“Quando la vedi, non ti basta guardarla, avresti voglia di toccarla”.
(Franco Martinengo)
Duecentoquaranta esemplari, versioni speciali incluse. Il primo prototipo appare per le strade di Torino i primi mesi del 1954. C’è chi dice appartenesse a Giovanni Lancia in persona, prima che la famiglia per motivi economici fosse costretta a lasciare l’azienda e il paese.
Parlare dell’Aurelia B24 è parlare di un’auto che ha fatto la storia. Per molti una delle più belle auto italiane in assoluto, persino per i più afferrati detrattori del marchio Lancia è difficile negarne il fascino, la purezza e l’eleganza.
L’auto, firmata Pininfarina, custodisce i valori cardini della bellezza italiana: raffinatezza, equilibrio e cura nei dettagli. Il motore V6 fra i primi al mondo, è in grado di erogare 118 cavalli a regime massimo di 5200 giri. Un’emozione di guida senza precedenti, in grado di raggiungere i 175 km all’ora nei modelli più performanti.
L’Aurelia B24 è un’auto che non è semplicemente entrata nella storia, ma che la storia l’ha fatta. Fa da protagonista nel film di Dino Risi “Il sorpasso”, a cui in parte deve la sua fama e popolarità. È protagonista di una corsa folle alla guida dei due personaggi principali del film. Nella pellicola girata in bianco e nero vengono utilizzate due diverse B24, un’azzurra con interni beige, l’altra verde con i sedili più scuri. È un vero successo per la B24, tant’è che le targhe delle due vetture sono conservate ed entrarono a far parte della storia. Una leggenda la collega poi al drammatico incidente della “President Madison”, in cui un’immagine ritrae un lotto di una trentina di spider pronte per essere spedite in America. La nave affonda poi durante l’attraversamento il 25 luglio 1956, ma fortunatamente non trasportava nessuna B24.
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L’Aurelia B24 continua a far parlare di sé con la cabriolet di Pininfarina. Unica nel suo genere, è esposta nel salone di Ginevra nel 1957. Le linee sono ridisegnate. Perde il classico scudetto Lancia, in favore di un paraurti lineare e gli archi della coda sono più marcati. Non non perde però il suo fascino e la sua raffinatezza che l’hanno resa uno dei gioielli della storia automobilistica italiana. Il parabrezza panoramico stile Corvette americana, tanto in voga in quegli anni, il tettuccio scorrevole in plexiglass, portiere prive di maniglie e paraurti “ad ala”.
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L’auto non finisce di emozionare neppure sulle piste di gara. I modelli precedenti ottengono grandi successi anche a livello internazionale. Nel caso specifico della B24 spider gareggia nella categoria Turismo, Gran Turismo e sport, una nota di merito va alla corsa dell’ultima Mille Miglia del 1957. Una storia quindi segnata da successi sulle piste e nei saloni per un auto che ha fatto emozionare generazioni di italiani.
Francesco Veramini