Un’ opera di Vincent Wiliam Van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Olise, 29 luglio 1890), è conosciuta dal grande pubblico principalmente per i colori della Provenza, ma la faticosa ricerca artistica che ha segnato l’intera vita di Vincent Van Gogh, ha inizio nei Paesi Bassi. Il 30 marzo del 1853, in un paese del Brabante Olandese, Groot Zundert, nasce Van Gogh, il maggiore di tre sorelle e due fratelli. Autore di ben 864 tele e di più di mille disegni, tanto geniale quanto incompreso in vita, influenzò profondamente l’arte del XX secolo. Ha trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali ed i suoi lavori erano molto poco conosciuti e apprezzati ancor meno. Soltanto dopo quasi trent’anni dalla sua morte incomiciò ad essere riconosciuta la sua genialità.
Il 30 luglio del 1869 Vincent entra a far parte, come semplice venditore, della succursale all’Aja della famosa galleria parigina “Goupil”; il giovane non mostra ancora una particolare inclinazione, ma il suo interesse per la pittura e per la letteratura inizia a crescere considerevolmente. Nel 1873 è trasferito nella prestigiosa succursale di Londra e subisce la sua prima delusione d’amore che gli causa un profondo sconforto e un ossessivo interesse per la religione. Nel 1875 è trasferito a Parigi, ma a causa di numerose assenze e ritardi, Vincent è licenziato dalla galleria; troverà per il resto della vita un sicuro sostegno finanziario in suo fratello Theo, il quale lo incoraggia a dedicarsi esclusivamente alla pittura. Tra il 1876 e il 1880 Vincent intraprende la carriera ecclesiastica senza successo e decide di tornare a Nouen dalla famiglia, dove realizza circa 200 dipinti. Nel 1885 muore improvvisamente il padre e Vincent decide di recarsi a Parigi dove trascorre anni felici e si confronta con pittori come Henride Toulouse-Lautrec, Bernard e soprattutto Paul Gauguin, con cui divide l’appartamento parigino. Nel 1888 le sue crisi di follia iniziano a diventare più frequenti, tanto da aggredire Gauguin e tagliarsi un orecchio per donarlo ad una prostituta. L’anno seguente entra di sua spontanea volontà nell’ospedale psichiatrico, ma le crisi diventano più frequenti e intense. Nel 1890 raggiunge il fratello Theo a Parigi, dove si fa visitare da un medico. Il 27 luglio si spara un colpo di rivoltella al cuore e muore due giorni dopo.
Tra gli antenati di Vincent Van Gogh si posso trovare orafi e scultori e la madre, Anna Cornelia Carbentus era molto portata per la scrittura e per il disegno. Vincent è un bambino dall’aria sognante e appare scontroso, ma si sente in stretta comunione con la natura, meditando per ore nei campi, studiando le piante e gli insetti con un grande desiderio di scoprire il segreto delle cose.La sua smodata passione per la religione si tramuta in una preoccupazione per la famiglia e Vincent, licenziato dalla galleria Groupil, decide di accettare una proposta di lavoro nel Kent, come professore di francese e tedesco, sebbene non conoscesse molto queste due lingue. A Ransgat affianca il pastore metodista Jones ed è profondamente colpito dalla povertà e dalla miseria operaria. Decide, perciò, di aiutare i più poveri, di servirli e farsi pastore. La famiglia, esasperata, decide di aiutarlo, ma Vincent è bocciato agli esami per l’ingresso in seminario. Van Gogh regala tutto ciò che possiede ai poveri e rinuncia alla sua camera per dormire sul pavimento di un bugigattolo; aiuta i malati e scende nelle miniere con gli operai. La figura di Van Gogh è da sempre l’emblema del binomio “Genio e sregolatezza” tanto che durante il suo soggiorno a Nouen, Vincent crea il suo atelier in una lavanderia e sconvolge l’intera comunità per la sua netta indifferenza verso le convenzioni sociali e per la moda del tempo.
La vita sentimentale di Vincent è sempre stata travagliata da sentimenti accecanti e passioni smodate e mai ricambiate: la prima delusione gli fu inflitta da Ursula Layer che era segretamente fidanzata e rifiutò la sua proposta, poi, dalla cugina Kee Vos e infine da Cristhine, detta Sien, una prostituta che finì alcolizzata e che Vincent non sposò solo dopo essere stato convinto da Theo. La follia di Vincent può essere stata causata all’utilizzo di colori tossici, poiché erano spesso ricavati da minerali contenti Piombo o Arsenico. Le erplessità riguardo alla morte di Vincent Van Gogh sono molte e uno studio molto recente ha affermato che il pittore non si sarebbe tolto la vita volontariamente, ma in seguito ad una tragica fatalità avvenuta durante la sua abituale passeggiata nel bosco. Vincent, infatti, sarebbe stato ferito da un colpo accidentale sparato da due bambini che giocavano con l’arma e, il pittore, per non mettere in pericolo il futuro dei bambini, finse il suicidio, consapevole che oramai la sua vita fosse giunta alla fine.
Francesco Vaccari