Per il ciclo “le fotografie che hanno fatto la storia” proponiamo la fotografia di Laika, la cagnolina condannata a morte che ha commosso tutti.
Erano le 5.30 del 3 novembre del 1957 quando Laika, a bordo dello Sputnik 2, fu lanciata nello spazio verso una morte atroce, un esperimento che aveva come obiettivo valutare le condizioni di vita nello spazio in assenza di gravità.
Così la piccola Laika viene ricordata dalla la sua addestratrice, la biologa Adilya Kotovskaya: “Le ho chiesto di perdonarci e ho pianto quando l’ho accarezzata per l’ultima volta”.
Laika era una dei candidati randagi trovati nelle strade di Mosca, una cagnolina di piccola taglia di 3 anni di 6 kg. Tutti i cani vennero sottoposti ad un addestramento durissimo e in fine la sfortunata Laika fu considerata più idonea per l’esperimento e quindi alla condanna di morte che i scienziati avevano già previsto per la tecnologia obsoleta e non idonea del tempo.
Il suo addestramento consisteva nel abituarsi a vivere in una capsula di 80 cm, che diventava sempre più piccola. L’altra esercitazione consisteva nel far passare tutti gli animali candidati molto tempo in una centrifuga che simulava l’accelerazione e il rumore dei razzi, una vera e propria tortura per esseri inconsapevoli come i cani.
Al lancio effettivo, il battito cardiaco della piccola Laika accellerò, ma poi tornò nella norma. Dopo 9 orbite intorno alla terra, la temperatura della cabina iniziò a scaldarsi per via la scarsa copertura della navicella, raggiungendo i 40°, temperatura proibitiva che portò il cagnolino alla morte per disidratazione.
Ufficialmente venne divulgato che la causa della morte della piccola Laika era dovuta al cibo avvelenato messo nella navicella per evitarle una morte dolorosa. La dura realtà dei fatti viene a galla il 14 aprile del 58, quando il corpicino di Laika viene trovato carbonizzato all’interno della capsula recuperata al largo delle Antille.