PAN E SIRINGA

Fra i diversi temi ricorrenti del maestro Peter Paul Rubens (Siegen, 28 giugno 1577 – Anversa, 30 maggio 1640), considerato l’archetipo del “barocco”, troviamo diverse versioni raffiguranti “Pan e Siringa”, come i dipinti già conosciuti e illustrati qui sotto. Ma recentemente ho scoperto un dipinto di olio su tela cm.112 x 88 realizzato intorno al 1620, raffigurante solo Pan, senza l’amata Siringa, che il maestro fiammingo immortalò nell’istante in cui si trova fra le mani Siringa ormai trasformata, per sfuggire da lui, in un fascio di canne. In questo dipinto il paesaggio é opera di Jan Wildens (Anversa, 1586 – Anversa, 22 ottobre 1653), collaboratore abituale e parente di Rubens.
Peter Paul Rubens, grandioso nel dipingere la “forza e il movimento”, dipingeva di solito l’incarnato e le parti principali del dipinto per poi seguire attentamente i suoi collaboratori nella realizzazione dei paesaggi e nature morte.

ll mio dipinto inedito, con la sua altezza di 88 cm, mi dà la sicurezza sulla sua appartenenza ad una serie di dipinti satirici di Rubens, di cui una è nella collezione di buckingham palace con una larghezza di 88 cm e una altezza di 61 cm. Il paesaggio di questo dipinto però gode dell’intervento paesaggistico di Jan I Brueghel (Bruxelles, 1568 – Anversa, 12 gennaio 1625).
Ovidio narra che, il dio Pan, nella mitologia graca mezzo uomo e mezzo caprone, figlio di Ermes edella ninfa Drione, si innamorò di Siringa, una bellissima ninfa dell’acqua di Arcadia, figlia del dio dei fiumi Ladone
. Tutto iniziò quando Siringa, un giorno, di ritorno dalla caccia, incontrò Pan, il quale infatuato la inseguì nella palude, alla sponda del fiume Ladone, dove, Siringa vedendosi raggiunta, invocò le Naiadi che la mutarono in canne palustri. Pan, nel momento in cui pensava di aver raggiunto la ninfa, si trovò davanti ad un fascio di canne, momento illustrato nel nostro dipinto.
Quando il vento soffiò attraverso queste canne, si udì una melodia lamentosa. Così, Pan, ancora infatuato, non riuscendo a identificare in quale canna si era trasformata Siringa, ne prese alcune, ne tagliò sette o nove pezzi di lunghezza decrescente e li unì uno di fianco all’altro.

Così naque lo strumento musicale che portò il nome della sua amata Siringa: uno strumento musicale aerofono, costituito da più canne, il cui numero può variare, di lunghezza diversa e legate o unite tra loro. Per ottenere il suono si soffia trasversalmente sulle aperture superiori delle canne. Da allora Pan fu visto raramente senza di esso. 
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Arman Golapyan