LA CONGIURA DEI PAZZI FIORENTINI

Il 26 aprile 1478, viene conclusa la Congiura dei Pazzi con il ferimento di Lorenzo il Magnifico e la morte del fratello GiulianoFu probabilmente nel 1477 che la congiura prese piede, soprattutto ad opera di Jacopo e Francesco de’ Pazzi. Fu il tentativo eseguito da alcuni membri dalla ricca famiglia di banchieri de Firenze Rinascimentale, i Pazzi appunto, di stroncare l’egemonia dei Medici con alcuni aiuti esterni. 
Le due famiglie fiorentine, sebbene rivali, erano anche imparentate dopo il matrimonio tra Guglielmo de’ Pazzi e Bianca de’ Medici, sorella di Lorenzo, nel 1469. 
La citta era governata dai figli di Piero, Lorenzo e Giuliano dei Medici. La “congiura dei Pazzi” fu però l’unica congiura che riuscì nell’intento di eliminare un componente della famiglia. Si concluse con l’uccisione di Giuliano de’ Medici e il ferimento di Lorenzo il Magnifico, che si salvò solo grazie alla sua destrezza.
I Medici, da sempre al centro della politica di Firenze, hanno subito almeno una congiura per generazione: Cosimo de’ Medici venne esiliato per motivi politici per un anno, mentre suo figlio Piero scampò per miracolo a un’imboscata tesagli da Luca Pitti sulla via per Careggi, Leone X avrebbe dovuto essere ucciso dal suo medico, istruito da un gruppo di cardinali nemici, e Cosimo I rischiò di essere impallinato al passaggio del suo corteo davanti a Palazzo Pucci. 
– Nel 1469, alla morte di Piero, la città viene retta dai suoi figli, Lorenzo e Giuliano, che allora avevano rispettivamente venti e sedici anni. Lorenzo seguiva attivamente la vita politica con lo stesso metodo di suo nonno Cosimo, cioè senza ricevere incarichi diretti ma controllando tutte le magistrature e i punti chiave attraverso uomini di fiducia.
– nel 1471, con l’elezione al soglio pontificio di Sisto IV Della Rovere, il nuovo papa, voleva impadronirsi dei ricchi territori fiorentini per i suoi nipoti, tra i quali il nobile Girolamo Riario, e per le sue costose opere a Roma
Il papa si premurò di trovare altri appoggi esterni dagli altri territori esterni: la Repubblica di Siena, il Re di Napoli, oltre alle truppe inviate dalle città di Todi, di Città di Castello, di Perugia e Imola. Il pontefice raccomandò di evitare spargimenti di sangue, ma questo suggerimento venne ignorato dai congiurati: i due Medici infatti dovevano essere eliminati fisicamente.
A questo scopo, fu ingaggiato Giovan Battista Montesecco, sicario di professione. Il piano consisteva di eliminare i due rampolli della famiglia Medici, Lorenzo e Giuliano, durante un banchetto, del 25 aprile, organizzato alla Villa Medici di Fiesole, tramite l’uso di veleno che Jacopo de’ Pazzi e il Riario avrebbero nascosto in una delle libagioni destinate ai due fratelli. L’occasione del banchetto era data dall’elezione a cardinale del diciottenne Raffaele Riario, forse ignaro delle trame dei congiurati o forse avvisato dallo zio Sisto IV.
I Pazzi si erano di recente imparentati con i Medici, tramite il matrimonio della sorella di Lorenzo e Giuliano, Bianca de’ Medici con Guglielmo de’ Pazzi. Ma quel giorno però l’assenza di Giuliano rese vana l’impresa che fu rimandata al giorno successivo, durante la messa in Santa Maria del FioreLa domenica l’ignaro cardinale Riario Sansoni invitò tutti alla messa in Duomo da lui celebrata, come ringraziamento della festa organizzata il giorno prima in suo onore. Alla messa si recarono i Medici e i congiurati, con l’eccezione però del Montesecco, che si rifiutò di colpire a tradimento dentro un luogo consacrato. Vennero allora ingaggiati in fretta e furia due preti in sostituzione: Stefano da Bagnone e il vicario apostolico Antonio Maffei da Volterra.
Essendo però Giuliano ancora indisposto per una infezione alla gamba, Bernardo Bandini, il sicario destinato a Giuliano, e Francesco de’ Pazzi decisero di andare a prenderlo personalmente. Nel tragitto dal Palazzo Medici verso Santa Maria del Fiore, si racconta che i congiurati abbracciassero Giuliano per vedere se indossasse una cotta di maglia sotto le vesti, che lui a causa dell’infezione non era riuscito ad indossare il solito giaco sotto le vesti, che lo proteggeva, e senza il suo “gentile”, nome scherzoso con il quale usava chiamare il suo coltello da guerra, che gli sbatteva contro la gamba ferita. Al loro arrivo,  la messa era già iniziata.
Mentre tutti erano inginocchiati, si scatenò il vero e proprio agguato: mentre Giuliano cadeva in un lago di sangue sotto i colpi del Bandini, Lorenzo, accompagnato dall’inseparabile Angelo Poliziano e dai suoi scudieri Andrea e Lorenzo Cavalcanti, veniva ferito di striscio sulla spalla dagli inesperti preti e riusciva a entrare in sacrestia, dove si barricò. Il Bandini si avventò, ormai ormai troppo in ritardo, e colpì Francesco Nori, che si sacrificò per Lorenzo, dandogli la possibilità a Lorenzo di fuggire.
Giuliano venne sepolto in San Lorenzo, in quella che sarà la Sagrestia Nuova di Michelangelo. 
Jacopo de’ Pazzi non aveva calcolato la reazione della popolazione fiorentina. Si diche che si presentò in Piazza della Signoria con un gruppo di compagni a cavallo gridando “Libertà!” invece di essere acclamato dal popolo venne assalito dalla folla.
Le truppe del papa e delle altre città che attendevano appostate attorno a Firenze, al suono delle campane sciolte si insospettirono e lo stesso Jacopo de’ Pazzi uscì dalla città portando la notizia del fallimento, per cui non fu sferrato nessun attacco.
L’epilogo fu molto dannoso per i Pazzi e per i loro alleati tanto che entro poche ore dall’agguato Francesco, ferito nell’agguato e rifugiatosi nella sua casa, e l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati penzolavano impiccati dalle finestre del Palazzo della Signoria. Si scatenò una vera e propria caccia all’uomo in città.
Pochi giorni dopo, Jacopo de’ Pazzi e gli altri cresponsabili vennero impiccati. Bernardo Bandini riuscì a fuggire dalla città, arrivando a rifugiarsi a Costantinopoli, ma venne scovato e consegnato a Firenze per essere giustiziato il 29 dicembre 1479. Il suo cadavere impiccato venne ritratto da Leonardo da Vinci. Giovan Battista da Montesecco fu decapitato, nonostatante non avesse partecipato all’esecuzione della congiura. Venne prima arrestato e, dopo essere stato sottoposto alla tortura, rivelò i particolari della macchinazione, compreso il coinvolgimento del papa, che egli additò come il principale responsabile. I due preti assassini vennero catturati pochi giorni dopo e linciati dalla folla,  tumefatti e senza orecchie, giunsero al patibolo in Piazza della Signoria e vennero impiccati.
Lorenzo non fece niente per soccombere le ire del popolo, così fu vendicato senza che le sue mani si macchiassero di colpe. I Pazzi vennero tutti arrestati o esiliati e i loro beni confiscati. Fu proibito che il loro nome comparisse su alcun documento ufficiale e vennero cancellati tutti gli stemmi di famiglia dalla città, compresi quelli che erano presenti su alcuni fiorini coniati dal loro banco, che furono riconiati.

David Zahedi