Quando le sorti della Germania nella guerra iniziano a cambiare. Lei ne era seccata. Esprime il suo sdegno per il fatto che, a causa della guerra, tra breve in Germania non saranno più reperibili cosmetici e prodotti per la cura dei capelli.
Eva Anna Paula Braun “Hitler” (Monaco di Baviera, 6 febbraio 1912 – Berlino, 30 aprile 1945), ragazza di una famiglia semplice, figlia di un rispettabile maestro di Monaco. Il padre di eva era Fritz Braun, uno studioso, astemio e protestante non praticante. La madre era Franziska, cresciuta come cattolica devota, è vitale, socievole e atletica.
Eva Braun fu la compagna e, nell’ultimo giorno della sua vita, moglie, di “Adolf Hitler”. Il genio del male. L’uomo che, nella storia, più di ogni altro è stato incarnazione e simbolo di malvagità.
Le tre figlie dei coniugi Braun ricevono una’educazione classica, prendono lezione di musica, d’arte e di danza. Il padre, Fritz, spera che Eva diventi un’artista; la madre Franziska vuole per lei un futuro da sarta. Lei, invece, pensa solo a truccarsi, alla dieta, ai vestiti e ai ragazzi.
– Nel 1928, genitori di Eva la iscrivono in un istituto cattolico femminile. A breve, Eva lascia il convento dicendo: “Non è vita per me”.
Tornata a casa, Eva cerca una possibilità di ottenere l’indipendenza economica dai genitori, Eva trova un impiego rispondendo all’annuncio appeso alla porta del piccolo negozio del fotografo Heinrich Hoffmann. Il fotografo di Adolf Hitler.
Hoffmann, per compiacere il fuhrer, lo invita nel proprio negozio e gli presenta Eva. Lei non si interessa affatto di politica, e non lo riconosce. Tra i due nasce una relazione. Eva tiene la relazione segreta alla famiglia, che considera Hitler un estremista e un imbecille. Eva si innamora e pensa già di trascorrere il resto della vita insieme a Hitler, ma le attenzioni che ha per lei sono solo temporanee: quando il partito accresce il proprio potere, lui inizia a trascurarla. Eva si sente abbandonata, e si spara con la pistola del padre. La sorella Ilse la trova in un lago di sangue e la salva.
Alcuni mesi dopo avviene l’incontro tra i coniugi Braun e l’amante della figlia. Mentre stanno viaggiando nella campagna tedesca, Fritz e Franziska si fermano per pranzare nel villaggio di Lambach. Poco dopo, un’auto del Partito Nazista si ferma nello stesso luogo: dalla macchina scende Hitler e, con lui, la loro figlia ventenne.
Fritz Braun, che più tardi saprà trarre vantaggio dalla relazione della figlia con il Fuhrer, è per ora preda di scrupoli morali.
– Nel 1935, scrive ad Adolf Hitler: “La mia famiglia sta vivendo un periodo doloroso, perché le mie due figlie, Eva e Gretel, hanno lasciato la nostra casa per andare a vivere in un appartamento che lei ha messo a loro disposizione. Io, come capo famiglia, mi sono trovato di fronte al fatto compiuto. Resto dell’opinione, se vuole un po’ antiquata, che si debba rispettare la morale. I figli non dovrebbero allontanarsi da casa e dalle cure dei genitori prima del matrimonio”. Fritz affida la lettera al fotografo Hoffmann, il quale, ovviamente, la consegna a Eva, che la distrugge.
Eva continua a sentirsi trascurata ed abbandonata. Il 28 maggio 1935 scrive sul suo diario: “Mio Dio aiutami, devo parlare con lui oggi. Domani sarà troppo tardi. Ho deciso di prendere 35 pastiglie: questa volta devo essere sicura di morire. Se solo dicesse a qualcuno di telefonarmi…”. Eva prende le pillole, ma ancora una volta la sorella la salva dalla morte.
Dopo il secondo tentativo di suicidio, per eva inizia una nuova vita; Hitler decide di trasferirla al Berghof, la sua residenza nell’Obersalzburg. La presenta ai membri del partito. Vengono messi 12 impiegati ai suoi ordini, ha a disposizione una Mercedes con autista e molto denaro per i suoi acquisti. Compra vestiti e accessori costosi, una pellicce, una sofisticata macchina fotografica e pratica tutti gli sport possibili. Lei trascorre il tempo prendendo il sole, facendo ginnastica e guardando film americani proibiti. Fa costruire nella cantina una sala da bowling, e va tutti i giorni dal parrucchiere.
Intanto, Hitler continua a cercare altre relazioni. Mostra di prediligere donne intellettuali e sofisticate: l’esatto contrario di Eva Braun. La sua influenza su Hitler continua a essere scarsa.
Un gruppo di ufficiali dell’esercito organizza un complotto per assassinare Hitler. Il Fuhrer scampa all’attentato, ma è gravemente ferito e il giorno seguente scrive ad Eva: “Mia cara, sto abbastanza bene, non ti preoccupare per me. Forse sono un po’ stanco. Spero di ritornare a casa presto e di riposare fra le tue braccia. Ne ho un gran bisogno, ma il mio impegno con il popolo tedesco supera ogni altra cosa”.
La risposta di Eva è immediata e senza riserve: “Caro, ti sono accanto. In questo momento mi sento morire sapendo che tu sei in pericolo. Torna il più presto possibile. Sto diventando pazza. Il tempo qui è bello. Tutto sembra tranquillo e io sono così confusa. Sai che preferirei morire se dovesse accaderti qualcosa. Fin dal nostro primo incontro promisi a me stessa che ti avrei seguito ovunque, fino alla morte. Io vivo solo per il tuo amore. Tua, Eva”.
La situazione della guerra precipita, nel marzo del 1945, le truppe sovietiche entrano a Berlino. Hitler ed Eva Braun si nascondono nel bunker sotto la cancelleria del Reich. Hitler detta una lettera alla sua segretaria: “I generali mi hanno tradito. Il popolo tedesco non crede più a nulla. Ma, nonostante ciò, io continuo a combattere per loro. Il nazionalsocialismo è giunto alla fine. Gli ebrei ne sono i responsabili”.
Dopo avere ordinato l’esecuzione di alcuni presunti traditori antinazisti, Hitler esaudisce il desiderio più grande di Eva: alle prime ore del 29 aprile, sono in piedi davanti a un ufficiale dello stato civile per sbrigare le formalità del matrimonio.
Il 30 aprile 1945, i coniugi Hitler si suicidano insieme. Hitler ingoia una capsula di cianuro e si spara. Eva prende soltanto il veleno.
Una settimana dopo il suicidio di Eva Braun, Gretel, la sorella rimasta vedova, dà alla luce una bambina. La chiamerà Eva.
David Zahedi