L’IMMENSITÀ DI MINA

Quella di Mina Maria Mazzini è la voce che ha segnato un’epoca. Nata a Cremona, il 25 marzo 1940 a Busto Arsizio, Mina rappresenta il simbolo di un’età dell’oro italiana, quella degli anni ’60, che difficilmente generazioni passate e future riusciranno a dimenticare. La cantante, considerata tra le più grandi di tutti i tempi, è classificabile come soprano drammatico d’agilità, cioè un soprano specializzato sia nel canto di forza sia in quello di coloratura; oltre alla preparazione tecnica solida, Mina si è sempre distinta per le doti interpretative che fanno in modo di coinvolgere l’ascoltatore e consentono all’artista di affrontare generi musicali spesso distanti tra loro.
La soddisfacente carriera di Mina inizia alla fine degli anni ’50 e dura, quindi, da più di mezzo secolo, come testimoniato dagli oltre 1400 brani da lei interpretati e dai 150 milioni di dischi venduti, oltre che dall’apprezzamento esplicitamente espresso da artisti quali Frank Sinatra, Louis Armstrong, Maria Callas, Luciano Pavarotti e persino il pittore Giorgio de Chirico.
Molto presente sulle scene italiane fino al 1978, da quell’anno la cantante decide di scomparire alla vista del pubblico per continuare la carriera solo attraverso le sue produzioni musicali, senza più mostrarsi ma incidendo dischi e lavorando in radio e per la stampa. L’ultima apparizione per così dire “pubblica” dell’artista risale al 2001, quando si è fatta riprendere nel suo studio di registrazione a Lugano mentre incideva un nuovo disco.
La passione per il canto è radicata in Mina fin dalla giovinezza, probabilmente ispirata e tramandata dalla nonna Amelia (cantante lirica), e porta la giovane ad abbandonare addirittura gli studi per dedicarsi interamente all’attività canora.
Nell’estate del 1958, dopo lo spettacolo dell’idolo del momento Don Marino Barreto Jr, alla Bussola di Forte dei Marmi (dove era solita andare in vacanza con i genitori), prende per gioco il microfono ed improvvisa un breve spettacolo canoro cantando “Un’anima pura”, sorprendendo tutti con la sua voce forte e sicura.
La carriera vera e propria per la giovane artista inizia proprio quell’anno con il suo proporsi come cantante a un gruppo, gli “Happy Boys”, presente a Cremona (dove Mina si è trasferita con la famiglia all’età di 3 anni) negli anni’50 e attivo sia in Italia che all’estero. Esibendosi con loro, Mina viene scoperta da un discografico della Italdisc, il quale le fa incidere due canzoni in inglese con lo pseudonimo Baby Gate,”Be Bop a Lula” e “When” ed altre due in italiano con il nome di Mina, “Non Partir” e “Malatia”.
Facendosi strada con il genere “rock-urlato” che tanto andava di moda negli anni ’50, nel 1959 la cantante si esibisce ne “Il Musichiere”, programma televisivo che la fa conoscere al grande pubblico e porta il suoi brani in cima alle classifiche. In particolare ricordiamo la sua interpretazione di “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli.
Il rock & roll verrà abbandonato da Mina dopo il mancato successo al Festival di Sanremo del 1960 e la porta a dedicarsi ad un genere più soft che evidenzi meglio le sue doti di vocalista.
La carriera di Mina va a gonfie vele, mentre sul fronte sentimentale per la cantante cremonese le cose non procedono altrettanto bene. S’innamora di Corrado Pani, attore italiano sposato, e resta incinta creando uno scandalo che la porta ad essere estromessa dalla televisione perchè considerata una “peccatrice.” Il pubblico però non abbandona mai Mina e l’ostracismo televisivo dura solo un anno, passato il quale l’artista diventa la regina dei varietà televisivi italiani.
Nel 1970, finita ormai la storia con Pani, Mina sposa il giornalista Virgilio Crocco, dal quale avrà la figlia Benedetta. Il periodo di felicità però dura poco, nel 1972 il marito della cantante muore in investito da un pirata della strada in America in circostanze poco chiare.
Il 1974 è l’anno dell’ultimo show televisivo di Mina, Milleluci (con l’emergente Raffaella Carrà) che può anche essere considerato l’ultimo grande show televisivo italiano. Dopo un primo ritiro di quattro anni, la cantante si esibisce dal vivo alla Bussola, in Versilia, siamo nel 1978 e questa è l’ultima volta che la grande artista verrà vista dal suo amato pubblico, che anche in quest’occasione l’apprezzò oltre ogni aspettativa.
Verso la fine degli anni ’70 Mina si lega sentimentalmente all’amico cardiochirurgo Eugenio Quaini, che sposa a Lugano nel 2006 dopo molti anni di convivenza.
Nonostante il ritiro dalle scene, in seguito molte delle sue canzoni diventano grandi successi, tra cui “Anche un uomo” del 1979 (sigla della riedizione del quiz Lascia o raddoppia?), “Morirò per te”, che nel 1982 entra nei primi 100 singoli della classifica dance americana di Billboard.
Simbolo indiscusso di un’Italia delle meraviglie, il contributo di Mina alla nazione viene riconosciuto anche ufficialmente dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, che nel 2001 le conferisce l’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica.
Figura sfumata in un alone di presenza ormai solo vocale, Mina resta, con i suoi 72 anni, tra le più grandi personalità del Novecento italiano, continuando a scrivere pezzi di storia e collaborando con grandi artisti, senza tralasciare di stare al passo con i tempi. La cantante non ha mancato di creare un sito personale e una pagina Facebook su cui condividere i propri pensieri con i molti fans.
Nella sua lunghissima carriera (non ancora conclusa), lo ricordiamo, la “Tigre di Cremona” ha collaborato con artisti quali Adriano Celentano (con cui ha inciso il suo disco di maggior successo Mina Celentano), Giorgio Gaber, Walter Chiari, Lucio Battisti e Mogol. Solo per citarne alcuni.
Il 13 novembre 2012 è uscita una raccolta-tributo a Giorgio Gaber a cui Mina ha partecipato, a dimostrazione che la grande artista non ha ancora intenzione di abbandonare il canto e tutto quello che per lei rappresenta.
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Daisy Viviani.