La Divina. Così i numerosi fans di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (nome completo di Maria Callas) hanno soprannominato la donna divenuta simbolo indiscusso della lirica degli anni ’50 e ’60.
Maria Callas nasce il 2 dicembre 1923 a New York da genitori greci, durante l’infanzia coltiva la passione per il canto e la musica grazie a lezioni private e nel 1937, dopo il divorzio dei genitori e il ritorno in Grecia, entra al conservatorio di Atene dove dove si diploma in canto, pianoforte e lingue, studiando con il soprano italiano Maria Trivella.
Nel 1939 ottiene il primo ruolo completo da primadonna: Santuzza in Cavalleria Rusticana di Piero Mascagni vincendo il premio messo in palio dal conservatorio.
Durante il secondo conflitto mondiale, nella Grecia occupata dai nazisti, la Callas, impegnata a mantenere sé e la famiglia con i più disparati mestieri, si adegua a cantare in tutti i locali, anche di infimo ordine. Nasce così, da una profonda passione per il canto, il mito del soprano e attrice dal carattere scontroso e controverso.
Finita la guerra, nel 1945, la cantante decide di tornare negli Stati Uniti, dove assume il cognome Callas, e ritrova il padre. La decisione di partire è sicuramente influenzata dalle durissime condizioni della Grecia coinvolta nel conflitto mondiale, ma anche dal consiglio di Elvira de Hidalgo che la voleva in Italia, paese perfetto per la sua carriera.
Pur sapendo delle possibilità italiane, la Callas esita per lungo tempo e arriva nel Bel Paese solo nel giugno del 1947, spinta dal desiderio di lavorare con Tullio Serafin, importante direttore del tempo.
In Italia conosce grandi personaggi dell’ambito lirico-musicale, ma soprattutto il suo futuro marito: Giovanni Battista Meneghini, possessore di una fiorente industria di laterizi e grande appassionato di lirica. Grazie alle conoscenze e al sostegno del marito, dopo la prima esperienza veneta, la Callas comincia a sognare la Scala di Milano. Per arrivarci dovrà conquistare (e così farà) una figura imperante dell’epoca: Arturo Toscanini, un mito vivente che risiede principalmente negli Stati Uniti, ma la cui influenza sul teatro milanese è comunque potente.
Primadonna alla Scala è, in quel momento, Renata Tebaldi; uno scontro tra le due cantanti è inevitabile. Si conoscono dal 1947 e i rapporti non sono tesi, ma dietro ogni cantante famosa ci sono gruppi di ammiratori fanatici, manager astuti, uffici stampa pronti a tutto per il successo e potenti agenzie con grandi interessi economici. Questo soprattutto negli anni Cinquanta, quando la lirica era molto popolare e coinvolgeva i maggiori interessi economici del mondo dello spettacolo.
Il periodo d’oro della Callas alla Scala dura sette anni. L’artista canta nel teatro milanese 181 volte in 23 ruoli diversi, contribuendo in maniera decisiva al prestigio della Scala nel mondo imponendo le proprie decisioni, discutendo interpreti, registi e direttori d’orchestra.
Tra il 1952 e il 1954 si parla di “trasformazione della Callas”. Trasformazione principalmente fisica che la vede perdere quasi 30 kg ma che ha risvolti anche sul piano artistico. Più che di vanità femminile, infatti, si tratta di esigenze professionali; rilevanti sono le conseguenze sull’arte scenica,s che la Callas porta ad altezze inimmaginabili rendendosi libera e fluida nei movimenti e riformulando le sue creazioni in senso coreografico imponendo così un modello di recitazione espressionistico dove canto e recitazione sono assolutamente integrati.
Nel 1957 la vita della cantante cambia drasticamente per l’incontro con Aristotele Onassis, miliardario armatore greco di cui la Callas si innamora al punto da lasciare il marito.
Gli anni dal 1958 al 1965 sono per Maria molto difficili e tormentati e segnano l’inizio della fine del mito. È principalmente il fisico della cantante a non reggere alla mole di lavoro, fisico già logorato dalla pesante dieta dimagrante e dai numerosi problemi fisici avuti in gioventù. Il declino vocale della Callas è inesorabile e la costringe più volte a interrompere tournée e addirittura spettacoli in atto.
Nel 1968 Onassis decide di non voler ufficializzare l’unione con l’artista greca e sposa la vedova Jacqueline Kennedy motivato da interessi economici strategici, lasciando la Callas in una condizione di profonda tristezza.
La vita della cantante lirica forse più famosa di sempre è costellata di conoscenze e amicizie importanti e per lei coinvolgenti. Per questo il 1975 è un anno decisamente negativo per Maria: muoiono il padre, Tullio Serafin, Onassis, Pier Paolo Pasolini e ben presto (l’anno seguente) anche Luchino Visconti.
Sono questi, fino al 16 settembre 1977, gli ultimi anni di Maria Callas, un’artista il cui talento e la cui personalità hanno dato nuovo impulso alla riscoperta di titoli desueti, al miglioramento delle scuole di canto, e alla maturazione di una nuova consapevolezza tecnica da parte dei cantanti.
Daisy T. Viviani