Nel 2008, al Madison Square Garden di New York, venne presentato il suo film biografico, “Carnera: The Walking Mountain”, nell’occasione la figlia del campione Giovanna Maria, che svolge la professione di psicologa negli Stati Uniti, circa la vita del padre ha avuto modo di raccontare: “…ci ha trasmesso la dedizione e la cura verso gli altri. Ci ha insegnato che nessuno rimane in cima per sempre e che il vero carattere di una persona si giudica da come affronta la discesa. Era un uomo dolcissimo e tenero. So che il regime fascista lo elesse a icona, ma la verità è che il regime usò mio padre, come usava ogni sportivo di quei tempi. Papà non è mai stato fascista e non apparteneva a nessun partito politico. Adoravo mio padre, ero rapita dal suo coraggio e dalla sua forza, sia fisica sia spirituale. Amava la letteratura classica, l’arte e l’opera. Cercava sempre di migliorarsi e ha voluto fortemente che mio fratello e io studiassimo. Quando mi sono diplomata a Los Angeles, si trovava in Australia e mi ha mandato un telegramma e un mazzo di rose rosse, scusandosi di non poter essere con me. Mentre ricevevo il mio diploma, ho cercato mia mamma seduta in prima fila e vicino a lei c’era mio padre. Aveva fatto il viaggio dall’Australia a Los Angeles per assistere alla cerimonia. Poi ripartì quella sera stessa”.
“I pugni si danno, i pugni si prendono. Questa è la boxe, questa è la vita. E io nella vita ne ho presi tanti di pugni, veramente tanti…ma lo rifarei, perché tutti i pugni che ho preso sono serviti a far studiare i miei figli”. (Primo Carnera)
Primo Carnera (Sequals, 25 ottobre 1906 – Sequals, 29 giugno 1967), campione mondiale dei pesi massimi dal 29 giugno 1933 al 14 giugno 1934, noto per la sua notevole statura e per eccezionale forza fisica. Ma non era solo muscoli, Carnera conosceva la Lirica e, da buon appassionato di poesia, amava recitare a memoria interi versi del prediletto Dante Alighieri.
Il “gigante dai piedi d’argilla”, come venne battezzato a causa della sua triste parabola, alto oltre due metri, di 120 kg, fu un personaggio estremamente importante nella storia dello sport italiano. Fu infatti il primo pugile italiano a conquistare il titolo mondiale dei massimi. Da Sequals, il paesino a 40 chilometri da Udine dove nasce, appena diciottenne, si trasferì presso alcuni parenti in Francia, vicino Le Mans. La scalata del gigante con cuore grande fu caratterizzato dal sudore della fronte e grandi sacrifici.
Il merito della scelta del gigante buono a dedicarsi al box è dello zio che lo ospitava in Francia. Nel suo primo incontro massacra il suo avversario e subito l’America si avvicina.
La sua carriera inizia con il dramma di Ernie Schaaf, morto dopo il match il 10 febbraio del 1933, è il momento della sfida con Uzcudum a Roma del 1933, in un momento di massimo trionfo del fascismo. Successivamente, il 29 giugno 1933, arriva il successo in sei riprese per K.O. a New York su Jack Sharkey, Carnera diventò il campione del mondo dei pesi massimi di pugilato.
La propaganda di Mussolini lo trasformò in un grande evento di regime.
Ma presto arriva il suo triste declino, perde in maniera rovinosa contro Max Baer, ma rimane sempre nel cuore degli italiani un eroe. Il gigante buono è stato anche eroe dei fumetti e interprete di una ventina di pellicole cinematografiche tra cui “L’idolo delle donne” del 1933 con Myrna Loy, Jack Dempsey e lo stesso Max Baer e “La corona di ferro” del 1941, con Gino Cervi, Massimo Girotti, Luisa Ferida, Osvaldo Valenti e Paolo Stoppa.
Nel 1956, interpreta nel film “Il colosso d’argilla” con Humphrey Bogart, film ispirato alla carriera del Carnera pugile, che gettò pesanti ombre di discredito sui suoi incontri, ipotizzando ogni genere di accordi dietro le quinte dei suoi match. Primo Carnera ha sempre respinto fino al giorno della sua morte, il 29 giugno del 1967.
David Zahedi