Varanasi: nell’India devota e religiosa

All’ottavo giorno del nostro il giro del mondo in 80 giorni ci tratteniamo nella penisola indiana per scoprirne la cultura e le tradizioni. Dal maestoso e splendido tempio del Taj Mahal passiamo nel cuore dell’India più vera, dove si trova la placida Varanasi. Oltre 4000 anni di vita la rendono la più antica città al mondo, sopravvissuta alle vicende della storia e della sorte per imporsi come città sacra del culto induista. Varanasi è sfiorata, infatti, dal sacro fiume Gange, che oggi richiama migliaia di persone in pellegrinaggio per immergersi nelle sue acque, secondo un rituale ben preciso. L’immersione rituale nel fiume ha funzione di purificazione: i peccati vengono lavati via, al fine di guadagnare la salvezza dell’anima o per innalzarla al cielo. Diverse scalinate, chiamate ghats, sono predisposte sulle rive del fiume, appositamente per facilitare l’immersione. Varanasi, posta sulla riva ovest del Gange, rappresenta per la religione induista la salvezza, l’occasione utile a sfuggire al processo ciclico di morte-rinascita. Il bagno nel fiume si riveste pertanto di una sacralità senza precedenti, soprattutto al momento della morte: non a caso, molte persone giungono a Varanasi per l’ultimo bagno prima di esalare l’ultimo respiro o a spargere le ceneri dei propri cari tra le acque del Gange, il fiume sacro. Questo rituale collettivo rappresenta per molti un’attrattiva turistica, per il suo valore culturale e religioso. Il fiume fa da cornice a questo fenomeno religioso, con il suo scorrere placido, dall’Himalaya al Golfo del Bengala, percorrendo oltre 2500 chilometri. Esso è personificato dalla dea Ganga che, secondo la tradizione mitologica, è in grado di purificare ogni cosa con la quale venga in contatto, motivo per il quale la balneazione nel fiume è ritenuta fondamentale. La profonda sacralità del luogo non solo attira milioni di fedeli, impegnati nel culto e nell’immersione, ma anche numerosissimi turisti che possono ammirare il florilegio di templi e centri di culto indù che sorgono sulle sponde del fiume presso Varanasi. Uno scenario di poetica devozione si coglie dopo il tramonto, quando i cosiddetti “brahmini” iniziano le loro danze armeggiando composizioni di luce, piccole fiamme che, rappresentando sogni e speranze, vengono abbandonate alle acque del fiume creando uno scenario magico. Sfiorando la superficie, le fiammelle vengono trasportate dalla corrente e tanta più distanza avranno percorso, maggiore fortuna e prosperità sarà garantita. Il Gange, con il suo placido scorrere, dona vita e speranza a questo luogo, situato tra le zone più popolose dell’India. Ma Varanasi non è solo Induismo: sono diversi, infatti, i templi buddisti e giainisti presenti in zona, che contribuiscono a dare un fascino multietnico e multiculturale alla città. Nell’area di Varanasi è possibile visitare il Santuario di Chandraprabha, situato in un contesto naturalistico alquanto scenografico, oltre al Museo Archeologico di Sarnath, che conserva importanti pezzi della storia e cultura indiana e alla Moschea di Alamgir, esempio di architettura indù. Molto interessanti anche il Tempio Durga, conosciuto anche come Tempio della scimmia, Mochan e Sankat, insieme alla Benaras Hindu University (BHU). In sostanza, Varanasi apre al visitatore il suo cuore più antico e devoto, lasciando scoprire i tanti volti del culto, riflessi nelle acque del placido Gange.

Tarcisio Agliardi e Federica Gennari