BARRY WHITE

Convinto che la musica sarebbe stata la sua vita, lasciò la scuola a 15 anni. Ma ben presto, ansieme al fratello, si mise nei guai con la legge e dovette scontare sette mesi in un carcere minorile per aver rubato dei pneumatici. Più tardi disse: “Mentre ero in prigione, dovetti fare i conti con i miei errori e decisi che mai più in vita mia avrei consegnato la mia libertà nelle mani di qualcun altro”.
Barry Eugene Carter, il noto Barry White (Galveston, 12 settembre 1944 – Los Angeles, 4 luglio 2003), è stato un cantautore, polistrumentista e produttore discografico statunitense, vincitore di due Grammy Award. Nella sua carriera ha venduto più di 100 milioni di dischi.

Il gigante buono, ispirato da “It’s now or never” di Elvis Presley, appena maggiorenne decise di unirsi al gruppo soul “The Upfronts”, che registrò in breve tempo 6 singoli.
Nel 1969, si separò dalla prima moglie dalla quale ebbe quattro figli e successivamente diventò padre di altri quattro figli avuti dalla seconda moglie. 
Agli inizi degli anni 70, Barry White scoprì un trio femminile, le “Love Unlimited”, a cui apparteneva la seconda moglie, Glodean James, e produsse il loro hit del 1972 “Walkin’ in the rain with the one I love”, che vendette un milione di copie. Pochi sanno che Barry White era anche un attivo produttore discografico, un’attività dietro le quinte che svolgeva con grande passione.
Nel 1973, si lanciò in un’avventura solistica, sfornando lo strumentale “Love’s theme”, al quale spetta il merito di aver inaugurato l’era della disco music. 

Nel 1974, andò in cima alle classifiche lcon ‘album “Can’t get enough” di cui “You’re the First, the Last, My Everything”, scritta dallo stesso Barry White, Anthony Sepe e Peter Sterling, fu il simbolo di dance music di quei anni.
Gli anni Ottanta furono un periodo di relativa oscurità; solo nel 1994 la “Practise what you preach” lo rivide in testa alle classifiche dopo quasi diciassette anni di assenza. 
Nonostante che la sua popolarità sia stata massima negli anni 70, il cantante ha ricevuto il primo dei suoi due “grammy” nel 2000, per la miglior performance maschile assoluta e di R&B tradizionale grazie al recente “Staying power”.
Da tempo sofferente di probblemi renali causati dalla pressione alta, si spense il 4 luglio del 2003, a 58 anni. 

Sergio Segalini