The Clash

Una tra le più importanti rock band di tutti i tempi, celebre gruppo punk britannico, i Clash affondano le proprie radici in due oscure formazioni vissute a cavallo del 1975, i 101’ers guidati da Joe Strummer (1952 – 2002, vero nome John Mellor), figlio di un ambasciatore, e i London SS.
Questi ultimi rappresentano una sorta di line-up aperta che vede avvicendarsi i nomi migliori della nuova scena musicale inglese, fra i quali Mick Jones (1955), Paul Simonon (1955), Terry Chimes (1956) e Nicky “Topper” Headon (1955).
I primi tre si uniscono a Strummer e al chitarrista Keith Levine, che abbandonerà dopo appena cinque concerti: inizialmente il nome scelto dal complesso è Heartdrops, presto mutato in Clash.
Il debutto è allo Screen On The Green di Islington, il 29 Agosto 1976; in seguito appaiono alla serata inaugurale del Punk Rock Festival, partecipando alle poche date effettive della carovana itinerante Anarchy In The UK Tour.

Nel marzo 1977 esce White Riot, ispirato agli scontri del carnevale 1976 fra polizia e giovani neri di Notting Hill: fin dall’esordio il gruppo risulta così l’interprete più coerente dell’anima politica del movimento punk.
Ad Aprile del medesimo anno vede la luce “The Clash”, giudicato miglior disco della storia del rock dal settimanale inglese “Sounds”: l’album va al dodicesimo posto delle classifiche inglesi, mentre in America non viene stampato; a Marzo Chimes abbandona la formazione, sostituito da Topper Headon.
Il successivo “Give’em enough rope”, nonostante le incomprensioni con il produttore Sandy Pearlman, arriva secondo ed è pubblicato anche negli USA.
I Clash lanciano allora il Pearl Harbour Tour, e convincono i responsabili della Epic a commercializzare “The Clash” negli Stati Uniti: è l’inizio del periodo maggiormente maturo della band che, mescolando esponenti della tradizione e del presente, realizza il doppio epocale “London Calling”, rompendo con la monolitica struttura dei precedenti lavori e rivelando influenze articolate; sulla stessa scia, l’eccellente triplo “Sandinista”.
Gli ’80 si aprono nel segno di una grande popolarità: “The Magnificent Seven” e “This Is Radio Clash” fanno il loro ingresso nelle discoteche di tutto il mondo.
Il complesso gira poi Europa e America: durante la permanenza sulla costa atlantica, entra in contatto con quei ritmi funky delle produzioni successive; i problemi cominciano dopo le registrazioni di “Combat Rock”, preannunciato dal successo “Know Your Rights”.
Prima è Strummer a sparire dalla circolazione: quando si rifà vivo a Parigi, Headon se ne va per problemi di droga, rimpiazzato da Chimes; “Combat Rock”, platino negli USA, colpisce nel segno grazie a brani orecchiabili come “Should I Stay Or Should I Go” e “Rock The Casbah”.
Nel 1983 i dissapori fra Strummer e Jones vengono definitivamente alla luce e i due si dividono tra accuse reciproche.
Strummer dunque, con Simonon, allestisce una formazione di emergenza per assolvere agli impegni presi; quando rimette piede in studio, incide “Cut The Crap”, LP deludente di cui rifiuterà la paternità, attribuendo al manager Bernie Rhodes la responsabilità del fallimento.
I Clash si sciolgono nel 1986, ma resteranno sempre nella memoria come l’unico vero gruppo punk per eccellenza.

Jonathan Maestri