Una condanna di cinque anni con riduzione di pena a nove mesi. Era la notte tra l’8 novembre ed il 9 novembre del 1923, in occasione del comizio organizzato da Gustav von Kahr, quando Adolf Hitler, insieme ad altri leader del Kampfbund, tra cui Erich Ludendorff, organizza il fallito tentativo del colpo di Putsch di Monaco, “Putsch della birreria”.
L’obiettivo di Hitler consisteva nel costringerli, anche con la forza, a fare un colpo di Stato insieme ai nazisti.
Non è esatto difinire questo tentativo “organizzato”, infatti, è stata una vera e propria improvvisazione.
Mentre, nella grande birreria bavarese, Kahr stava già parlando dinanzi a quasi tremila persone. Hitler entra nella sala, in modo teatrale, sparando un colpo in aria con la sua pistola. Hitler prende parola e comunicò che la “rivoluzione nazionale” era scoppiata e che la Reichswehr e la polizia bavarese stavano marciando sotto la bandiera della croce uncinata. Hitler cercò di costringerli ad accettare il suo programma. Non ottenendo nulla, tentò un bluff, annunciò la destituzione del ministero bavarese e la costituzione di un nuovo governo nazionale.
Kahr ed i suoi collaboratori comunicarono alla polizia ed al Reichswehr la loro estraneità ai fatti.
Il risultato portò Adolf Hitler, il 1 aprile del 1924, a una condanna di 5 anni di carcere per alto tradimento, scontandone solo nove mesi perchè non è considerato pericoloso.
Durante la sua reclusione, scrisse il Mein Kampf (La mia battaglia). Mein Kampf è libro autobiografico, pubblicato nel 1925, nel quale Adolf Hitler espose il proprio pensiero politico e delineò il programma del partito nazista. Il testo venne anche definito il “catechismo” della Gioventù hitleriana.
David Zahedi