento dell’uso dell’elettrometro condensatore (Sull’elettricità eccitata dal contatto dei conduttori dissimili), nel 1799, lasciata l’Università di Pavia (soppressa), giunse all’invenzione della pila (o “apparato elettromotore”)  annunciata con comunicazione alla Royal Society il 20 marzo 1800. L’invenzione fu messa in pratica collegando, prima calici, poi cartoni imbevuti di salamoia, collegati da metalli diversi, tra i quali, la coppia zinco-rame risultò quella migliore per la conduzione elettrica e la creazione della differenza di potenziale (effetto Volta). Due diversi conduttori metallici, infatti, posti a contatto a uguale temperatura, stabiliscono una differenza di potenziale in grado di determinare corrente elettrica. Reintegrato all’Università e nominato direttore del “Gabinetto di fisica“, Volta presentò la scoperta a Napoleone, che gli conferì la medaglia d’oro. Negli anni successivi seguirono le nomine a membro dell’Istituto Lombardo, membro della Legione d’Onore, senatore e conte del Regno d’Italia. Prima del ritiro ufficiale, avvenuto nel 1819, furono pubblicate le Opere di Volta (5 volumi) che sancirono il successo delle scoperte di Volta. Egli morì il 5 marzo 1827. Il “volt”, l’unità di misura della differenza di potenziale elettrico prende il nome da Alessandro Volta.

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Federica Gennari