Un fenomeno ai limite del surreale si riscontra nelle ultime stagioni durante le giornate milanesi della moda: pare che le vere sfilate, quelle che calamitano sguardi commenti attenzioni, si svolgano in realtà fuori dalle passerelle, cioè fra la variopinta ressa che marca l’ingresso e l’uscita delle sale in cui si svolgono le sfilate (quelle reali, cioè con le modelle vere e i vestiti campione che si potranno acquistare nei negozi da li a qualche mese). Si tratta dell’inarrestabile avanzata dei blogger, peggio dei funghi in collina dopo le pioggie autunnali: tipi generalmente bizzarri, un tutt’uno con la loro macchina fotografica per catturare i look più stravaganti e i tipi più eccentrici e postarli sui loro siti. E in tanti poi vanno a vederli, eccome, specie tra i più giovani, in cerca di idee per i loro acquisti. Ergo sull’imparzialità di queste nuove figure non c’è da metter mano sul fuoco, ma questa è un’altra storia. Fuori dai luoghi delle sfilate, dunque, è tutto un clic, chi si prostra, si sdraia, si accampa per meglio catturare il dettaglio o l’intera figura immortalata al meglio. Vien da sé che la scelta degli abiti di molte persone che assistono alle sfilate sembra richiedere più dedizione di quella che gli stilisti riservano nel metter in scena le loro ultime collezioni. E c’è chi ne fa un vero lavoro, sperando di trarne profitto dalla divulgazione della propria immagine o addirittura trasformandola in un brand, come nel caso della fashion editor di Vogue Japan Anna Dello Russo, grande catalizzatrice di flash e ora artefice di collezioni di accessori che portano il suo nome. Ma il sopraccitato aspetto surreale del fenomeno sta nella totale intercambiabilità tra il fotografante ed il fotografato, cioè questi tipi eccentrici si fotografano tutti tra di loro, in un gioco alle parti quasi pirandelliano.
E se si tornasse a parlare di bei vestiti? Del valore di quel ‘made in Italy’ così apprezzato nel mondo, che pare essere offuscato dalla fugacità delle molteplici immagini dalla discutibile sostanza.
GAIA DONDI