MAGGIOLINO

Il nome Volkswagen non è a caso, significa “macchina per il popolo”.

La VW Typ 1, è stata prodotta per 65 anni dal 1938 al 2003 e ne furono costruiti 21.529.464 esemplari. E’ conosciuta con diversi nomi a secondo del paese, viene chiamata Käfer in Germania, Coccinelle in Francia, Beetle o Bug in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, Fusca in Brasile e Vocho in Messico. Il nome “Maggiolino” non le è stato attribuito sin dall’inizio, infatti inizialmente era identificata come il “Typ 1” fino al modello del 1968, quando, per la prima volta, una brochure pubblicitaria la definì “Der Käfer” (il Maggiolino).  

La sua storia ha inizio con la richiesta di Adolf Hitler, che nel corso di un suo discorso del 1934 annunciò di volere mettere in produzione un’auto per tutti, convinto che l’automobile non dovesse essere un privilegio, infatti, la scelta del nome Volkswagen non fu a caso, significa “macchina per il popolo”. In realtà questo l’dea di una macchina per il popolo fu copiata dall’idea propagantistica di Benito Mussolini che, nel 1930, aveva convocato il senatore del Regno d’Italia Giovanni Agnelli per informarlo della “inderogabile necessità” di motorizzare gli italiani con una vettura economica che non costasse più di 5.000 Lire.
Era sicuramente una novità, poiché in quegli anni le automobili era un bene di lusso e non per tutte le tasche. E’ un progetto che Ferdinand Porsche pensava da anni, e risulta che lo aveva proposto prima alla Mercedes-Benz, e in seguito al produttore di motocicletta Zündapp, ma entrambe le aziende avevano rifiutato il suo progetto.
E come d’incanto fu interpellato insieme a Jakob Werlin della Mercedes-Benz, ma fu scelto lui, Ferdinand Porsche.

il progettista che ebbe il compito di realizzare un’auto con le seguenti caratteristiche fornite da Adolf Hitler stesso: 1) Capacità di trasportare 5 persone o tre soldati e un mitragliatore. 2) Viaggiare oltre i 100 km/h consumando in media 7 litri per 100 km. 3) Non avere un prezzo superiore ai 1000 Reichsmark (moneta tedesca tra 1924 al 1948), corrispondete a 7 volte lo stipendio di un operaio. 4) E’ per esigenze personali del Fuhrer, doveva essere anche un eventuale mezzo bellico leggero, utilizzabile su tutti i fronti, dalla Russia al deserto africano.
Nel 1936, furono presentati i primi tre prototipi (due berline ed una cabriolet). Hitler ordinò allora di realizzare in Germania quello che fino ad allora era accaduto solo negli Stati Uniti: “auto per tutti”.
L’automobile venne inizialmente nominata KdF-Wagen, (Kraft durch Freude Wagen), ovvero “auto della “organizzazione” Forza attraverso la Gioia”, dal nome dell’ente dopo lavoro-ricreativo di stato. Il finanziamento e l’organizzazione vennero affidate Reich (KdF), l’istituzione pubblica che offriva ai tedeschi, prezzi popolari per vacanze, spettacoli e divertimenti in genere. La promessa propagandistica del Fuhrer prospettava investimenti ingenti e non garantivano nessun ritorno economico, e così sfumava qualsiasi coinvolgimento da parte di privati.
Quindi venne proposto ai lavoratori tedeschi una quota settimanale di auto, che veniva scalato dal diritto d’ auto di famiglia: poi con le enormi somme anticipate dai lavoratori permisero la realizzazione del grande complesso produttivo Volkswagen a Wolfsburg.

Typ 1 si dimostrò tecnologicamente moderna per i tempi, vantando una meccanica semplice e robusta. Il design di Ferdinand Porsche era tondeggiante e aerodinamico. Il motore era un boxer quattro cilindri da 985 cm³ e 23,5 cavalli di potenza.
Il raffreddamento era ad aria, con un piccolo radiatore per l’olio. Il lubrificante contribuiva a mantenere stabile la temperatura del motore, e grazie al rapido raffreddamento garantito dal radiatore, la coppa dell’olio aveva una capienza di soli 2,5 litri. Questo modello è noto come Pretzelfenster, “Due Vetrini” in Italia, per il lunotto posteriore separato in due.
Debuttò al Salone di Berlino nel 1939 riscuotendo un grande successo. Ma, nello stesso anno, l’inizio della seconda guerra mondiale e la fabbrica di Volkswagen si concentra unicamente sulle produzioni belliche. Il Maggiolino ha fatto la sua parte nell’esercito tedesco impegnato nella Guerra, divenendo un mezzo bellico leggero utilizzato su tutti i fronti, dalla Russia al deserto africano.Tra i progetti su base di maggiolino, più originali al fine di contrastare la penuria di benzina in Germania, c’è quello della celebre Kübelwagen (Typ 82), prodotta in circa 55.000 esemplari dal 1940 fino al 1945; caratterizzata da lamierati piani, stampati con nervature di rinforzo, alimentata a gas generato dai carboni di legna, dotata di un bruciatore nel cofano anteriore.
L’anfibia Schwimmwagen (Typ 166), sulla base della Kübelwagen, capace di “nuotare” ad una velocità di 10 km/h e sempre sviluppata, era dotata di trazione integrale e di una elica ribaltabile collegabile con un prolungamento all’albero motore. Le ruote anteriori fungevano da timone, e il passo accorciato rispetto al modello da cui derivava permetteva alla Schwimmwagen una buona manovrabilità in acqua. Venne prodotta dal 1942 al 1944 in circa 14.000 esemplari, ma attualmente solo 150 sono in condizioni di marciare.

La Kommandeurwagen (Typ 82E) era il Maggiolino in versione bellica; sviluppato sulla base della Kübelwagen, era dotata di tetto in tela ripiegabile, 4 ruote motrici, cambio con rapporti ridotti, differenziale autobloccante. Venne impiegata nella campagna russa, ben pochi Kommandeurwagen tornarono dalla Russia, e oggi sono rari.
Terminata la seconda guerra mondiale, la fabbrica era quasi completamente distrutta dai continui bombardamenti. Dietro il consiglio di un ufficiale inglese, Ivan Hirst, , ingegnere meccanico e esperto di automobili, suggerì di rimettere in funzione la fabbrica allo scopo di costruire automezzi per l’esercito britannico. La sua idea fu approvato dalle autorità inglesi, a patto che seguisse lui personalmente, impiegando la manodopera di prigionieri francesi, polacchi, russi e Italiani. La costruzione edile dello stabilimento fu affidata agli operai italiani, furono terminati negli ultimi mesi del 1945 e la produzione riprese con difficoltà, riuscendo in breve tempo a stabilizzarsi sul migliaio di maggiolini al mese.
Nel frattempo, c’è il ritorno dell’ingegnere Ferdinand Porsche dal carcere della Francia, accusato per crimini di guerra. Si narra che rimase molto commosso vedere circolare tanti maggiolini per le strade della Germania.

Morì il 30 gennaio del 1951, lasciando a suo figlio Ferdinand “Ferry” Porsche la guida della sua casa automobilistica appena fondata.
All’inizio degli anni ’50 la Volkswagen estende il proprio commercio oltre i confini della Germania, paesi come Brasile, Stati Uniti d’America (con l’aspettativa di sei mesi), Messico e Sud Africa.

  • Dal 1948, una quota delle “Maggiolino” prodotte, furono messe in vendita anche per i cittadini tedeschi, al prezzo politico di 4.500 RM; praticamente pari al 2% del valore reale. Per acquistare l’automobile, però, era necessario ottenere la cedola di prenotazione che, i pochi funzionari incaricati all’emissione, rilasciavano unicamente dietro consegna di 100 uova sottobanco. Non appena ottenuta la vettura, i nuovi proprietari si affrettavano a vendere la ruota di scorta sul mercato nero, ricavando mediamente la cifra di 6.000 RM. I nuovi proprietari mediante un’ulteriore consegna di 50 uova ” avevano diritto ad acquistare una seconda ruota di scorta.
  • Il Maggiolino è l’unica auto costruita in serie in grado di galleggiare sull’acqua. Nel 1963, due appassionati bolognesi attraversarono lo Stretto di Messina a bordo di un Maggiolino con seguenti modifiche, una elica collegata all’albero motore, l’isolamento stagno delle parti elettriche e dell’abitacolo, gli scarichi spostati verso l’alto.
  • All’inizio degli anni ’50, lo Studio Porsche realizzò un motore diesel su base del motore originale a benzina di 1192 cm³, portato a 1290 cm³, mantenendo sempre lo stesso schema dei cilindri con il raffreddamento ad aria, con un peso inferiore ai 40 chilogrammi. Il progetto non andò mai in porto: il motore era troppo rumoroso e troppo lento, ci voleva più di 60 secondi per arrivare a 100 km/h.
  • Nel 1950, il Maggiolino viene affiancato dal Volkswagen Typ 2, costruito sulla stessa meccanica: è il secondo modello della casa di Wolfsburg.
  • Nel 1953, viene fatto il primo restyling, con un’ unico lunotto posteriore invece che separato e prende il nome di “Ovalino”.
  • Nel 1955 viene realizzato il milionesimo Maggiolino, oggi conservato nel Museo Volkswagen di Wolfsburg.
  • Nel 1958, viene richiesto, per qualche innovazione, l’intervento di Sergio Pininfarina. L’ingegnere designer rendendosi conto della perfezione del progetto, si limita solo consigliare di sostituire il vecchio lunotto con un lunotto più grande e quadrato. Nella stessa occasione tutte le superfici dei vetri furono leggermente aumentate in altezza, per offrire una migliore visibilità, e vennero dotati gli pneumatici privi di camera d’aria tubeless. Ma il modello di Pininfarina è sempre stato apprezzato di meno rispetto i modelli precedenti col lunotto ovale e del due vetrini.
  • Nel 1959, Gianni Mazzocchi, editore e direttore della rivista Quattroruote, mise a durissima prova l’affidabilità del Maggiolino, facendo percorrere, a due maggiolini, 100 volte la nuova Autostrada del Sole Milano – Bologna, per sedici giorni consecutivi senza interruzione. Un solo guasto ad una delle due vetture al 74º giro, riparata, il centesimo giro si conclude per entrambe con18.664 km ad una media di 110 km/h. Ma i tecnici Volkswagen, non pienamente soddisfatti, invitano a proseguire il test. I successivi cento giri vengono percorsi ad una media di 130 km/h. Un Maggiolino si ferma al 118º giro, invece l’altro termina i 200 giri, percorrendo quasi 40.000 km senza sosta.
  • Nel 1964 ci fu un ulteriore aumento delle superfici del vetro per renderlo ancora più luminoso.·               Nel 1967 alcuni cambiamenti radicali: fanali anteriori tondi e quasi verticali (come da modello americano).

  • Nel 1970 cessa la produzione della versione cabriolet del Maggiolino e contemporaneamente esce di produzione il motore 1500 cm³. La versione berlina invece continuerà con motori 1200 cm³ e 1300 cm³. Nello stesso anno, verrà presentato il cosiddetto “Maggiolone”, che sarà commercializzato sia in versione berlina che cabriolet fino 1972.
  • Nel 1972, viene introdotta la versione con i fanali posteriori a “zampa di elefante”, Quest’ultima modifica fu applicata nello stesso periodo anche ai Maggiolini.
  • Nel 2003, il 30 luglio, esce dal montaggio anche l’ultimo Maggiolino, terminando la carriera con oltre 21 milioni di esemplari prodotti e 65 anni di produzione.

 

Il Maggiolino era sempre stata l’unica risorsa di della Volkswagen, che ormai iniziava un calo di domanda e la mancanza di nuovi modelli stavano condannando l’azienda. Per contrastare questa grave crisi, fu chiamato il designer italiano Giugiaro, infatti Giugiaro progettò la salvezza della fabbrica tedesca, ispirandosi alla berlina media Fiat 127, creo la Golf che seppe trainare fini al consolidamento definitivo della Volkswagen.
Sulla base dalla solida, economica e facilmente reperibile meccanica del Käfer nacquero molti altri modelli, non solo marchiati Volkswagen, ma anche Karmann-Ghia e Porsche.

  • VOLKSWAGEN TYP 2 1950, Il pulmino più famoso ed apprezzato del mondo.
  • AUTOZODIACO DUNE BUGGY 1971, sviluppato sul telaio accorciato del Maggiolino, con carrozzeria in vetroresina, telaio tubolare, motore a vista e adattamenti per un fuoristrada estremo, Autozodiaco produsse in Italia una breve serie di Dune Buggy. Divenne famoso in alcuni film italiani.
  • PORSCHE 356, la meccanica del Käfer fu la base di partenza per la prima sportiva di casa Porsche. Invariato lo schema motore-trazione posteriore, la 356 adottava il motore 1100, modificato con doppio albero a camme per bancata e doppio carburatore. Nella prima serie la potenza era di circa 40 cavalli, sia in versione della berlina che della cabrio. In seguito, fino all’avvento della sua sostituta, adotterà motori 1300, 1500 e 2000 (l’ultima versione, con quasi 130 cavalli). I motori 1500 e 2000 vennero utilizzati poi sulla Porsche 912, “sorella” economica e spartana della Porsche 911.

 

Il Maggiolino prese parte a diverse competizioni sportive, ottenendo i seguenti risultati:

  • 1º al East African Safari, 1953, 1954, 1957, 1962.
  • 1º al Rally di Svezia, 1956.
  • 1º al Mobilgas Trial (14.000 km), 1956, 1958.
  • 1º al Giro di Australia, 1958 (ben 8 maggiolini nei primi 8 posti).
  • 1º al Rally dei 1000 Minuti, 1967, 1968, 1969.
  • 43º alla Mille Miglia del 1954

 

Storie su maggiolino.

  • Heinz Nordoff, certo dell’affidabilità estrema del Maggiolino, mise in palio un orologio d’oro ed una targa ricordo per chiunque riuscisse a percorrere 100.000 chilometri col suo Maggiolino senza manutenzione straordinaria. Il premio non venne mai assegnato, perché si presentarono troppi vincitori.
  • Il noto Ted Bundy, serial killer statunitense attivo in particolar modo nei primi anni ’70, aveva come macchina un Maggiolino color bronzo sul quale caricava le sue giovani vittime incoscienti che venivano poi orribilmente uccise.
  • Il Maggiolino compare in svariate apparizioni cinematografiche. La più famosa è l’auto Herbie apparsa nel film della Disney Un maggiolino tutto matto. Inoltre, fa la sua comparsa anche nel film Ardenne ’44, un inferno.
  • Dylan Dog, il noto indagatore creato da Tiziano Sclavi, guida un Maggiolino cabriolet bianco. Nel film il Maggiolino diventa nero con la capote bianca.
  • Un Maggiolino cabrio elaborato fu posseduta anche da Paul Newman, con motore V8 disposto in posizione posteriore-centrale.


Arman Golapyan