Marcello Vincenzo Domenico Mastroianni, nato a Fontana Liri (Frosinone), il 28 Settembre 1924, ebbe la fortuna di respirare aria di cinema fin dalla più tenera età.
Dopo brevissime apparizioni, da bambino, addirittura per alcuni film di Vittorio De Sica, e conseguita la maturità liceale, si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio; inserendosi nei gruppi del Centro Universitario Teatrale, viene notato da Luchino Visconti, che lo chiama per interpretare importanti ruoli in lavori quali “Un tram chiamato desiderio” e “La locandiera”.
Man mano le comparsate divengono cospicue, e la pellicola che lo rivela è “Le ragazze di Piazza di Spagna”, del 1952: già in quelle prove d’esordio, Mastroianni si dimostra adatto ai prodotti delicatamente in bilico tra neoralismo e commedia all’italiana.
Ciò è confermato da “Giorni d’amore” di De Santis: arriva così a delinearsi la figura tipica di Mastroianni attore, cioè un uomo buono e sottilmente malizioso, leggermente melanconico; tali caratteristiche vengono talvolta abbinate, a mo’ di contrasto, a quelle parallele di Sophia Loren, in lungometraggi come “Peccato che sia una canaglia” o “La fortuna di essere donna”.
La svolta decisiva di carriera giunge però con “La dolce vita” del 1960, opera di costume e simbolo di un’epoca: qui Mastroianni, nelle vesti di un moderno antieroe disilluso e frustrato, segna l’inizio d’un duraturo e brillante legame artistico con Federico Fellini.
Il sodalizio con quest’ultimo si ripete in “Otto e mezzo” del 1963, dove Marcello assume i panni biografici del regista riminese: nessun altro attore, probabilmente, è mai stato in grado di rappresentare quell’alter ego di cui Fellini necessitava; il successo non si fa attendere, e nemmeno la risonanza internazionale.
In seguito, nei primi anni sessanta, ottiene un personale trionfo per “Divorzio all’italiana” e “I compagni”; recita assieme alla Loren in vari film di De Sica, ed è protagonista in diverse produzioni di Ferreri, tra le quali “La grande abbuffata”, “Ciao maschio” e “Storia di Piera”. Lavora con Petri a “L’assassino”, con Scola a “Dramma della gelosia”, “Splendor” , “Che ora è?” e “Una giornata particolare”, una delle sue prove migliori.
Il prosieguo della carriera è stato una continua gloria accanto ai migliori registi; negli ultimi anni, si rammenta la partecipazione a “Sostiene Pereira”, opera dal forte messaggio sociale, e “Mi ricordo, sì mi ricordo”, documentario postumo di montaggio in forma di monologo.
Versatile, dotato di indiscussa bravura , ha trasmesso l’immagine di un uomo colto e sensibile, estraneo ai capricci divistici, che ha simboleggiato egregiamente la cinematografia italiana a livello mondiale: i tanti premi, ad esempio i tre “Prix d’interprétation masculine” al Festival di Cannes, ne sono la conferma.
Mastroianni si è spento il 19 dicembre 1996, nella sua casa di Parigi.
Gabriele Fagioli.