Sono ancora in molti a non conoscere quest’opera futurista di interesse internazionale. Quando viene svelato il soggetto si rimane meravigliati e affascinati perchè diventa evidente la genialità che un attimo prima non era percepita.
L’opera in questione è “il profilo continuo del Duce”, di Renato Bertelli (Lastra a Signa, 1900 – Firenze, 1974), nel 1933, una scultura, un idea geniale di una scultura visibile a 360°, un opera del 1933 ancora sorprendentemente attuale e moderna, ma geniale nella sua semplicità.
Il profilo continuo é stato un richiamo del classico busto bifronte di Giano, interpretato secondo i principi dinamici futuristi enunciati da Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 19 ottobre 1882 – Verona, 17 agosto 1916).
Bertelli lo brevettò il 26 luglio del 1933 e il successo fu immediato. Venne collocato anche presso le sedi del Partito Nazionale Fascista, dei Gruppi Regionali, delle case del fascio e anche nelle case private. La Effe Emme di Milano ne acquistò i diritti e ne produsse diverse versioni.
Il 25 luglio 1943, con la caduta del fascismo, molti profili continui di grandi dimensioni vennero distrutti ma altri sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.
La fama di questa scultura futurista è mondiale. Un esemplare è conservato al Museo imperiale della guerra a Londra, un altro presso la Galleria d’Arte
Moderna di Palazzo Pitti a Firenze. Nel 1995, un esemplare in terracotta dipinta, alto 29 cm, è stato esposto al centenario della Biennale di Venezia. Una versione versione realizzata dalle Effe Emme è esposta nel Museo del Ventennio di Alagna Lomellina di Pavia. Sono molte le mostre internazionali in cui “il profilo continuo” é stato esposto, fra queste l’Hermitage di San Pietroburgo. E’ un opera di astrattismo e futurismo
totalmente nuova e affascinante.
Nel 2012, nella casa natale di Mussolini a
Predappio venne organizzata una mostra dal titolo “Renato Bertelli
la parentesi futurista”. Il curatore Marco Moretti disse:
“Il dinamismo plastico del Profilo del Duce, visibile da ogni punto,
rilanciava senza retorica la metafora di un Capo vigile e insonne
che tutto vede e sorveglia”.