“Un uomo forte non ha bisogno del potere; un debole ne viene schiacciato”. (Nicola II).
Nicola II Romanov (Carskoe Selo, 6 maggio 1868 – Ekaterinburg, 17 luglio 1918), i suoi titoli sono: “Per Grazia di Dio, Imperatore e Autocrate di tutte le Russie, Zar di Polonia, di Mosca, di Kiev, di Vladimir, di Novgorod, di Kazan’, di Astrachan’ e della Siberia; Granduca di Finlandia e di Lituania; Erede di Norvegia; Signore e sovrano di Iberia, dell’Armenia e del Turkestan; Duca dello Schleswig-Holstein, dello Stormarn, di Dithmarschen e dell’Oldenburg”.
Suo padre Alessandro III e sua madre Marija Fëdorovna non potevano immaginare di aver messo al mondo colui che segnerà la fine dell’era, durata 372 anni, degli Zar di Russia. Infatti fu l’ultimo imperatore della Russia.
A San Pietroburgo, Nicola segue gli studi universitari di scienze politiche ed economiche e, al contempo, quelli militari presso l’Accademia. Nel novembre del 1894 è per lui un mese molto importante perché sale al trono e, subito dopo, sposa la granduchessina tedesca Alice d’Assia e del Reno. Nicola II si rivela inadeguato al ruolo ricoperto, data la sua debole personalità che ne fa un uomo esposto ad ogni tipo di influenza. Diviene succube della moglie, dei suoi ministri, di avventurieri e, soprattutto, del monaco Rasputin.
Insatura un saldo legame con la Francia; nel 1898-1899 promuove la conferenza dell’Aja per la pace. Nel 1901, acquista Port Arthur dalla Cina e, rassicurato sul fronte europeo, tenta un’espansione verso la Manciuria e la Corea che scatena una guerra con il Giappone, fra il 1904 ed il 1905, risoltasi in una disfatta.
Monta così in Russia un malcontento generalizzato che sfocia in una protesta di piazza soffocata con le armi. Lo zar viene invece investito da una serie di scioperi e moti di piazza che lo costringono a concedere libertà costituzionali ed un’Assemblea legislativa, la “Duma”, che egli scioglie e ricostituisce più volte.
Le proteste continuano, soprattutto da parte del partito Socialista, composto da un’anima moderata, i “menscevichi”, ed una oltranzista e comunista, i “bolscevichi”.
– Nel 1914, pesantemente plagiato dalle alte gerarchie militari, entra nella prima guerra mondiale contro Germania e Austria e ne riporta una nuova serie di amare sconfitte.
Questo ennesimo insuccesso miliare, unito ad una preoccupante situazione economica ed alla dilagante indigenza nel Paese, non fanno che risvegliare ed accrescere il malcontento fino allo scoppio della Rivoluzione antizarista. Nel marzo del 1917, è costretto ad abdicare. Una seconda rivoluzione, nel novembre successivo, porta al potere i bolscevichi che lo catturano e lo imprigionano ad Ekaterinburg.
Nella notte del 16 luglio 1918, prima di compiere cinquant’anni, per ordine dei Soviet, lo zar Nicola II Romanov viene fucilato insieme alla moglie ed ai figli Alessio, Olga, Tatiana, Maria ed Anastasia, nella cantina della prigione.
Uno sterminio, che segna la lunga storia degli Zar di Russia, e si apre una nuova fase per la Russia e per il mondo intero.
L’ultimo Zar, uomo di indole buona e pacifica, ha pagato con la sua vita e della sua famiglia. Oggi, dalla chiesa ortodossa russa, Nicola e la sua famiglia sono considerati Santi.
Francesco Murini