Per il ciclo“le fotografie che hanno fatto la storia” vi proponiamo l’immagine simbolo della fine della seconda guerra mondiale. Quel giorno coincide con la caduta di Berlino: l’Unione Sovietica annuncia la cattura di Berlino e i soldati sovietici innalzano la bandiera rossa sul Reichstag.
Nelle prime ore del mattino del 2 maggio 1945, il tenente Yevgeny Khaldei (Juzovka, 23 marzo 1917 – Mosca, 6 ottobre 1997), fotografo e giornalista dell’Armata Rossa, salì sul tetto del Reichstag, la sede del parlamento tedesco. Arrivato in cima, Khaldei scattò quella che è diventata una delle fotografie più famose del Ventesimo secolo: un soldato russo che sventola la bandiera sovietica sullo sfondo delle rovine di Berlino.
Già nel 1944, i tedeschi avevano perso Budapest e gran parte dell’Ungheria. Romania e Bulgaria vennero costrette alla resa ed, entrate nella sfera di influenza sovietica in cui sarebbero restate per cinquant’anni. Così la pianura polacca si apriva di fronte all’Armata Rossa sovietica. Il 16 aprile del 1945, l’Armata Rossa fece un grande attacco alle forze tedesche poste a difesa del cuore della Germania e conquistare la capitale del Reich. Il 30 aprile il Reich subì un duro colpo; Adolf Hitler, che aveva deciso di rimanere nella capitale accerchiata per organizzare l’ultima resistenza, si era suicidato per non cadere in mano nemica.
Dopo durissimi scontri, con molte perdite per entrambe le parti e alcuni disperati tentativi di resistenza tedesca, i sovietici, con superiorità numerica e di mezzi terrestri e aerei, riuscirono a portare a termine la loro missione, vincendo. Riuscirono a distruggere e catturare il grosso delle forze nemiche e a circondare e conquistare Berlino. Il Terzo Reich si arrese ufficialmente l’8 maggio, 6 giorni dopo la fine della battaglia.
David Zahedi