ELIO FIORUCCI, UN INNOVATORE DEL DESIGN

La sua moda è sempre in continua trasformazione. Notevole è la sua perspicacia, sempre alla ricerca di nuove materie prime da utilizzare per confezionare un vestito.
Elio Fiorucci (Milano, 10 giugno 1935 – Milano, 20 luglio 2015)
 è un innovatore del modo di vestire e di arredare del nostro tempo.
Fiorucci, sin da giovanissimo, inizia a lavorare nel negozio di famiglia specializzato nella vendita di pantofole. Nel 1962, inizia una propria attività di vendita di calzature.
Cinque anni dopo, nel 1967, arriva la grande svolta per la moda in generale.
 Apre un negozio, su progetto di Amalia Dal Ponte e inaugurato da Adriano Celentano, in Galleria Passarella, destinata a diventare più che famoso in tutto il mondo. Tre anni dopo, nel 1970, Italo Lupi disegna il celebre logo con gli angioletti vittoriani, oggi oggetto di numerosissime riproduzioni, segnando il successo di un logo che diventa opera d’arte esso stesso.
La carriera di Elio Fiorucci parte da una professionalità completa: è un stilista, talent scout, imprenditore e comunicatore. Fiorucci è più di uno stilista, più di un artista, è un filosofo in continua ricerca che si aggira nel mondo della produzione e dell’offerta di “cose” da acquistare con il talento del cercatore d’oro: studia, cerca, setaccia, incamera, eviscera nuove idee e giunge al successo.
E’ un frequentatore delle mostre d’arte in quanto sono luoghi dove avverte una certa creatività, una vita, una volontà di comunicare che ne ispira l’estro geniale che riversa nella produzione dei suoi capi.

Tutte le sue creazioni sono dei veri e propri trionfi: dall’arredo anticonformista alle lampade al quarzo iodio. Dal jeans alla maglietta di cotone, dalla borsa al bracciale, dagli occhiali agli abiti, tutte le referenze dell’universo dell’abbigliamento sono raggiunte e conquistate. 
Si distingue anche per il suo coraggio, lui osa.  Irrompe nelle abitudini tradizionali di abbigliamento, proponendo stravaganti pantaloni leopardati, impermeabili trasparenti e tantissimo colore. Ecco che tutti i giovani, di qualsiasi estrazione politica e sociale, di qualsiasi paese, vivono lo stile Fiorucci, segnando così una svolta nella storia della moda.
Si dedica con particolare attenzione all’abbigliamento giovanile, che sbancano tutti i punti vendita perché si sentono compresi, rispondono con grande positività al look trasgressivo del marchio Fiorucci, il cui messaggio si estende in tutto il mondo. 
Fa un grande utilizzo di tessuti plastificati e colorazioni particolari, fluorescenti e iridescenti, trova il perfetto connubio con i metalli poveri che per contrasto hanno un risalto senza pari. 
E’ inevitabile quindi il salto dalla dimensione del negozio a quella industriale: negli anni ’70 le proporzioni della Fiorucci toccano livelli internazionali a cui da’ una grande spinta l’apertura del negozio di New York, una vetrina sul mondo.


Francesco Murini