B. é un bel ragazzo, alto, moro, fisico atletico. Soffre di eiaculazione precoce (E.P.), a volte ante-portam, cioè nei preliminari, ma piú spesso in penetrazione. B. ha un modo di parlare monocorde, monotonale, perché controlla le emozioni. Ha un’ ansia legata alla insicurezza di fare male le cose che “deve”, perció le ricontrolla almeno una volta dopo averle fatte.
Nel rapporto sessuale la preoccupazione di “venire presto” fa sí che lui senta pressoché niente dall’inizio e che realizzi piuttosto la sua paura (profezia che si autoavvera). La ragazza “si stranisce” quando succede, il ché peggiora l’ansia di B.
Egli ha imparato a concedersi di “non far bene” le cose, scoprendo peraltro di essere invece piuttosto bravo; spostando l’attenzione dalla “prestazione” alla “sensazione”, B. parla con toni piú energici, accompagnati ed appoggiati alla emotivitá.
Succede quindi che i rapporti sessuali diventano piú soddisfacenti.
E qui subentra la difficoltà di lei, che B. coglie con piú chiarezza soltanto adesso. Lei é passiva, “ferma”, lascia che sia lui ad “occuparsi di tutto”….B. va in ansia ed…eiacula!
In realtá, é arrabbiato con la passivitá di lei. L’obiettivo diventa cosí come riuscire a fare in modo che anche lei faccia la sua parte…?!?
Questa é la dipendenza attiva, che rispetta che si sia in due ma che tiene presente e fa in modo che ognuno dia il proprio contributo, si prenda la propria responsabilità.
Il sesso in questo rappresenta una forma di quel “sano egoismo” dove l’occuparsi del proprio piacere da all’altro, e reciprocamente, la possibilità di farsi strumento del piacere altrui, realizzando ció che le/gli procura maggior appagamento.
Entrambi SOGGETTI, e la sfera di cristallo o la lettura del pensiero non esistono. Chi si appella ad esse in genere sta dichiarando (piú o meno consciamente) la propria difficoltá ad una partecipazione attiva alla relazione e/o al rapporto sessuale.
Dr.ssa Claudia Cardinali