VITTORIO DE SICA, UN ITALIANO CON 4 OSCAR

L’italia, fedele al detto “nemo profeta in patria”, non ha mai saputo valorizzarlo come meritava. 
Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica, noto come Vittorio De Sica, (Sora, 7 luglio 1901 – Neuilly-sur-Seine, 13 novembre 1974) attore, regista e sceneggiatore italiano, è
 stato una delle figure più importanti del cinema mondiale, considerato anche uno dei padri del Neorealismo. 
Vittorio nacque in una famiglia di umili origini. Studiò a Napoli fino a 15 anni ed inizia a lavorare come garzone per poi trasferirsi con la famiglia a Roma, dove consegue il diploma di ragioniere. La passione del teatro lo sente già da studente, ed inizia a frequentare l’ambiente teatrale. 
– Nel 1926, debuttò nel cinema, dove rinterpreta un conquistatore galante.
– Nel 1932, recita in “Gli uomini che mascalzoni!” e nel 1939, “Grandi Magazzini”.

De Sica, personaggio assai distinto, malgrado le umili origini, era dotato di grande talento anche nella recitazione, insieme a Roberto Rossellini, fu il caposcuola della corrente cinematografica del neorealismo, periodo in cui escono “I bambini ci guardano” del 1942, “Sciuscià” del 1946, e due anni dopo, “Ladri Di Biciclette”, una commedia sulla triste condizione dei disoccupati nel dopoguerra. Per questi ultimi due film, il grande regista vinse i primi due presigiosi premi Oscar.
Successivamente, sempre sulla scia della poetica neorealista gira “Miracolo a Milano” e il malinconico “Umberto D.”, pellicola amara considerata da più parti come il suo vero capolavoro.
Abbandonata la corrente neorealista, si dedica a film più disimpegnati ma per questo non meno carichi di sensibilità e raffinatezza, come lo straordinario “L’Oro di Napoli”. Tra questi ricordiamo anche “La Ciociara” del 1961, “Ieri, Oggi e Domani” del 1964. Sempre nel 1964 diresse “Matrimonio All’Italiana”, il soggetto era la commedia teatrale Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, film che gli fruttò il terzo l’Oscar nel 1965.
Il quarto oscar arrivò con il film “Il giardino dei Finzi-Contini” del 1971, con il quale vince un’altra Statuetta nel 1972.
Morì a Parigi il 13 novembre del 1974, poco dopo avere girato il suo ultimo film “Il Viaggio”.

Sergio Segalini