E nata in un piccolo paese nel nord-ovest dell’Irlanda, in una delle aree in cui si parla la lingua gaelica e si conservano le antiche tradizioni celtiche, è considerata una delle cantanti che ha venduto più dischi al mondo durante la sua ormai lunga carriera.
Il suo nome d’arte è Enya. Deriva da una approssimazione fonetica della pronuncia in lingua gaelica irlandese del vero nome della cantante e musicista, Eithne Patricia Ní Bhraonáin (Gweedore, 17 maggio 1961).
Figlia d’arte, quinta di nove figli, coltiva la passione per la musica grazie alla mamma Baba che svolgeva la professione di maestra di musica, mentre il padre Leo, era gestore di un pub a Meenalech e suonava da anni in una banda di musica tradizionale irlandese.
Proprio grazie alle sue origini, la cantante nei suoi 20 anni di carriera ha regalato al mondo affascinanti brani di musica celtica unita alla sua preparazione classica.
– Nel 1980, entra a fare parte come vocalist nel “The Clanned”, gruppo di musica irlandese con richiami al jazz, fondato da tre dei suoi fratelli, insieme a due zii.
– Nel 1982, dopo la pubblicazione di due album, “Crann Ull” e “Fuaim”, Enya lascia il gruppo e si trasferisce ad Artane, una piccola cittadina a nord di Dublino, insieme a Nicky Ryan e la moglie Roma, entrambi originari di Belfast e proprietari di uno studio di registrazione. Nicky Ryan aveva già collaborato con i Clanned conosceva le capacità vocali di Enya. Con un certo aiuto, avrebbe potuto intraprendere una buona carriera solista.
– Nel 1984, esegue il suo primo lavoro da solista, la colonna sonora del film “The Frog Prince”.
– Nel 1986, ottiene l’incarico dalla BBC, ovvero la creazione del sound-track per alcuni documentari sulla civiltà celtica; in seguito a questa opportunità, la cantante irlandese pubblicò il disco “Enya”. Questo album scalò le classifiche irlandesi arrivando al numero 1. Da qui comincia la carriera di Enya come solista, una carriera che l’ha sempre vista ad alti livelli, fino a partecipare, ad esempio, anche all’album dell’illustre conterranea Sinead O’Connor, “The Lion and the Cobra”, in cui legge in irlandese un passo della Bibbia nella canzone “Never Get Old”.
– nel 1988, arrivò il vero successo con l’album “Watermark”, un capolavoro che ha sbancato letteralmente le classifiche di vendita, oltre dieci milioni di copie nel mondo. Il lavoro fruttò disco di platino in 14 paesi, anche grazie al singolo “Orinoco Flow” che, pur nella semplicità di un ritornello ripetuto, colpisce per la vivacità e per l’architettura dei suoni. Questo pezzo è ancora oggi indubbiamente il suo brano più celebre.
– Nel 1991, con “Shepherd Moons” vende circa undici milioni di copie, conferma il successo di Enya e rimane nella classifica del settimanale americano “Billboard” per quasi quattro anni!
– Nel 1992, la dolce melodia di “Caribbean Blue” conquista la critica, che la porta a vincere il Grammy come “Miglior Album New Age”.
– Nel 1995, presenta lo splendido “The Memory of Trees”.
– Nel 2000, è la volta di “A Day Without Rain”, con cui nel 2002, vince ancora un Grammy per il “Miglior Album New Age”.
– Nel 2002, pubblica “Only Time – The Collection”, una raccolta di 4 CD che contiene sulla carriera di Enya. Un monumento discografico per una record-woman delle musica di sempre.
– Nel 2005, pubblia il disco “Amarantine”, titolo dedicato all’amaranto, “il fiore che non appassisce mai”, come lei stessa spiega.
– Nel 2008, esce il suo disco “And Winter Came…”.
– Nel 2011, nel periodo del suo 50º compleanno, ha venduto più di 75 milioni di album ed attualmente la sua fortuna é stimata circa 94.000.000. di euro.
– Nel 2015, precisamente il 9 ottobre, esce un nuovo singolo, Echoes in Rain, che anticipa Dark Sky Island, il suo ottavo album in studio, il suo primo album dopo sette anni. L’album, pubblicato il 20 novembre 2015, contiene come di consueto brani in diverse lingue, tra cui l’inglese, il latino e il loxian, linguaggio fittizio creato da Roma Shane Ryan nel 2005, ispirato dai linguaggi tolkeniani usati da Enya nei brani contenuti nella colonna sonora del film di Peter Jackson La Compagnia dell’Anello, e utilizzata per la prima volta in due brani del suo album del 2005 Amarantine.
Roma Ryan ha scritto inoltre un libro in cui descrive il Loxian, chiamato Water Shows The Hidden Heart.
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Sergio Segalini