Corleone disse: “Ragionerò con lui.”
Questa frase divenne celebre. Era destinata a divenire un campanello d’allarme prima di un colpo mortale. Infatti, quando era divenuto Don, e chiedeva agli avversari di sedersi attorno a un tavolo per ragionare con lui, essi capivano che era la loro ultima possibilità di risolvere un affare senza spargimenti di sangue e morti.
“Il Don era nato nel villaggio moresco di Corleone, in Sicilia, come Vito Andolini. Ragazzo di salute cagionevole sfuggì, grazie a persone di buon cuore, che lo imbarcarono per le Americhe, agli uomini di Don Ciccio; era costui un mafioso del paese che, per questioni d’onore, aveva sterminato la famiglia del giovane. Questo tragico evento segnerà la vita dell’innocente Vito e probabilmente lo renderà l’uomo spietato ma allo stesso tempo guidato da un personale senso di giustizia, che poi fu. Nella nuova terra la sorte volle che prendesse come cognome, per la superficialità di un ufficiale addetto alla immigrazione, il nome del suo paese di origine, Corleone.”
l padrino è un romanzo sulla mafia dello scrittore italo-americano Mario Puzo, narra le vicende di una famiglia italiana appartenente alla Mafia. Ebbe uno straordinario successo editoriale non solo negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra, in Francia, in Germania, e in Italia, è stato diretto in tre film dal regista Francis Ford Coppola.
Invece, il film “Il padrino”, è uscito nelle sale nel 1972, che ha segnato la storia del cinema mondiale.
La storia è narrato in una New York del 1945, dove il padrino della famiglia Corleone, Vito Corleone, rappresenta il capo-mafia italo-americano più potente e rispettato della città. Il padrino, immigrato dalla Sicilia, ha guadagnato nel corso degli anni autorevolezza e stima, dopo aver agito per anni nei racket sindacali e nella gestione del gioco d’azzardo illegale. La sua organizzazione gestisce un giro di affari illegali di vastissima entità, a suo fianco lavorano i figli; Santino detto Sonny, il primogenito iracondo e poco affidabile che viene assassinato, il secondogenito Fredo, ingenuo e sciocco, il figliastro Tom Hagen, avvocato brillante, nel corso del tempo, suo “consigliori”, vale a dire braccio destro, ultimogenito Michael, che diventerà il successore.
Il potere esercitato da Corleone sulla città non è fondato unicamente sulla violenza, ma su una forma particolare di amicizia: è la protezione che il boss assicura con generosità a tutti coloro che gli chiedono un favore, ma che naturalmente deve essere ricambiata con fedeltà totale e dedizione assoluta. Grazie a questa rete di amicizie, Vito Corleone nel corso degli anni è riuscito a costruirsi una serie di protezioni e conoscenze anche nel mondo “legale”.
Intanto, Connie, la figlia del Boss, si sposa. L’atmosfera della celebrazione delle nozze è pittoresca, tipicamente siciliana.
Vito Corleone, ormai molto potente, incontra Virgil Sollozzo, chiamato da tutti “il Turco”, un trafficante di droga piuttosto pericoloso che è affiliato a una delle cinque famiglie mafiose della Grande Mela, la famiglia Tattaglia. Il Turco chiede a don Vito protezione e un supporto economico, di almeno un milione di dollari, per dare vita a un traffico di sostanze stupefacenti di portata enorme. Ma Don Vito nega il proprio appoggio al Turco, scatenando così una guerra tra la famiglia Corleone e la famiglia Tattaglia: una guerra fatta di rappresaglie e attentati che coinvolgono non solo i capi, ma anche i membri meno importanti. Proprio in uno di questi attentati don Vito Corleone rimane ferito in maniera piuttosto grave. L’ultimogenito, Michael Corleone, figlio del boss non coinvolto fino a quel momento negli affari criminali del clan, viene a sapere che la vita di suo padre è in pericolo, assume il comando, e combina un incontro con il Turco per ucciderlo.
Michael richiama l’attenzione di Sollozzo proponendogli un incontro per decidere una tregua, gli organizza una trappola e lo uccide in un ristorante insieme alla sua scorta, un membro corrotto della polizia.
Il giovane a questo punto, per evitare l’arresto o la vendetta della famiglia Tattaglia, abbandona gli Stati Uniti e si rifugia in Sicilia, a Corleone. In questo periodo, Michael incontra e sposa Apollonia. Poco tempo dopo, però, la ragazza viene uccisa in un attentato esplosivo destinato a Michael. Le cose non vanno meglio a New York, dove Sonny, attirato in un’imboscata, viene ammazzato senza troppa pietà. Nel frattempo don Vito si è ripreso ed è tornato in salute.
Così, Don Vito, una volta riassunto il comando, decide di porre termine alla guerra con i Tattaglia, profondamente addolorato per l’uccisione del figlio, e propone un incontro a tutti i capi delle famiglie mafiose più importanti della città per raggiungere un compromesso e stabilire una tregua. Nel corso dell’incontro viene sancito che i boss hanno il permesso di spacciare la droga, a patto di rispettare alcune regole precise: nel caso in cui tali regole non vengano seguite, una nuova faida sarà inevitabile. Don Vito, inoltre, in cambio dell’assicurazione sull’incolumità del figlio Michael e della pace, accetta di proteggere il giro d’affari relativo agli stupefacenti che sta per iniziare. Michael così può tornare negli Stati Uniti per prendere il posto del padre.
Micheal sposa Kay Adams, una ragazza che aveva conosciuto ai tempi del college e con la quale era già stato fidanzato. dalla unione nascono due figli.
-Nel 1954, Don Vito muore. I boss delle altre famiglie mafiose propongono a Michael di prendere dei nuovi accordi. Ma Michael, non cade nel tranello, e mette i pratica i consigli del padre. E’ consapevole che i capi degli altri clan hanno in mente di spodestare il potere dei Corleone e ad ucciderlo. Così, molto coraggiosamente, anticipa gli altri capi, facendo uccidere loro e tutti coloro che l’hanno tradito. Così, la famiglia Corleone ha vinto la guerra: una volta riconquistato il potere su tutta la città, può prepararsi al trasferimento a Reno e a Las Vegas, là dove il gioco d’azzardo, che da tempo rappresenta il terreno di gioco privilegiato della famiglia, si sta espandendo addirittura in maniera apparentemente legale.
Lo straordinario successo del film è dovuta anche alla qualità degli attori protagonisti: come Marlon Brando (che, doppiato da Stefano De Sandro, veste i panni di don Vito Corleone) a James Caan (Santino), da Al Pacino (Michael) a Diane Keaton (Kay), da Al Lettieri (il Turco) a Talia Shire (Constanzia), Robert De Niro (New York, 17 agosto 1943) e Andy Garcia.
Il 15 marzo del 1972, venne proiettata per la prima volta “Il Padrino” in cinque cinema di Manhattan riscuotendo il gradimento del pubblico e della critica.
– Nel 1973, la cerimonia di premiazione dei premi Oscar è stata completamente dominata dal film: come il miglior attore protagonista (Marlon Brando), il miglior film (Albert S. Ruddy) e per la migliore sceneggiatura originale (Mario Puzo e Francis Ford Coppola), la pellicola ha ricevuto anche le nomination per il miglior attore non protagonista (Al Pacino, James Caan e Robert Duvall), per il miglior montaggio (Peter Zinner e William Reynolds), per la migliore regia (Francis Ford Coppola), per i migliori costumi (Anna Hill Johnstone), per il miglior sonoro (Christopher Newman, Richard Portman e Charles Grenbach) e per la migliore colonna sonora (Nino Rota).
Ha vinto anche cinque Golden Globe come miglior colonna sonora originale, miglior film drammatico, migliore sceneggiatura, miglior attore in un film drammatico e migliore regia, e il David di Donatello come migliore film straniero.
“Il padrino” ha avuto altri due seguiti: nel 1974, “Il padrino – Parte II” e nel 1990 “Il padrino – parte III”. Una trilogia che è entrata a pieno diritto nella storia della cultura cinematografica del Novecento.
Adele Baschironi