Oggi moriva Albert Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955), il genio della fisica e della filosofia della scienza, tedesco naturalizzato svizzero, poi cittadino statunitense. La sua grandezza consiste nell’aver mutato per sempre il modello di interpretazione del mondo fisico.
Nasce in una famiglia ebrea. Impara a parlare molto tardi e con la scuola ha un rapporto difficile. Sta meglio a casa, dove la madre lo avvia allo studio del violino, e lo zio Jacob a quello dell’algebra.
– Nel 1900, si laurea e prende la cittadinanza svizzera per assumere un impiego all’Ufficio Brevetti di Berna.
– Nel 1905, pubblica tre studi teorici. Il primo e più importante studio contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta.
– Nel 1921, vince il premio Nobel per la Fisica.
Con l’ascesa di Adolf Hitler, Einstein fu costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove gli venne offerta una cattedra presso l’Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey.
– Nel 1939, con la minaccia rappresentata dal regime nazista egli rinunciò alle posizioni pacifiste e scrisse assieme a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata al presidente Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilità di realizzare una bomba atomica. La lettera segnò l’inizio dei piani per la costruzione dell’arma nucleare.
Einstein ovviamente disprezzava profondamente la violenza e s’impegnò attivamente contro la guerra e le persecuzioni razziste, compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari.
Più volte, poi, ribadì la necessità che gli intellettuali di ogni paese dovessero essere disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertà politica e per impiegare le conoscenze scientifiche a scopi pacifici.
Alla sua morte, gli vengono riconosciute i più grandi onori.
Nausica Baroni