LA PRIMA PARTITA DEL FOOTBALL AMERICANO

Era il 6 novembre del 1869 quando venne giocata la prima partita ufficiale di Football americano, la versione del rugby a stelle e strisce. L’incontro si svolse a New Brunswick (New Jersey), fra le squadre universitarie di Rutgers e Princeton, e ad applaudirli ci furono appena cento spettatori, unici testimoni oculari di un evento sportivo con una rilevanza storica. 
Si trattava del primo di tre incontri tra le due squadre universitarie, che però non fu mai portato a termine. La prima partita venne vinta da Rutgers per 6-4, la seconda venne vinta da Princeton la quale poi, per il rifiuto degli avversari di disputare la cosiddetta “bella”, si aggiudicò la vittoria del minitorneo.
Gli americani ereditarono questa nuova disciplina sportiva dalla London Football Association, sfruttandone alcune regole e personalizzandone altre. Fu solo un lontano parente del football americano moderno. Dopo quelle prime due partite, questa nuova disciplina sportiva, seppur in modo disorganico, si diffuse velocemente, sempre esclusivamente nei college statunitensi, soprattutto a nelle vicinanze di Boston. Le prime vere riunioni dei Club; tra allenatori, giocatori e dirigenti avvennero intorno al 1873, con lo scopo di studiare un testo unico che avesse un regolamento dettagliato e preciso. Già dal 1820, va a Princeton il merito di aver posto le basi del futuro football americano, infatti, grazie a un gruppo di studenti di questa università si diffuse nei vari campus questo gioco semplice che consisteva nel fare avanzare la palla oltre gli avversari, usando le mani e i piedi, con tanto di corpo a corpo. 
La palla, realizzata sulla forma di un grosso uovo, compare e si diffonde grazie agli studenti di Harvard: dove ogni primo lunedì di ogni anno accademico, le matricole e i veterani dell’università si scontrano in una partita quasi all’ultimo sangue, “Lunedì di sangue”. Dal 1860, anche a Boston, questa pratica cominciò a diffondersi.
Finita la Guerra Civile americana, dal 1865 in poi, molti college hanno iniziato ad organizzare partite interne di football, favorendone la diffusione. Princeton, ancora una volta, ha aperto la strada, fissando le prime, basilari, regole di gioco.
Nei primi anni, i giocatori non conoscevano falli e placcaggi regolari o non regolari: tutto, in pratica, era possibile. Dopo quasi dieci anni, gli americani e i loro college scelsero definitivamente di accostarsi al rugby, di fatto facendo fuori il calcio. Anche le regole, da quel momento, divennero più chiare e meglio assimilate a quelle dell’altro antico sport nato in Inghilterra, anch’esso praticato con la cosiddetta palla ovale.
Nel 1873, il Football americano diventerà il primo sport degli States, oggi seguito e spettacolarizzato con i mezzi di informazione, in grado di mobilitare stelle dello spettacolo e di incollare davanti gli schermi televisivi milioni di persone in tutto il mondo.
A dare una svolta importantissima, facendo in modo che il football americano si distaccasse definitivamente dal rugby europeo, fu Walter Camp, il quale dal 1880 introdusse la regola dello schieramento, detto “scrimmage”, fondamentale per iniziare ogni azione di gioco.
Intanto, già dall’anno prima, molte squadre di molti stati americani avevano dato vita alle prime società professionistiche di football, data la popolarità che il nuovo sport andava acquisendo tra la gente. In questo stesso periodo, si ebbe anche il primo, vero campione di football: Jim Thorpe, il quale era noto al grande pubblico sportivo anche per essere stato un pluricampione olimpico di atletica e un grande giocatore di baseball. Sarà proprio lui, il 17 settembre 1920, a fondare la moderna “National Football League – N.F.L.”, fissando le ultime regole di gioco, come la possibilità di lanciare la palla in avanti, una delle regole vietate nel rugby e che segnano la grande differenza tra questi due sport, con il fine di ridurre gli aspetti violenti di questa disciplina, la quale solo nel 1905 portò alla morte di ben 18 atleti e al ferimento di altri 150, con tanto di denuncia da parte del Congresso del Governo americano, il quale chiamò in causa direttamente il Presidente Theodore Roosevelt.
A partire dal 1903 nacquero i primi stadi, con la costruzione dell’impianto di Harvard, ancora oggi tra i più grandi d’America. La capienza di quasi tutti gli stadi si aggira stabilmente sui cento mila posti.
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Enrico Favetti