FAUSTO COPPI

“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi”.
(Mario Ferretti all’apertura della radiocronaca della Cuneo-Pinerolo, terzultima tappa del Giro d’Italia del 1949)
La sua storia di ciclista, caratterizzata dalla rivalità-alleanza con Gino Bartali (Ponte a Ema, 18 luglio 1914 – Firenze, 5 maggio 2000) e le vicende della vita privata, segnata dalla relazione segreta con la “Dama Bianca”, hanno fatto del leggendario ciclista una figura rappresentativa dell’Italia degli anni ’50.
Angelo Fausto Coppi (Castellania, 15 settembre 1919 – Tortona, 2 gennaio 1960), ciclista su strada, considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi soprannominato il Campionissimo o l’Airone, fu il corridore più vincente e famoso dell’epoca d’oro del ciclismo. Eccellente passista, scalatore e buon velocista, era un corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada. Fu anche un campione di ciclismo su pista.
Nasce a Castellania, in provincia di Alessandria, in una famiglia di modeste origini. Ragazzo cordiale ed educato con modo introverso e con naturale gentilezza iniziò a lavorare come garzone in una salumeria. Scoprì la passione della bicicletta quando suo zio gli regalò una vecchia bicicletta. Le lunghe passeggiate in bicicletta presto divennerò un suo hobbi che lo aiutava a distendersi.
Nel luglio 1937, disputò la sua prima corsa. Il tracciato non è facile, anche se si svolge tutto in prevalenza da un paese di provincia all’altro. A metà gara si trovò costretto a ritirarsi per una gomma sgonfia.

Fausto Coppi di fronte alla dedica dei suoi fan
Fausto Coppi di fronte alla dedica dei suoi fan

Intanto scoppia la seconda guerra mondiale. Coppi è Caporale della terza squadra di un plotone in quadrato nella compagnia agli ordini di Fausto Bidone, viene fatto prigioniero degli inglesi in Africa, a Capo Bon. Il 17 maggio 1943 venne internato a Megez el Bab e poi trasferito al campo di concentramento di Blida, nei pressi di Algeri. Una volta tornato a casa riprese gli allenamenti.
Il 22 novembre 1945, a Sestri Ponente, sposa Bruna Ciampolini e diventa papà di Marina. Poi nascera Faustino della scandalosa relazione con la Dama Bianca.
Poco dopo, viene chiamato alla Legnano, che diventa di fatto la prima squadra professionistica a cui prende parte. In seguito passerà alla Bianchi, Carpano, Tricofilina ed alla fine del 1959 si lega alla S. Pellegrino.
Al primo anno di professionismo arriva con 3’45” di vantaggio nella tappa Firenze-Modena del Giro d’Italia, conquista una vittoria che gli consente di smentire le previsioni generali che volevano Gino Bartali vincitore della corsa rosa. Giunse infatti a Milano lui, Fausto Angelo Coppi.
Altre cavalcate solitarie che fecero scorrere fiumi d’inchiostro furono: quella di 192 Km nella tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia del 1949, quella di 170 Km del Giro del Veneto e quella di 147 Km della Milano-Sanremo del 1946. Coppi vinse 110 corse di cui 53 per distacco.
Si aggiudicò anche due volte il Tour de France nel 1949 e nel 1952 e cinque volte il Giro d’Italia del 1940, 1947, 1949, 1952 e 1953 entrando nella storia per essere uno dei pochi ciclisti al mondo ad aver vinto Giro e Tour nello stesso anno.
Al suo attivo vi furono tre volte la Milano-Sanremo nel 1946, 1948, 1949, cinque Giri di Lombardia nel 1946-1949, 1954, due Gran premi delle Nazioni nel 1946, 1947, una Parigi-Roubaix nel 1950 e una Freccia vallone nel 1950.
Morì, a 41 anni, il 2 gennaio 1960 per una malaria contratta durante un viaggio in Alto Volta.


Giorgio Resmini