L’8 luglio del 1978, con la più larga maggioranza mai registrata in una votazione, al 16° scrutinio con 832 voti su 995, viene eletto settimo Presidente della Repubblica Italiana.
Alessandro Pertini, noto come Sandro, (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990) fu un giornalista, partigiano e Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 9 luglio 1978 fino al 23 giugno 1985. Viene ricordato come il presidente simpatico con una sua salda fede nei principi di libertà, democrazia e rispetto delle persone che lo hanno portato in gioventù a essere un oppositore del regime di Benito Mussolini. L’opposizione che lo porta a diversi anni di prigionia nonché di numerosi pestaggi, e dell’esilio in Francia nel 1928.
Pertini nacque in una famiglia benestante, il padre era un proprietario terriero. Ha 4 fratelli: Luigi, Mario, Giuseppe e Eugenio, quest’ultimo si spegne il 25 aprile 1954 nel carcere di Flossenburg. Dopo aver frequentato il collegio dei Salesiani a Varazze, frequenta il liceo “Chiabrera” di Savona, e diviene collaboratore di “Critica Sociale” di Filippo Turati, cosa che sicuramente contribuisce l’avvicinamento all’ambiente e all’ideologia socialista.
Si laurea in giurisprudenza all’università di Genova e nel 1924 in scienze politiche a Firenze. Il 1924, è anche l’anno in cui entra in contatto con gli ambienti legati a Gaetano Salvemini e dell’interventismo democratico e socialista.
– Nel 1917, viene richiamato e inviato sul fronte dell’Isonzo e sulla Bainsizza; il suo ruolo è di sottotenente di complemento. Si distingue per un’azione particolarmente coraggiosa durante l’assalto al monte Jelenik e viene proposto per la medaglia d’argento al valore militare.
– Nel 1918, si espone in politica iscrivendosi al PSI.
– Nel 1922, dopo la marcia su Roma, il giovane avvocato diventa presto il bersaglio delle violenze squadriste, ma è l’assassinio di Matteotti che lo fa scendere in campo in modo caparbio e determinato: saranno anni duri di condanne, pestaggi ed esilio.
Il 22 maggio 1925 Sandro Pertini viene arrestato, e il 3 giugno viene condannato, a 8 mesi di carcere e al pagamento di un’ammenda, per diversi reati tra i quali quello di stampa clandestina. Infatti, aveva distribuito il foglio clandestino “Sotto il barbaro dominio fascista” nel quale rivendica la paternità di alcuni scritti antifascisti e sottolinea la responsabilità della monarchia per l’esistenza del regime fascista. Nel 1926, subisce la violenza più pesante finendo ricoverato all’ospedale, ferito in modo grave. Nel dicembre dello stesso anno, viene condannato a 5 anni di carcere per la proclamazione delle leggi eccezionali anti-fasciste.
Fu l’inizio del contatto di Pertini con altri personaggi che sono stati protagonisti della storia d’Italia di quegli anni: Filippo Turati e Antonio Gramsci, Giuseppe Saragat, Leo Valiani e Luigi Longo, con questi ultimi due organizzerà nell’aprile del 1945, l’insurrezione di Milano.
Ormai nella clandestinità, si dedica ad organizzare la fuga di Filippo Turati, leader del socialismo riformista, accompagnandolo in Corsica, mentre gli altri protagonisti dell’impresa Ferruccio Parri e Carlo Rosselli, vengono catturati e processati a Savona il 14 settembre 1927, infine condannati a 10 mesi di reclusione. Anche Turati e Pertini sono condannati, però in contumacia.
– Nel 1928, tra le azioni importanti di Sandro Pertini in esilio, ricordiamo la costituzione di una trasmittente radio vicino a Nizza, con la quale svolge la sua azione di propaganda contro il fascismo. Organizza ben presto il suo rientro in Italia che gli riesce con un passaporto falso: viene però catturato il 14 aprile 1929, dopo solo 20 giorni dal rientro in patria. Il 30 settembre del 1929, lo stesso anno, viene condannato a 10 anni e 9 mesi di reclusione, inizia per lui il carcere dove si ammala.
– Nel 1930 viene trasferito nella casa di malati cronici di Turi dove incontra un altro leader dell’antifascismo: Antonio Gramsci.
– Nel 1932, due anni dopo, viene trasferito nel sanatorio giudiziario di Pianosa e le sue gravi condizioni di salute portano la madre a chiedere la grazia per lui. Sandro Pertini respinge la richiesta rispondendole in toni durissimi. Tra i due si verifica una frattura.
Pertini rientra in libertà solo nell’agosto del 1943, dopo 14 anni. Gli anni del secondo conflitto mondiale vedono Sandro Pertini sempre attivo sulla scena politica, data la sua partecipazione alla costituzione del partito socialista, nel quale opera fino all’ottobre del 1943, quando di nuovo viene arrestato dai nazi-fascisti insieme a Giuseppe Saragat. Questa volta, viene condannato a morte ma, il 24 gennaio 1944, pochi mesi dopo, viene liberato grazie a un’azione dei partigiani. Tra i partigiani che incontra c’era anche la sua futura moglie Carla Voltolina, che allora operava come staffetta partigiana. Fece ritorno a Roma nel luglio 1944, dopo la liberazione della capitale da parte degli alleati.
– Nel 1945, divenne il segretario del partito socialista.
– Nel 1945 e 1946, fu il direttore dell’“Avanti!”.
– Nel 1968, viene eletto presidente della Camera dei Deputati e diviene presidente della Repubblica nel 1978.
Fu un uomo autorevole e intransigente, nessun capo di Stato o uomo politico italiano ha conosciuto all’estero la sua popolarità, grazie anche ad atteggiamenti di apertura ed eccezionale schiettezza nei suoi incontri diplomatici. Sandro Pertini riesce a riaccendere negli italiani la fiducia nelle istituzioni e a mettere in atto un’ aperta denuncia della criminalità organizzata e del terrorismo. Definì l’attività della Mafia come “la nefasta attività contro l’umanità”.
Una delle sue immagini più note e ricordate è quella di quando, sorridente ed esultante, dalla tribuna gioisce per la vittoria della nazionale di calcio italiana ai mondiali di Spagna del 1982.
Sandro Pertini si spegne il 24 febbraio del 1990 all’età di 94 anni.
David Zahedi