Il conosciuto Zeppelin, dirigibile rigido perfezionato e prodotto in Germania dal conte e Generale Ferdinand von Zeppelin (Costanza, 8 luglio 1838 – Berlino, 8 marzo 1917), in realtà non fu il primo dirigibile rigido realizzato: il merito del primo modello va alla aeronave del 1897 dell’ inventore e pioniere dell’aviazione ungherese, David Schwarz (Zalaegerszeg, 20 dicembre 1852 – Vienna, 13 gennaio 1897), i cui progetti furono acquistati dal conte von Zeppelin.
Sembra che il conte e Generale Zeppelin si interessò alla costruzione di un “pallone dirigibile” dopo la Guerra franco-prussiana del 1870-1871, dove assistette all’uso di palloni da parte dei francesi, durante l’assedio di Parigi. Il conte era rimase affascinato dall’uso militare dei palloni nel 1863 durante la Guerra di secessione americana, alla quale aveva partecipato come osservatore militare per l’Unione. Iniziò ad interessarsi al progetto dirigibile poco dopo il suo ritiro dall’esercito nel 1890, all’età di 52 anni. Il 31 agosto 1895, ottenne un brevetto che comprendeva le seguenti caratteristiche principali:
- uno scheletro rigido in alluminio di forma snella, fatto da anelli e travature orizzontali;
- lo spazio per il gas suddiviso in tante piccole celle cilindriche;
- la possibilità di navigare usando timone e pinne di elevazione;
- due navicelle separate, collegate rigidamente allo scheletro;
- propulsori montati all’altezza della massima resistenza dell’aria;
- la possibilità di collegare diverse aeronavi come i vagoni di un treno.
Nel 1899, iniziò la costruzione del primo zeppelin su una piattaforma di assemblaggio galleggiante sul Lago di Costanza, nella Baia di Manzell, a Friedrichshafen. Il primo prototipo, l’LZ 1 (LZ sta per “Luftschiff Zeppelin”) aveva una lunghezza di 128 m, mosso da due motori a scoppio Daimler da 14,2 CV. Il primo volo di collaudo avvenne il 2 luglio 1900, terminata dopo soli 18 minuti per un guasto meccanico. I voli successivi si rivelarono di successo, battendo il record di velocità di 6 m/s dell’aeronave francese “La France” di ben 3 m/s. Ma nonostante le ottime prestazioni, non si presentarono investitori convinti e il Conte Zeppelin, con le risorse finanziarie completamente esaurite, fu costretto a disassemblare il prototipo e chiudere la compagnia.
Successivamente grazie ad alcuni entusiasti ed alle loro donazioni e i profitti di una speciale lotteria e qualche finanziamento pubblico e ad altri 100.000 marchi del conte von Zeppelin, venne realizzata la LZ 2, che decollò per la prima e unica volta il 17 gennaio 1906. Il volo inaugurale fu protagonista della rottura di entrambi i motori, costringendolo a un atterraggio forzato sulle Alpi dell’Algovia, dove venne danneggiato irrimediabilmente da una tempesta.
Il modello successivo, LZ 3, sulla quale sono state utilizzate tutte le parti ancora utilizzabili dell’LZ 2, fu il primo Zeppelin ad avere un reale successo, con un totale di 4.398 km in 45 voli, fino al 1908. A quasto punto la tecnologia risultò interessante anche per l’esercito tedesco, che comprò la LZ 3 e lo rinominò Z I, utilizzandolo fino al 1913.
L’esercito tedesco successivamente aveva mostrato l’interesse d’acquisto del LZ 4, ma condizionato al fatto che il dirigibile potesse rimanere in volo per 24 ore. Ma il 5 agosto 1908, durante il collaudo, lo LZ 4 fu vittima di una tempesta mentre era ancorato in una sosta intermedia a Echterdingen vicino a Stoccarda: esso si schiantò contro un albero, prese fuoco e finì incenerito.
Grazie ad uno spettatore nella folla iniziò una raccolta di donazioni che giunse all’impressionante cifra di 6.096.555 marchi. Il conte così poté fondare la Luftschiffbau Zeppelin GmbH e creare la Fondazione Zeppelin, con considerevole sicurezza economica.
Le caratteristiche principali dei vari Zeppelin rimasero inalterate durante gli anni di produzione, sempre dotate da una struttura rigida in alluminio, rivestita esternamente in tela trattata. All’interno vi erano più celle contenenti l’idrogeno ed esternamente vi erano installate le gondole motore, dove erano depositati i motori a scoppio. I Zeppelin destinati al servizio passeggeri erano dotati di prolungamenti della gondola. Queste caratteristiche generali furono riprese anche dagli altri costruttori di dirigibili rigidi in Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America e nella stessa Germania, dove, negli anni della prima guerra mondiale era attiva la “rivale” Schütte-Lanz.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, i dirigibili vennero usati anche come bombardieri e ricognitori d’altura. Dopo la prima guerra mondiale, nonostante le condizioni del Trattato di Versailles, gli zeppelin tornarono al successo grazie a Hugo Eckener (Flensburgo, 10 agosto 1868 – Friedrichshafen, 14 agosto 1954), che aveva preso la direzione della ditta dal 1917 dopo il conte von Zeppelin. Grazie a Eckener, maestro di pubbliche relazioni e abile capitano, lo Zeppelin riusci a riavere il prestigio di prima.
Gli aereomobili, con la Grande depressione e l’ascesa al potere del Partito Nazista, dopo oltre 30 anni di servizio, si avviarono verso la pensione per l’uso dei passeggeri.
A causa del pessimo rapport tra Eckener e i nazisti, La Zeppelin venne naziolizzata da parte del governo tedesco a metà degli anni ’30 per essere poi chiusa definitivamente dopo il disastro del LZ 129 Hindenburg, quando l’ammiraglia della Zeppelin prese fuoco in fase di atterraggio. E’ da sottolineare che, durante circa 30 anni di operatività, la Zeppelin fu considerata un’azienda di profitto e di record e di assoluta sicurezza fino al disastro dell’Hindenburg.
Nello stesso periodo la DELAG (Deutsche Luftschiffahrts-Aktiengesellschaft), altra compagnia di costruzione, manteneva rotte regolari dalla Germania agli Stati Uniti e al Brasile.
In mezzo a tante aziende produtrici dell’aereomobile, i 119 Zeppelin costruiti dal 1917 al 1938, i più conosciti sono quelli progettati e prodotti in Germania da chi gli ha dato il proprio nome. Il dirigibile di maggior successo di quel periodo fu l’LZ 127 Graf Zeppelin che percorse oltre un milione e mezzo di chilometri di navigazione, compresa la circumnavigazione del globo con un dirigibile, a tutt’oggi l’unica.
Francesco Veramini