É stata presentata al pubblico dagli inizi del 2013 il nuovo allestimento della Sala 35 della Galleria degli Uffizi, ovvero della stanza tra le più amate dal grande pubblico, detta Sala di Michelangelo.
Presentata da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, il restauro è stato interamente finanziato dall’Associazione Amici degli Uffizi, con un costo di 130.000 Euro. Un grazie va riconosciuto alla generosità degli Amici degli Uffizi, visto che la Galleria può presentare questo momento altissimo della pittura del primo Cinquecento fiorentino in un allestimento innovativo e coinvolgente, per un pubblico sempre più attento ed esigente.
La riposata visione d’opere adottata nelle sale ‘rosse’ al primo piano degli Uffizi si conferma per l'interesse nel vano ampio riservato a Michelangelo e agl’incunaboli proprio della ‘maniera moderna’. Solo una lettura quieta dei dipinti può aiutare la mente e il cuore a comprendere d’essere al cospetto d’un testo che richiede gli stessi tempi d’un brano di poesia”. “È sempre con grande emozione, ha sottolineato Maria Vittoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi, che assistiamo al compimento di ogni progetto patrocinato dalla nostra Associazione e siamo particolarmente orgogliosi di aver contribuito, grazie al fedele sostegno dei nostri Amici degli Uffizi e dei Friends of the Uffizi Gallery.
La sistemazione della sala ha riguardato la coloritura delle pareti, la ristrutturazione del grande lucernario, degli impianti di sicurezza e del vetro protettivo e antiriflesso del ‘Tondo Doni’ di Michelangelo, fino alla nuova illuminazione dei quadri.
La Sala 35 si trova al secondo piano della Galleria degli Uffizi. Le sue pareti rosse, come tutte quelle dedicate al Cinquecento del primo piano, conservano i capi d’opera dipinti a Firenze agli esordi del secolo. Il ‘Tondo Doni’, unica pittura certa di Michelangelo, fondamentale per la nascita di quella ‘maniera’ che Giorgio Vasari chiamò ‘moderna’, occupa il centro della parete di fronte all’accesso. È il vero fulcro di una stanza che è l’emblema del valore innovativo dell’arte fiorentina in quella stagione cruciale. Ai lati del Tondo campeggiano le due tavole dipinte per la camera Borgherini da Francesco Granacci, amico di Michelangelo.
Sulle pareti laterali sono poi esposte le tavole dei maestri che a Firenze diedero vita alle due principali scuole pittoriche d’allora: a sinistra, la Scuola di San Marco, con Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli; a destra, la Scuola dell’Annunziata, con Andrea del Sarto e il ‘compagno’ Franciabigio. A far da cardine ai dipinti, al centro della stanza, come novità del nuovo allestimento, è posta la monumentale statua di Arianna, nota ai più col nome di Cleopatra. È proprio con quest’ultimo nome che la menziona il Vasari, quando l’annovera nel gruppo dei marmi ellenistici i quali, a suo giudizio, furono d’un fascino così intenso da condizionare il corso dell’arte, dando avvio, appunto, alla cosiddetta ‘maniera moderna
Paolo Fontanesi