JOSEPH PULITZER E IL PREMIO PULITZER

“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”. (Joseph Pulitzer).
Joseph Pulitzer (Makó, 10 aprile 1847 – Charleston, 29 ottobre 1911) è stato un giornalista, politico ed editore ungherese naturalizzato statunitense. Fu il creatore di un nuova concezione della professione di giornalista, concezione i cui modi per certi aspetti dell’epoca furono considerati controversi.
– Nel 1917, in sua memoria e per sua volontà è stato istituito un premio, il Premio Pulitzer. Un premio statunitense, assegnato dalla “Columbia University” di New York, 
considerato come la più prestigiosa onorificenza per il giornalismo, successi letterari e composizioni musicali. Questa sua volontà è analoga a quella di Alfred Nobel, quella di premiare chi contribuisce ad arricchire la cultura, quindi il patrimonio dell’umanità. Pulitzer delegò la gestione delle premiazioni a un comitato a cui diede ampi poteri. Oggi il comitato è noto come “Pulitzer Prize Board”, ed è composto da editori, giornalisti, professionisti di altri ambiti e dalle cariche più alte della Columbia University.
Joseph Pulitzer è il figlio di un ricco mercante ebreo; la madre, di origine tedesca, è di religione cattolica. Joseph riceve un’ottima educazione e acquisisce dai genitori l’amore per la lettura e le lingue straniere.
– Nel 1864, si trasferisce negli Stati Uniti.
– Nel 1867, ottiene la cittadinanza statunitense e inizia la professione di giornalista.
– Nel 1868, lavora come reporter per il “Westliche Post”, giornale in lingua tedesca, di cui acquisterà parte della proprietà nel 1871.

In questi anni a Saint Louis allaccia i primi contatti con la politica, che sarà il suo principale campo di interesse per il resto della vita.
– Nel 1869, si candida alla legislatura di stato: è vincitore al fianco del Partito Repubblicano. Questo è il primo passo ufficiale della sua lotta alla corruzione pubblica e privata. 
Senza mai abbandonare il suo lavoro di giornalista.
Pulitzer si fa sempre più portavoce dei cittadini e della democrazia svelando la fitta trama di corruzione politica insita nel governo. E’ un fermo sostenitore dei lavoratori, si batte per rendere la professione del giornalista “un modo onesto per guadagnarsi da vivere”.
A soli trentuno anni si ritrova ad essere padrone di una piccola fortuna.
– Nel 1878, dopo aver conseguito la laurea in legge, investe soldi e impegno per fondere a Saint Louis i quotidiani “Evening Post” e “St. Louis Evening Dispatch”: nasce così il “St. Louis Post-Dispatch”. L’operazione si rivelerà un successo. L’ambizioso editore-giornalista aspira ad un pubblico ancora più vasto e non si ferma alla “periferia”.
– Nel 1883, inque anni più tardi, si trasferisce a New York e acquisisce dal finanziere Jay Gould il “New York World”. Pulitzer riesce a trasformare il quotidiano in qualità e stile. Promotrice di un’informazione libera da ogni interesse politico o aziendale e aggressiva nel perseguire la verità dei fatti.

– Nel 1903, dona alla Columbia University un milione di dollari per la costituzione di una scuola di giornalismo.
Joseph Pulitzer muore a Charleston (Carolina del Sud) il 29 ottobre 1911.
Il suo lascito, pari a 20 milioni di dollari, dà origine a 12 premi che vengono assegnati ogni anno, a partire dal 1917, per altrettante categorie (che comprendono anche “disegno umoristico” e “fotografia”).

Nausica Baroni