LUIGI PIRANDELLO, RIVOLUZIONARIO DEL TEATRO

“Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco “Kaos”.    (Luigi Pirandello)
Luigi Pirandello (Grigenti, L’Agrigento di oggi, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936) fu un drammaturgo, scrittore e poeta italiano, Premio Nobel per la letteratura nel 1934.
Figlio di Stefano, che aveva partecipato all’impresa dei Mille, e Caterina Ricci-Gramitto, entrambi di sentimenti liberali.
Pirandello, dopo avere compiuto gli studi classici a Palermo, si trasferisce a Roma e a Bonn dove si laurea in Filologia Romanza.

– Nel 1889, a soli 24 anni, pubblicò la raccolta di versi “Mal giocondo” e due anni più tardi, nel 1891, pubblicò il libro di liriche “Pasqua di Gea”.
– Nel 1894, sposò nella sua Girgenti Maria Antonietta Portulano dalla quale avrà tre figli. Sono gli anni in cui la sua attività di scrittore comincia a farsi intensa: pubblica “Amori senza amore”, traduce le “Elegie romane” di Goethe e inizia a insegnare Letteratura Italiana all’Istituto Superiore di Magistero di Roma. Il merito che i critici attribuirono a Pirandello è quello di aver saputo registrare i passaggi fondamentali della storia e della società italiana dal Risorgimento fino alle crisi più diffuse interne alla cultura, al teatro e alla realtà sociale del mondo occidentale.

– Nel 1904, la pubblicazione del romanzo “Mattia Pascal” indica un punto di avvio attraverso cui, oltre a scardinare i meccanismi narrativi veristi, Pirandello coglie in pieno il dramma dell’uomo novecentesco.
Le produzioni dello scrittore siciliano si ispirano prevalentemente all’ambiente borghese che saranno poi definite in un loro piu preciso dettaglio nelle opere teatrali successive. Il passaggio dalle novelle al teatro avviene in modo molto naturale, per l’efficacia delle situazioni mentre la “poetica dell’umorismo” si trasformava in “drammaturgia dell’umorismo”.
– Nel 1916, così, iniziano ad apparire sulle scene “Pensaci Giacomino”, “Liolà”, “Così è (se vi pare)”, “Ma non è una cosa seria”, “Il Piacere dell’onestà”, “Il gioco delle parti”, “Tutto per bene”, “L’uomo la bestia la virtù”.
– Nel 1921, arriva ai “Sei personaggi in cerca d’autore”, l’opera che consacrano Pirandello drammaturgo di fama mondiale. L’opera venne rappresentato nel 1922 a Londra e a New York e nel 1923 a Parigi.

Ad un certo punto c’è labbandono da parte di pirandello della “poetica dell’umorismo” per abbracciare uno stile ideologico e di analisi psicologico ormai lontanissime da ogni tentazione naturalistica. Nascono così i “tre miti”: quello sociale “La nuova colonia”, quello religioso “Lazzaro” e quello sull’arte “I giganti della montagna” scritti a cavallo degli anni venti e degli anni trenta. Pirandello ha segnato un percorso vasto e interessantissimo non del tutto straneo dalle alchimie della fisica moderna. 
– Nel 1925, fu il fondatore di un Teatro dell’Arte a Roma che propose nuovi autori al pubblico italiano. 
– Nel 1929, fu nominato Accademico d’Italia.
– Nel 1934, l’anno del Nobel per la letteratura, organizzò un convegno internazionale a cui parteciparono i più importanti esponenti dei teatro come Copeau, Reinhardt, Tairov. 
– Nel 1934, morì lasciando incompiuto un nuovo lavoro teatrale, “I giganti della montagna”.
Il regime di Benito Mussolini avrebbe voluto per lui i funerali di Stato. Ma vennero invece rispettate le sue ultime volontà espresse nel testamento: “Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi”. 
Quindi, per sua volontà il corpo fu cremato, per evitare postume consacrazioni cimiteriali e monumentali. Le sue ceneri furono portate nella sua tenuta di contrada “Caos” e solo dopo alcuni anni furono incassate in una scultura monolitica.

Francesco Murini