ALLE CASCATE DELL’ IGUAZU’ CON IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI

Dopo il clima frizzante di Buenos Aires e la natura rigogliosa della Patagonia, il Giro del Mondo in 80 giorni si sposta sul confine tra Argentina e Brasile dove, tra Misiones e Paraná, il fiume Iguazú, si getta creando il sistema di cascate di Iguazú, pittoresco sfondo del celebre film “Mission” (1986) con Robert De Niro e Jeremy Irons. Il nome, Iguazú, non nasconde l’effetto straordinario dello scenario che le cascate creano: letteralmente “acque grandi”, nessun nome più adatto per un complesso di 275 cascate, in un totale di quasi tre chilometri. Un’antica leggenda narra che un dio geloso creò queste meravigliose cascate per ostacolare la fuga via fiume dell’amata e del rivale, entrambi tramutati in elementi naturali. Il complesso di Iguazú, sospeso tra Argentina e Brasile, protetto nell’omonimo Parco Nazionale, si presenta immediatamente nella sua grandiosità: la natura rigogliosa e lussureggiante non è che una misera cornice alla potenza dell’acqua che, gettandosi da 70 metri d’altezza, crea un vapore atmosferico che con delicatezza avvolge il paesaggio, schermandolo e, contemporaneamente, rendendolo ancora più imponente. La cascata più grande, chiamata “Gola del Diavolo”, ha un andamento quasi semicircolare e raggiunge una profondità di 150 metri, estendendosi per 700 metri sul confine tra le due nazioni. Si tratta del punto più panoramico del complesso, una distesa schiumosa di acqua che, come un tappeto, ricopre indistintamente le pareti rocciose, facendosi largo tra la foresta verdeggiante. Il circostante Parco Nazionale, nato nel 1939, comprende un’area naturale di oltre 2.200 km quadrati, caratterizzata non solo dall’impetuoso percorso del fiume e dalle relative cascate, ma anche dalla ridente flora della foresta tropicale, costituita da altissimi alberi, arbusti e piante selvatiche. Tra la fitta vegetazione del Parco trovano casa le più varie specie animali: colorate farfalle e tucani, oltre alle fiere aquile, formichieri, tapiri ed elegantissimi giaguari che si possono incontrare negli intrecci della foresta. In epoca antica la ricchezza naturale dell’area dell’Iguazú attirò diverse popolazioni che si insediarono nei pressi della foresta sopravvivendo grazie a caccia e raccolta: soppiantati dai conquistadores spagnoli nel Seicento, lasciarono spazio ad una nuova era, segnata dall’avvento dei missionari gesuiti, come racconta la pellicola “Mission”, ambientata proprio in tale contesto. Questa oasi naturale, esempio unico al mondo, è tutelata dagli anni Ottanta dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità. Un grande arcobaleno si inarca da un lato all’altro del paesaggio chiudendo la perfezione pittoresca dello scenario: una visione poetica che sembra voler concludere al meglio il lungo percorso del fiume che, dopo un lungo viaggio di oltre 1.300 chilometri, arriva a gettarsi da queste altezze prima di proseguire e confondersi, dopo un breve tragitto, nel letto del fiume Paraná.

Tarcisio Agliardi e Federica Gennari