The Met: il Metropolitan Museum of Art di New York

È uno dei più grandi e conosciuti musei al mondo e vanta una collezione di oltre 2 milioni di opere d’arte. Inaugurato nel 1872 con un patrimonio iniziale di circa 174 dipinti, accrebbe velocemente il numero di opere con notevoli acquisizioni che comportarono la necessità di una nuova e più ampia struttura. Solo nel 1880, infatti, fu terminata l’attuale sede, nei pressi di Central Park, la quale, a sua volta, fu in più occasioni ampliata fino a raggiungere gli attuali 180.000 m². Il Museo consta inoltre di una sede succursale dedicata all’arte medievale e chiamata The Cloisters. Il Met è stato oggetto di molte critiche, negli ultimi anni, a causa della politica di acquisti e cessioni adottata, indirizzata alla vendita di diverse opere di medio-alto valore al fine di acquisire pezzi di valore superiore e di fama internazionale. Il Met è attualmente organizzato in diciannove sezioni: la prima, dedicata all’arte egizia, conserva reperti derivati dagli scavi archeologici compiuti nella prima metà del Novecento quali il Tempio di Dendur letteralmente smontato e ricostruito nel museo; la seconda ospita la collezione di arte mediorientale antica, con tavolette a scrittura cuneiforme, sigilli e oggetti di varia natura; la sezione di arte greca e romana, con oltre 35.000 opere conservate, conta pezzi provenienti dalle isole Cicladi, sarcofagi e la ricostruzione di una stanza di una villa romana rinvenuta a Boscoreale; molto interessanti anche le sezioni di Arte asiatica (con dipinti e stampe cinesi, oggetti, opere tibetane e nepalesi), Arte islamica (con oggetti di uso religioso e comune, arazzi, miniature e libri), Arte africana/oceanica/americana, Arte medievale (con pezzi databili tra il IV e il XVI secolo, tra i quali opere bizantine, arazzi, statue e gioielleria). La sezione che tra le altre suscita maggiore interesse è sicuramente quella dedicata alla Pittura europea che vanta importantissime acquisizioni relative alla scuola italiana, francese e olandese: a queste infatti appartengono le opere di Andrea del Sarto, Botticelli (Annunciazione e Comunione di San Girolamo), Caravaggio (Sacra Famiglia e altre opere), Carpaccio, Correggio, Gentile da Fabriano, Donatello, Michelangelo, Domenico Ghirlandaio, Giotto (Adorazione dei Magi), Raffaello (Pala Colonna e Orazione nell’orto), Andrea Mantegna e Tiziano (Venere e Adone e Madonna Bache) per la parte italiana; Bosch (Adorazione dei Magi), Bruegel il Vecchio, Petrus Christus, Memling, Rembrandt (Aristotele contempla il busto di Omero e altre opere), Van Eyck (Crocefissione e Giudizio finale), Vermeer e Van Gogh (Autoritratto con cappello di paglia) per l’area fiamminga e olandese; David, Bonnard, Edgar Degas, Paul Gauguin (Ave Maria), Monet (La terrazza a Sainte-Adresse e La Manneporte) e Seurat (La parata al circo e altre opere) per la scuola francese. Non certamente trascurabili inoltre le opere di Böcklin (L’isola dei morti), Dürer, Salvador Dalì (Corpus Hyprcubus), Francisco Goya (Majas al balcone), El Greco e Pablo Picasso (Arlecchino pensoso e Ritratto di G. Stein) per l’area tedesca e spagnola. Per la sezione relativa alla Scultura europea, il Museo conta statue e pezzi di arte decorativa prevalentemente rinascimentali, ma anche il Baccanale di Bernini e I cittadini di Calais di Rodin. La sezione dedicata alla pittura e scultura americana ospita opere di Jackson Pollock, alle quali si sommano pezzi di arte decorativa che includono alcuni esempi di argenteria firmati Tiffany & Co. Infinita la collezione di stampe e disegni con esempi firmati Leonardo da vinci, Edgar Degas, Anton Van Dyck e Michelangelo. Oltre ad un’ampia ala dedicata all’arte moderna (che vanta 40 tele di Paul Klee), il Met dedica altre sezioni alle Armi e armature, provenienti dalle più diverse aree geografiche e periodi storici, all’Abbigliamento e costumi (con periodiche sfilate a tema), alla Fotografia (con oltre 20.000 pezzi), agli Strumenti musicali, ai quali infine si sommano le biblioteche specializzate pertinenti il Museo. The Met: la cultura a 360°.
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Federica Gennari