E’ il protagonista assoluto di “I più grandi 45 minuti nella storia dello sport”. 25 maggio 1935, stabilì 6 record del mondo nell’arco di 45 minuti al Big Ten meet di Ann Arbor, nel Michigan. Saltò in lungo 8,13 metri; corse le 220 iarde piane in 20.3; quelle a ostacoli in 22.6 ed eguagliò il record delle 100 iarde con un 9.4. I record ottenuti sulle 220 iarde sono considerati validi anche per i 200 metri.Nacque così la leggenda di “i 45 minuti magici” di James Cleveland Owens, piu conosciuto come Jesse Owens (Oakville, 12 settembre 1913 – Tucson, 31 marzo 1980) è stato un atleta statunitense, famoso per la sua assoluta supremazia delle Olimpiadi del 1936, svoltesi a Berlino, dove vinse quattro medaglie d’oro e fu la stella dei Giochi. Per qualcuno è stato il più grande personaggio sportivo del XX secolo. Per altri è un’icona, il simbolo stesso dei Giochi Olimpici.
Prima di diventare un vero e proprio mito dell’atletica leggera, ha modo di compiere diversi umili lavori, dal lustrascarpe al fattorino, dal giardiniere al gelataio.
– Nel 1976 venne premiato, dal presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, con la Medaglia presidenziale della libertà, il massimo titolo per un civile americano. In quel occasione, il presidente disse: «Owens ha superato le barriere del razzismo, della segregazione e del bigottismo mostrando al mondo che un afro-americano appartiene al mondo dell’atletica».
All’età di otto anni si trasferisce con la famiglia a Cleveland, nello stato dell’Ohio. All’inizio della sua storia Jesse conosce miseria e povertà, facendo lustrascarpe al fattorino, dal giardiniere al gelataio. Vive secondo la filosofia di “arrangiarsi per vivere”, come altri ragazzi neri nel periodo della depressione americana.
Jesse Owens mostra fin da giovane un evidente talento per le discipline sportive. Non possiede i soldi necessari a comprare costose attrezzature per praticare altri sport diversi dall’atletica leggera, così si dedica alle discipline della corsa. Negli USA è il periodo caldo del razzismo e, nel 1933, Owens è vittima di qualche esperienza antipatica: vive all’esterno del campus universitario con altri atleti afro-americani, lavora per mantenersi agli studi, nei viaggi con la squadra sportiva pranza in ristoranti per soli neri.
– Il 25 maggio 1935 ai campionati del Middle West presso l’Università del Michigan, Owens sbalordisce l’intero paese. In quello che nella sua autobiografia, “The Jesse Owens Story”, lui definisce day of days, Jesse Owens in meno di un’ora eguaglia il record mondiale nei 100 metri, diventa il primo uomo a superare gli 8 metri in salto in lungo e vince la gara dei 200 metri e quella dei 200 metri a ostacoli.
– Nel 1936, agli Olimpiedi di Berlino, il suo nome è legato a quello di Adolf Hitler, il quale dopo averlo visto vincere 4 medaglie d’oro, nei 100 metri (stabilisce il record mondiale: 10,3”), nei 200 metri (record olimpico: 20,7”), nel salto in lungo (record olimpico: 806 cm) e nella staffetta 4 x 100 (record mondiale: 39,8”), si rifiuta a premiarlo e lascia lo stadio.
In questo contesto triste per il comportamento di Hitler, ce anche una commovente storia: durante le qualificazioni, vengono annullati i primi due salti di Owens per agevolare proprio Carl Ludwig Hermann Long (Lipsia, 27 aprile 1913 – Acate, 14 luglio 1943), l’atleta tedesco per cui Hitler stravede e su cui la Germania conta per la vittoria nella gara del salto in lungo. E proprio Long suggerisce a Owens di anticipare la battuta e permettergli così di superare la misura di qualifica. Dopo questo episodio nasce una sincera amicizia tra Luz Long, e il campione di colore. Dopo la conquista della medaglia d’oro di Owens, Long è il primo a congratularsi.
– Nel 2000, il suo gesto venne ricordato nella campagna promozionale Celebrate Humanity del Comitato Olimpico Internazionale come esempio del messaggio di pace e fratellanza tra i popoli.
Negli anni seguenti, Long e Owens si sono tenuti sempre in contatto scrivendosi più volte. Durante la guerra Long si trova in Italia come ufficiale e quando riceve la notizia che la moglie ha dato alla luce suo figlio, scrive a Owens una lettera nella quale chiede all’amico di far sapere a suo figlio, in futuro, semmai la guerra fosse finita, di quanto sia importante l’amicizia nella vita e di come essa sia possibile nonostante gli orrori e le divisioni che la guerra comporta.
Il 14 luglio 1943, Long muore in seguito alle ferite nella battaglia di Cassino. A guerra finita Owens impiegherà diverso tempo a rintracciare la famiglia dell’amico. Trascorsi diversi anni, Owens sarà presente al matrimonio del figlio di Long in qualità di ospite d’onore.
Jesse Owens, il lampo d’ebano, come molti giornali l’avevano ribattezzato, è morto di cancro ai polmoni all’età di 66 anni a Tucson (Arizona) il 31 marzo 1980. Nel 1984 alla sua memoria è stata dedicata una strada di Berlino.
Soltanto dopo 48 anni, alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, Carl Lewis, è stato capace di ripetere l’impresa di Owens con ben 4 medaglie.
Francesco Murini