GARY COOPER, L’ELEGANZA DI HOLLYWOOD

Frank James Cooper, noto come Gary Cooper (Helena, 7 maggio 1901 – Beverly Hills, 13 maggio 1961), è stato l’attore statunitense candidato 5 volte all’Oscar. Vincendolo come miglior attore protagonista, nel 1942 con “Il sergente York”, e nel 1953 con “Mezzogiorno di fuoco”, con quello alla carriera del 1961. Eroe per eccellenza del western e del melodramma hollywoodiano. Contrario ad ogni forma di divismo, di carattere riservato, riesce ad guadagnare la fiducia e la simpatia del pubblico, con una immagine emblematica dell’avventuriero del West. 
I suoi hobby preferiti sono la pesca, il nuoto, i cavalli. Nella caccia di fagiani, anatre e quaglie uno dei suoi migliori compagni è Ernest Hemingway: un’amicizia nata nel 1932 durante la lavorazione del film “Addio alle armi”. Gary Cooper sarà inoltre protagonista di “Per chi suona la campana”, versione cinematografica della celebre omonima opera di Hemingway. Nella sua vita incontrò anche la regina Elisabetta II, Papa Pio XII e Pablo Picasso.
Figlio di un magistrato e proprietario terriero, riceve una rigorosa formazione iniziale in Inghilterra e poi presso il Wesleyan College del Montana. Gli studi di agraria non sono la sua passione, ama l’attività artistica, quella del caricaturista, che lo abbliga a trasferirsi in California.
– Nel 1925, dopo tanta fatica e numerose cadute da cavallo, con relative ossa rotte, ottiene una piccola parte in “Sabbie ardenti” e subito dopo otteiene il contratto alla Paramount, per la quale realizzerà oltre trenta lungometraggi dal 1927 al 1940.
Il suo personaggio è sempre dell’uomo leale e coraggioso, sorretto da una limpidissima fede nella giustizia. Semplice e franco, la cui tradizionale ingenuità esclude ogni forma di perfidia.
In “Ali” si apprezza la sua disinvoltura. Il “Marocco”, “Addio alle armi”, “Il sergente York”, sono le vetrine che lo fanno conoscere al grande pubblico.
Interpretando lo sceriffo Will Kane, protagonista di “Mezzogiorno di fuoco”, rappresenta la sintesi ideale di quel senso del dovere e dell’onore comune ai cow-boys e ai soldati da lui portati sullo schermo.
Nella vita privata fu anche un grande seduttore, infatti gli vengono attribuiti numerosi flirt che includono dive come Ingrid Bergman, Audrey Hepburn e Grace Kelly.
Viene ricordato anche per la sua generosità, nel primo dopoguerra visita l’Italia, a Mignano di Montelungo, per incontrare la bambina Raffaella Gravina che aveva adottato a distanza attraverso il “Foster Parents Plan”, nel programma americano d’assistenza ai “war children”.
Il detto “Vedi Napoli e poi muori” sembra realizzata per lui, si sente male appena tornato da Napoli, ma fortunatamente non muore.

Qualche anno dopo ritorna in Italia, sarà ospite della nota trasmissione del sabato sera “Il Musichiere”.
Tra le sue ultime interpretazioni ricordiamo i film “Dove la terra scotta” del 1958 e “L’albero degli impiccati” del 1959.
Muore, stroncato dal cancro, il 13 maggio 1961.

David Zahedi