BUD SPENCER


Nel 1946, Carlo Pedersoli, a noi più noto come Bud Spencer (Napoli, 31 ottobre 1929 – Roma, 27 giugno 2016), il gigante buono, mentre
 si trovava a Roma, appena prima del referendum istituzionale, con suo zio Galeazzo Uccelli di perugia ed il dott. Cenciarini di Ascoli, futuri medici, allora tutti studenti monarchici, racconta:
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i quei tempi si vedevano i cinesi che facevano gli ambulanti vendendo, piegate sul braccio, cravatte in seta: “Una clavatta 1 lila, tle clavatte 2 lile“. Mio zio ed il dott. Cenciarini, i due con un poco di soldi in tasca, proposero ad un cinese, in cambio dell’acquisto in blocco della merce, di girare per Roma elogiando la Monarchia. Ma c’era un problema di comunicazione dato che il cinese sapeva solo dire “Una clavatta 1 lila, tle clavatte 2 lile”. A quel punto il “nostro gigante buono” che non aveva potuto contribuire con risorse economiche, risolse il problema costruendo alla meno peggio un cartello con su scritto: “Viva il Re”. Poi lo appese al collo del cinese raccomandandolo di girare per Roma con quel cartello. 
Quello di Bud Spencer, una vita vissuta degnamente, é stata una esistenza ben spesa, come sportivo, come attore e come essere umano. Parlava sei lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco. Considerava il napoletano la settima lingua. Era alto 193 cm, pesava alla nascita 6 kg per poi arrivare a 152 kg e portava 47 di scarpe.
Era attaccato alla sua famiglia, un padre e un marito presente ed affettuoso, sempre gentile con tutti. Ha fatto ridere diverse generazioni nei suoi film in coppia con Terence Hill, con il quale, nel 2010, ha ricevuto il David di Donatello alla carriera. Come nuotatore è stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 m stile libero, oltre ad essere stato più volte campione italiano di nuoto a stile libero e in staffetta.
Era nato in una famiglia benestante, da Rosa Facchetti, di origine bresciana, e da Alessandro Pedersoli, napoletano, nel rione di Santa Lucia, nello stesso palazzo dello scrittore Luciano De Crescenzo con cui nel 1935 inizia a frequentare le stesse scuole elementari. Si appassiona a diversi sport, dimostrando una grande predisposizione al nuoto, vincendo subito dei premi. Nel 1940, la famiglia Pedersoli lascia Napoli per motivi legati al lavoro del padre e si trasferisce a Roma, dove Bud inizia le scuole superiori ed entra a far parte di un club di nuoto. Concluse le scuole superiori con il massimo dei voti, non ancora diciassettenne, si iscrive all’Università di Roma alla facoltà di chimica. Nel 1947 la famiglia si trasferisce in Sud America, e Bud è obbligato ad abbandonare gli studi ed inizia a lavorare presso il consolato italiano nella citta brasiliana di Recife.
Verso la fine degli anni quaranta torna in Italia, dopo essere stato tesserato dalla S.S. Lazio Nuoto; si afferma ai campionati italiani di nuoto nello stile libero e nelle staffette miste.
Nel 1949 esordisce in nazionale e l’anno dopo viene convocato per i campionati europei di Vienna dove nuota in due finali, quinto nei 100 m e quarto con la staffetta 4×200 m.  
Nel 1950, nei cento metri stile libero entra nella storia per essere stato il primo italiano, con 59″5, a scendere il minuto netto, sia a Salsomaggiore in vasca da 25 metri che a Vienna. 
Nel 1951 ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto vince due medaglie internazionali nel nuoto: secondo sia nei 100 m che con la 3×100 metri mista.
È stato anche giocatore di rugby come seconda linea. Nel frattempo riprende gli studi, infatti si iscrive nuovamente all’Università di Roma, alla facoltà di Giurisprudenza, successivamente studierà anche Sociologia, non portandoli però a termine.
Conosciuto come sportivo, per il suo fisico massiccio e imponente viene richiesto dal mondo del cinema. Debutta nel cinema, quasi per caso, nella grande produzione hollywoodiana Quo vadis?, impersonando un peplum della guardia dell’impero romano. Successivamente continuerà occasionalmente a recitare in piccole parti, la più nota delle quali è quella nella pellicola “Un eroe dei nostri tempi” diretto da Mario Monicelli, che lo vede contrapposto ad Alberto Sordi nei panni di Nando, fidanzato manesco e nerboruto della giovane Marcella, interpretata da Giovanna Ralli.
Nel 1954, insieme a Raf Vallone (Tropea, 17 febbraio 1916 – Roma, 31 ottobre 2002), fa parte del cast di “Siluri umani”, diretto da Antonio Leonviola , un film di guerra che rievoca alcuni aspetti particolari della guerra sul mare.
Nello stesso periodo, continua ad indossare i colori italiani ai Giochi della XV Olimpiade di Helsinki nel 1952 la gara dei 100 metri stile libero. Dopo i Giochi olimpici, insieme ad altri promettenti atleti, viene invitato alla Yale University, e trascorre alcuni mesi negli Stati Uniti.
Nel 1955 viene convocato ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona come pallanuotista, vincendo la medaglia d’oro.
Nel 1956, l’anno seguente, partecipa ai Giochi della XVI Olimpiade a Melbourne in cui nei 100 metri stile libero partecipa alla semifinale.
A questo punto, Bud decide di dare una svolta alla sua vita, perché secondo le sue parole “ero stanco della vita ai Parioli”.
Così ritorna in Sud America e rivoluziona le sue priorità. Per nove mesi lavora in un’impresa statunitense impegnata nella costruzione di una strada di collegamento tra Panamá e Buenos Aires, la Panamericana. Dirà più tardi: “quella vita tanto dura gli fece “ritrovare se stesso, nei limiti e nelle potenzialità”. Subito dopo passa fino al 1960 alle dipendenze dell’ Alfa Romeo di Caracas, con cui disputa, come pilota, la Caracas-Maracaibo. Nel frattempo fa anche parte della squadra venezuelana di nuoto. 
Nel 1960 torna a Roma e partecipa alle Olimpiadi di Roma dello stesso anno. Successivamente sposa Maria Amato, figlia di Giuseppe Amato, un noto proprietario di sale cinematografiche, nonché produttore cinematografico.
Bud, non interessato al grande schermo, firma un contratto con l’etichetta musicale RCA, scrivendo i testi per noti cantanti italiani, come Ornella Vanoni e Nico Fidenco e anche qualche colonna sonora.
Nel 1961 nasce Giuseppe, il primo figlio, al quale segue nel 1962 Christiana. Nel 1964 il suo contratto con la RCA scade e muore il suocero. E’ obbligato a cambiare attività e diventa un produttore di documentari per la Rai.
Nel 1967 Giuseppe Colizzi gli offre un ruolo in un film che accetta con qualche esitazione. Bud racconta infatti di avere inizialmente rifiutato la parte a causa della paga bassa, 1 milione di lire, di fronte alla sua richiesta di 2 milioni di lire dovuta alle quattro cambiali in scadenza. Anche il colloquio con il regista non era stato incoraggiante: non si faceva ancora crescere la barba e non sapeva andare a cavallo. Nonostante questo il regista non riuscì a trovare nessuno con la sua struttura fisica, pertanto presto lo richiamò e gli offrì la parte alle condizioni richieste. Sul set conosce il suo partner di lavoro storico, un certo Mario Girotti, il futuro inseparabile compagno noto come Terence Hill (Venezia, 29 marzo 1939). Il film Dio perdona… io no!, la prima pellicola della coppia, diventa poi nel tempo inossidabile per questo genere di produzioni.
Ai due attori viene consigliato di cambiare i propri nomi, considerati “troppo italiani” per un film western e per fare colpo a livello internazionale. Carlo Pedersoli diventa Bud Spencer, in omaggio all’attore Spencer Tracy e giocando con ironia sul nome della birra Budweiser, commercializzata in Italia come Bud, mentre Mario Girotti sceglie il suo da una lista di venti nomi inventati. I due girano insieme 18 film, 16 dei quali come coppia protagonista. In effetti in Annibale del 1959, Bud e Terence recitarono in scene separate senza mai incontrarsi sul set.
Nel 1970 la coppia gira lo spaghetti-western “Lo chiamavano Trinità…”, diretto da E.B. Clucher, all’anagrafe Enzo Barboni, diventato nel tempo un vero e proprio film cult, non solo in Italia, con grandissimo successo in Germania.
Nel 1971, l’anno seguente, arriva la consacrazione definitiva con il sequel del film “…continuavano a chiamarlo Trinità”, sempre diretto da E.B. Clucher, consacrando i due come star internazionali.
Bud Spencer sperimenta anche altri generi cinematografici: il thriller, lasciandosi dirigere da Dario Argento in 4 mosche di velluto grigio del 1971, e il dramma di denuncia civile con Torino nera  del 1972 diretto da Carlo Lizzani, ma con minor successo rispetto alla popolarità internazionale delle pellicole con Terence Hill.
Nel 1972 nasce Diamante, la terza figlia di Bud, che diverrà anch’essa attrice, lavorando col nome d’arte di Diamy Spencer insieme al padre in Superfantagenio del 1986 di Bruno Corbucci e Un piede in paradiso del 1991 diretto da E.B. Clucher.
Nel 1973, sempre diretto da E.B. Clucher, lo vediamo a fianco di Giuliano Gemma (Roma, 2 settembre 1938 – Cerveteri, 1º ottobre 2013) in “Anche gli angeli mangiano fagioli”. 
Nello stesso anno inizia anche la fortunata tetralogia di Piedone lo sbirro, come Piedone a Hong Kong del 1975, Piedone l’africano del 1978, e infine Piedone d’Egitto del 1980, nata da una sua stessa idea, per la regia di Steno, nome d’arte di Stefano Vanzina (Roma, 19 gennaio 1915 – Roma, 13 marzo 1988), indimenticato re della commedia all’italiana.
Negli stessi anni il collaudato sodalizio con Terence Hill prosegue con “…più forte ragazzi!” del 1972, “…altrimenti ci arrabbiamo!” del 1974 e “Porgi l’altra guancia” del 1974, consacrandosi come i più visti nelle sale cinematografiche italiane. Sei anni dopo il successo dei due Trinità, i due tornano ad essere diretti da E.B. Clucher in “I due superpiedi quasi piatti”  del 1977, riscuotendo ancora una volta un buon successo di pubblico.

Nel 1978 girano “Pari e dispari” e Nel 1979 “Io sto con gli ippopotami”, un altro film cult, diretto da Italo Zingarelli. Nel 1979, Bud riceve il premio Jupiter come star più popolare in Germania; l’anno seguente torna al genere western, dopo dieci anni, dopo l’ultima esperienza con la pellicola “Occhio alla penna”.
Nel 1999, pochi giorni dopo il trionfo di Roberto Benigni a Los Angeles nella notte degli Oscar per La vita è bella, la popolare rivista statunitense TIME pubblica una classifica degli “attori italiani più famosi del mondo” nella quale Bud Spencer occupa il primo posto, seguito da Terence Hill al secondo.
Nel 1994, dopo una decina d’anni dal loro ultimo film insieme, dopo diversi progetti andati a vuoto, la coppia si riunisce senza troppa fortuna sul set di “Botte di Natale”, un per regia dello stesso Terence Hill. Nello stesso periodo, Bud Spencer riscuote un grande successo con le serie televisive “Big Man” del 1988, “Detective Extralarge” del 1991-1993 e “Noi siamo angeli” del 1997; nello stesso anno fa un cameo nel film “Fuochi d’artificio” di Leonardi Pieraccioni (Firenze, 17 febbraio 1965).
Nel 1989 riceve il Telegatto per Big Man, considerato il miglior telefilm italiano della stagione.
Nel 1992 si aggiudica un Telegatto per “Detective Extralarge”, considerato il miglior telefilm italiano della stagione e un altro telegatto assieme a Terence Hill per l’altissimo share dei film della coppia trasmessi in Tv nel 1991.
Partecipa alle produzioni spagnole “Al limite” del 1997 e “Figli del vento” del 1999, a quella australiana “Tre per sempre” del 2002 e a quella tedesca “Tesoro, sono un killer” del 2009, tornando a lavorare in Italia come protagonista del film TV “Padre Speranza” del 2001, pilota di una serie poi mai realizzata mandato in onda su Rai 2 nel 2005, e della serie televisiva di Canale 5 “I delitti del cuoco” del 2010.
Nel 2003 dimostra lodevoli qualità come attore drammatico, partecipando dalla pellicola “Cantando dietro i paraventi” diretto da Ermanno Olmi.
Nel 2007 partecipa a uno spot Natalizio per la Melegatti, impersonando Babbo Natale, e nel 2009 a uno per la banca spagnola Bancaja, mentre nel 2008 a un cortometraggio dal titolo “Pane e olio”.
Insieme a Terence Hill, il 7 maggio 2010 riceve il David di Donatello alla carriera.
Bud Spencer aveva anche la passione del volo; nel 1975 consegue la licenza di pilota di elicottero per l’Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti. Il suo primo volo avviene sul set di “…più forte ragazzi!”: Bud, dopo aver visto in diverse scene realizzate da stuntman-pilota, su propria iniziativa e lasciando tutti di stucco tutti, spicca il volo con l’aereo manovrando i comandi da solo e senza aiuti. Lo stesso Bud Spencer ricorda il terrore del produttore in quei momenti fino all’atterraggio “a quaglia”, effettuato a “balzi” sulla pista fino all’arresto totale del veicolo, fortunatamente riuscito. Dopo quest’esperienza Bud coltiverà la passione per il volo; con un brevetto sia per l’elicottero, con 1.000 ore di volo, sia per gli aerei, con 2.000 ore di volo e che ha continuato a pilotare fino alla sua morte
Nel 1976 vediamo Bud Spencer anche imprenditore; lancia una linea di jeans. Mentre nel 1981 è tra i soci fondatori della compagnia aerea Mistral Air, attualmente di proprietà di Poste italiane. In merito ha dichiarato: “Era una compagnia molto piccola, con appena tre aeroplani. Di fatto, l’avventura dura poco perché non la potevo supportare”. Da non dimenticare anche il suo amore per la musica; nel 1977 scrive alcune canzoni per il suo film “Lo chiamavano Bulldozer” insieme ai fratelli De Angelis, in arte Oliver Onions, delle quali una viene da lui stesso interpretata durante il film. 
Nel gennaio del 2007 la FIN gli concede i brevetti di allenatore di nuoto e pallanuoto, iscrivendolo all’Associazione Nazionale Tecnici di nuoto. 
Nel 2010 pubblica la sua biografia ufficiale, intitolata “Altrimenti mi arrabbio”: la mia vita, scritta assieme a Lorenzo De Luca, già sceneggiatore in tre dei suoi serial-TV summenzionati, e curata dal biografo David De Filippi.
Nel 2011 pubblica la seconda parte della biografia espressamente per il mercato tedesco, scrivendola nuovamente con Lorenzo de Luca. 
Nel 2014 é l’anno del suo terzo libro, “Mangio ergo sum”, in cui mescola filosofia e gastronomia, scritto nuovamente a quattro mani con De Luca, con prefazione dell’amico Luciano De Crescenzo: “Il libro nasce dalla sua sincera passione per il cibo e per la filosofia”.
L’attore aveva dichiarato: adoro mangiare e per questo non ho mai seguito una dieta, nonostante sia arrivato a pesare anche 156 kg. Inoltre, mi sono sempre dilettato nella lettura dei filosofi: da Platone ad Aristotele, da Cartesio a Kant. Nel libro similo la prescrizione del medico a stare a stecchetto per un paio di settimane, un vero calvario! La sera, mentre mi rigiro nel letto per colpa della fame, mi vengono a trovare i maggiori filosofi per un dialogo divertente, ma allo stesso tempo profondo. Il titolo è un chiaro riferimento a Cartesio, che ha rivoluzionato la storia del pensiero dicendo “cogito ergo sum”, ovvero “penso, dunque sono”. Ma io credo che sarebbe più corretto affermare: “Mangio, dunque sono”, perché non solo siamo quello che mangiamo, ma se non mangiamo non siamo e non pensiamo».
Nel suo impegno politico è sempre stato di destra e si è candidato alle Elezioni regionali italiane del 2005 nel Lazio, a sostegno del presidente uscente Francesco Storace, nelle liste di Forza Italia, senza tuttavia essere eletto, nonostante quasi 4000 voti. Alle elezioni comunali a Roma del 2013 ha sostenuto la candidatura di sua figlia Cristiana con Il Popolo della Libertà.
Il 27 giugno del 2016, è stata annunciata la sua morte dal figlio Giuseppe così:”Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata grazie”.
In un’intervista aveva dichiarato: “Non temo la morte. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore. C’è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: Futtetenne, ovvero fregatene”. 

Il 27 dicembre 2008, di iniziativa della presidenza del consiglio dei ministri, gli é stato insignito il titolo del Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
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Alessia Marcon
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Filmografia
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Cinema:

  • Bud Spencer in Al di là della legge (1968) senza la sua caratteristica barba.
  • Bud Spencer e Terence Hill in Lo chiamavano Trinità… (1970).
  • Bud Spencer e Giuliano Gemma in una scena del film Anche gli angeli mangiano fagioli (1973).
  • Terence Hill e Bud Spencer in un scena del film … altrimenti ci arrabbiamo! (1974).
  • Bud Spencer in Pari e dispari (1978).
  • Quel fantasma di mio marito, regia di Camillo Mastrocinque (1950) – Non accreditato
  • Quo vadis? (Quo Vadis), regia di Mervyn LeRoy (1951) – Non accreditato[33]
  • Siluri umani, regia di Antonio Leonviola (1954) – come Carlo Pedersoli
  • Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955) – come Carlo Pedersoli
  • Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957) – Non accreditato
  • Il cocco di mamma, regia di Mauro Morassi (1957) – come Carlo Pedersoli
  • Annibale, regia di Carlo Ludovico Bragaglia ed Edgar G. Ulmer (1959) – come Carlo Pedersoli
  • Dio perdona… io no!, regia di Giuseppe Colizzi (1967)
  • Oggi a me… domani a te!, regia di Tonino Cervi (1968)
  • Al di là della legge, regia di Giorgio Stegani (1968)
  • I quattro dell’Ave Maria, regia di Giuseppe Colizzi (1968)
  • Un esercito di 5 uomini, regia di Italo Zingarelli (1969)
  • La collina degli stivali, regia di Giuseppe Colizzi (1969)
  • Gott mit uns (Dio è con noi), regia di Giuliano Montaldo (1970)
  • Lo chiamavano Trinità…, regia di E.B. Clucher (1970)
  • Il corsaro nero, regia di Lorenzo Gicca Palli (1971)
  • …continuavano a chiamarlo Trinità, regia di E.B. Clucher (1971)
  • Quattro mosche di velluto grigio, regia di Dario Argento (1971)
  • Si può fare… amigo, regia di Maurizio Lucidi (1972)
  • Torino nera, regia di Carlo Lizzani (1972)
  • …più forte ragazzi!, regia di Giuseppe Colizzi (1972)
  • Una ragione per vivere e una per morire, regia di Tonino Valerii (1972)
  • Anche gli angeli mangiano fagioli, regia di E.B. Clucher (1973)
  • Piedone lo sbirro, regia di Steno (1973)
  • … altrimenti ci arrabbiamo!, regia di Marcello Fondato (1974)
  • Porgi l’altra guancia, regia di Franco Rossi (1974)
  • Piedone a Hong Kong, regia di Steno (1975)
  • Il soldato di ventura, regia di Pasquale Festa Campanile (1976)
  • Charleston, regia di Marcello Fondato (1977)
  • I due superpiedi quasi piatti, regia di E.B. Clucher (1977)
  • Piedone l’africano, regia di Steno (1978)
  • Lo chiamavano Bulldozer, regia di Michele Lupo (1978)
  • Pari e dispari, regia di Sergio Corbucci (1978)
  • Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre, regia di Michele Lupo (1979)
  • Io sto con gli ippopotami, regia di Italo Zingarelli (1979)
  • Piedone d’Egitto, regia di Steno (1980)
  • Chissà perché… capitano tutte a me, regia di Michele Lupo (1980)
  • Occhio alla penna, regia di Michele Lupo (1981)
  • Chi trova un amico, trova un tesoro, regia di Sergio Corbucci (1981)
  • Banana Joe, regia di Steno (1982)
  • Bomber, regia di Michele Lupo (1982)
  • Cane e gatto, regia di Bruno Corbucci (1983)
  • Nati con la camicia, regia di E.B. Clucher (1983)
  • Non c’è due senza quattro, regia di E.B. Clucher (1984)
  • Miami Supercops – I poliziotti dell’8ª strada, Bruno Corbucci, (1985)
  • Superfantagenio, regia di Bruno Corbucci (1986)
  • Un piede in paradiso, regia di Enzo Barboni (1991)
  • Botte di Natale, regia di Terence Hill (1994)
  • Fuochi d’artificio regia di Leonardo Pieraccioni (1997)
  • Al limite, regia di Eduardo Campoy (1997)
  • Figli del vento, regia di José Miguel Juarez (1999)
  • Cantando dietro i paraventi, regia di Ermanno Olmi (2003)
  • Pane e olio, regia di Giampaolo Sodano (2008)
  • Tesoro, sono un killer, regia di Sebastian Niemann (2009)

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Televisione:

  • Big Man – serie TV, (1987)
  • Detective Extralarge – serie TV, (1991-1993)
  • Extralarge 2 – serie TV, (1993)
  • Noi siamo angeli – serie TV, (1997)
  • Tre per sempre – Miniserie TV, regia di Franco di Chiera (2002)
  • Padre Speranza – Film TV, regia di Ruggero Deodato (2005)
  • I delitti del cuoco – serie TV, (2010)

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Discografia
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Album:
2016 – Futtetenne
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Singoli:
1978 – Cock A Doodle Doo/My Name Is Zulu con gli Oliver Onions
1979 – Grau-Grau-Grau/Freedom con l’Orchestra Walter Rizzati
2003 – Futtetenne