Per il ciclo “le fotografie che hanno fatto la storia” vi proponiamo il ritratto della “Grande Torino”, giocatori di una squadra vincente che hanno giocato insieme fino all’ultimo respiro.
“Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”. (Indro Montanelli)
La Grande Torino, la società calcistica italiana del Torino Football Club nel periodo storico compreso negli anni quaranta del XX secolo, pluricampione d’Italia i cui giocatori erano la colonna portante della Nazionale italiana. La squadra è sinonima di un intero ciclo sportivo, durato otto anni. Una squadra imbattibile, capace di vincere 5 titoli consecutivi. Tra il 1942 e il 1949 vinse la Coppa Italia del 1943. «Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”. (Indro Montanelli, dal Corriere della Sera del 7 maggio 1949)
Asse portante della Nazionale di quegli anni, il Grande Torino riuscì a portare fino a 10 giocatori contemporaneamente nella nazionale. Capitano e leader indiscusso della squadra era Valentino Mazzola, padre di Ferruccio e Sandro che poi percorreranno le orme paterne diventando anch’essi calciatori. La formazione tipo era: Bacigalupo; Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano; Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. La squadra termina la sua leggendaria esistenza il 4 maggio del 1949, quando l’aereo che trasportava l’intera squadra, per la scarsa viibilità causata dalla nebbia e di un guasto all’altimetro, andò a sbattere contro il muraglione posteriore della Basilica di Superga. In quell’incidente aereo, la Tragedia di Superga, oltre all’intera squadra, titolari e riserve, perirono due dirigenti, Agnisetta e Civalleri, i tecnici Egri Erbstein e Leslie Lievesley, il massaggiatore Cortina e tre giornalisti al seguito, Luigi Cavallero, Renato Tosatti e Renato Casalbore.
Francesco Murini